giovedì 30 aprile 2020

Villa Enterprise

   Tutti, ogni tanto, immaginiamo come saremmo da vecchi se una buona sorte ci permetterà di invecchiare.
    Qualche anno fa immaginai una mini-commedia ambientata in una Casa di Riposo specializzata in vegliardi appassionati di Star Trek.
    La immaginavo come un copione da recitare a una convention in uno sketch, io e un altro amico truccati da vecchi.
     Se ve la proponessimo sotto forma di scenetta, oggi, non avremmo bisogno di trucco, niente talco per imbiancare i capelli, niente falsi occhiali spessi, niente finte schiene curve.
    Benvenuti a

VILLA ENTERPRISE
(STAR TREK ITALIA MAGAZINE ANNO III n.6, giugno 2001)

- Ettore, che ora è?
- Data Stellare Sei, Uno...
- E per piacere! Hai un orologio normale, dimmi l'ora normale!
- Le sette di sera, Alvaro.
- Si cena tra mezz'ora, allora.
- Evviva, si mangia!
- Evviva un corno. Stasera c'è la zuppa alla "Libro di Shatner".
- Che è?
- Minestra riscaldata.
- Io pensavo alle lasagne.
- Le lasagne la domenica, qui a Villa Enterprise.
- Che è Villa Enterprise?
- Oh, Ettore! L'hai presa oggi la pillola per la memoria?
- E chi se lo ricorda...
- Per la barba di Riker, Ettore! Questa è Villa Enterprise! Siamo qua da anni, nella "Casa di riposo per anziani trekkers"!
- Giusto! L'Enterprise! Attivare! Siluri fotonici! Alabarda spaziale!
- Quello era Goldrake, Ettore.
- Quanti anni hai, Alvaro?
- Centodue, Ettore.
- Allora portami rispetto. Ne ho sicuramente più di te.
- Lo so, quando iniziò Star Trek in televisione eri già adulto. Io, invece, ero un ragazzino.
- Mi squilla il comunicatore.
- Non è il comunicatore, è il chip del pannolone.
- E che succede ora?
- Al terzo squillo arriva il robot infermiere e pensa a tutto lui.
- Non c'è più l'infermiera bionda, quella innamorata del vulcaniano?
- Non c'è mai stata qui, quella era l'Enterprise della televisione. Questa è "Villa Enterprise", un'altra cosa.
- Si sta bene qui.
- Orpo! Di sicuro meglio che al Pensionato dei Fans di "X-Files".
- Mi parlavano ieri della Casa di Riposo per anziani che seguivano "Baywatch".
- Anche a me. Pare che l'abbigliamento delle assistenti procuri però un gran numero di infarti negli ospiti.
- Non vedo Terenzio. Dov'è?
- Ehm... Terenzio ha lasciato Villa Enterprise da un pezzo.
- È andato in un posto migliore?
- Lo speriamo tutti.
- Era simpatico Terenzio.
- Terenzio era simpatico solo per mezzora dopo mangiato. Tutto il resto del giorno era un po' noioso. Citava, puntualizzava, correggeva.
- Noi vecchi siamo tutti un po' noiosi.
- Da giovane Terenzio era pure peggio. Stava ore al computer a cercare tutto quello che aveva a che fare con Star Trek su Internet, e poi scriveva centinaia di lettere alle rivistine, ai postagruppi, citava, puntualizzava, correggeva.
- I postagruppi?
- Ettore, dimentico che tu con Internet ci facevi poco. I postagruppi era dove noi trekkers si discuteva su Star Trek. C'erano i postagruppi con il moderatore, e lì non bisognava uscire fuori tema. C'erano anche i postagruppi "allo sbaraglio", dove se il tema era Star Trek e uno come Terenzio parlava di Star Trek si scatenavano tanti strani tipi a fare battutine, a insultare, maledire, fare attacchi personali.
- Come allo stadio.
- Che c'entra lo stadio?
- Allo stadio ci sono pure quelli che vanno allo stadio perché il loro hobby è dare fastidio, mica lo sport.
- Ettore, non esistono più gli stadi. Sono stati trasformati tutti in supermercati o ristoranti all'aperto.
- Che c'è in TV stasera?
- Star Trek 20, un classico.
- Quello dove la figlia di Harry Kim sposa il figlio di Wesley Crusher?
- Quello, ma non si sposano. Fanno solo gnoppo gnoppo nei tubi di Jeffries dell'Enterprise M.
- Quando lo hai rivisto l'ultima volta?
- Aspetta. Nel 35 ho fatto la cataratta, nel 36 la prostata, nel 37 ho rivisto Star Trek 25, nel 38 le repliche di "Deep Space Twelve", nel 39 il coma. Dev'essere stato nel 39.
- Ho problemi col replicatore della mia stanza.
- Il replicatore?
- Sì. Io dico "Una tazza di tè Earl Grey", e non succede niente.
- Non abbiamo replicatori. Non esistono realmente i replicatori. Quello che credi un replicatore è probabilmente il climatizzatore, Ettore.
- Sta arrivando la Fristacconi.
- Ignorala, mi ha fatto sparire la dentiera ieri. Crede di essere spiritosa.
- Sembra preoccupata.
- Qualcuno ha fatto sparire dalla sua stanza il poster di Alexander Siddig giovane e lo ha sostituito con quello di Armin Shimerman da vecchio.
- E chi è stato?
- Eh eh!
- Eh eh eh!
- Che ora è?
- Data Stellare Sei, Uno...
- Ettore!
- Le sette e dieci. Chi è quel tipo in divisa della Federazione?
- È arrivato due giorni fa. I parenti, visto il suo totale rifiuto ad andare in una casa di riposo, hanno sfruttato la sua passione per Star Trek e gli hanno detto che questa è una Convention. Gli hanno inventato che domani arriva l'artista ospite, la veneranda attrice che fa la Borg "Settanta di Novanta". Poi gli rifileranno una ottuagenaria qualsiasi, tanto non se ne accorgerà...
- Bastardi! Ih Ih!
- Cornuti! De-ih ih oh oh!
- Ho un videoregistratore nuovo. È programmabile per i prossimi sette anni.
- Perché avresti bisogno di un videoregistratore programmabile per i prossimi sette anni?
- Non mi perderò ogni bella trasmissione che faranno quando sarò morto! (*)
- Ih ih uh uh!
- Messaggio sui monitor!
- Troppo lontano. Mica lo vedo, da qui.
- <<Gli anziani ospiti che vorranno sperimentare la terapia "Sognando Star Trek" lo comunichino in segreteria dopo cena>>.
- Cavoli, che vista!
- Impianto ottico tedesco. Che sarebbe la terapia "Sognando Star Trek"?
- La sera, anzichè darti le gocce per dormire, ti leggono poesie e racconti ispirati a Star Trek.
- Spero funzioni meglio della "Voyagerterapia", pare che qualcuno abbia dormito tre giorni di fila quella volta.
- Poteva andar peggio. Tutti episodi con Tuvok e poteva non svegliarsi.
- Altro messaggio sui monitor!
- Leggi.
- <<Domenica prossima ci sarà una gita in Collina insieme agli ospiti della casa di riposo "Fans di Star Wars">>.
- Spero ci siano autobus separati. Quelli che aderiscono al "Lato oscuro della forza" fanno delle puzze tremende.
- Peggio di quelli di "Villa Simpsons"?
- Più che altro quelli fanno tanti grossi rutti.
- Te lo ricordi Pinciardi?
- Quello che si ubriacava con il colluttorio e poi si vedeva gli episodi delle storie di Worf contro i Duras e urlava in Klingon?
- Quello. Lo hanno portato in Detrekkizazione.
- Per la pelata di Picard, era proprio necessario? - Chiamava Dax le infermiere e dava loro pacche sulle spalle dicendo "Vecchio mio", buttava le bottiglie di vino sui muri dicendo che stava varando l'Enterprise B, consumava troppi pannoloni allitrandosi di tè Earl Grey, per non parlare di altre cose terribili.
- Non dirmi. Cominciava a piacergli "Generazioni"?
- Peggio. Credeva di essere un Vulcaniano in Pon-Farr.
- A novantanove anni?
- Appunto lo hanno un po' detrekkizzato. Per il suo bene.
- E adesso, quanto lo hanno detrekkizzato?
- Diciamo che continua a essere un trekker, ma ha smesso di chiedere sempre l'ubicazione dell'uscita del Ponte Ologrammi.
- Com'è che sai tutte queste cose?
- Me le racconta Follezzi, quello che sta nella mia stanza.
- E dai retta a Follezzi? Sai che diceva in giro che da giovane aveva conosciuto Marina Sirtis e si erano pure baciati?
- E che c'è di strano? Anch'io da giovane ho conosciuto Marina Sirtis.
- E l'hai baciata?
- No, l'ho conosciuta mentre baciava Follezzi.
- Sei sicuro che fosse Follezzi?
- No, e non sono neanche sicuro fosse Marina Sirtis. Mi ricordo che si baciavano, quello sì.
- Chi si baciava?
- Chi si baciava quando?
- Tu hai detto che forse si baciavano Marina Sirtis e Follezzi.
- Chi è Follezzi?
- Si, buonasera!
- Chi stai salutando?
- Niente, lascia stare.
- Ho problemi col replicatore della mia stanza.
- Oh, per le orecchie di Spock, ricomincia... Senti, fai teletrasportare una squadra di manutenzione...
- Teletrasportare? Mica esiste il teletrasporto! Ti sarai mica rimbambito?
- No, ahem, scherzavo. Il climatizzatore almeno funziona?
- Abbiamo i climatizzatori?
- Sì.
- E anche il motore a curvatura?
- Ehm... Lo mettono martedì.
- Stamattina ho rivisto il film "Star Trek Diciotto: un cardassiano a Beverly Hills".
- Era il film preferito di Lucy, la mia seconda moglie.
- Che coincidenza! Era anche il film preferito della mia terza moglie!
- Che si chiamava...
- Lucy, se non sbaglio.
- Ecco, ti ricordo che stiamo parlando della stessa persona.
- Con quella non durò molto. Capii già di avere un bel problema quando la sera andammo in albergo e il portiere chiese alla sposa se voleva la stessa camera che aveva preso il giorno prima.
- È vero che hai tutti i telefilm della settima stagione di "Deep Space Nine"?
- Tutti. Amo le cose incredibili di quella serie.
- I mutaforma... incredibili...
- I Trill... incredibili...
- Il tunnel spaziale...
- E quel personaggio che ha mantenuto sempre la stessa espressione del volto, per sette stagioni...
- Parli di Odo.
- No, di Bashir.
- Guarda, Bugliozzi sta vendendo ancora biglietti per la lotteria di beneficenza.
- La resistenza è inutile...
- Qual è il primo premio?
- Un bicchiere con bassorilievo della faccia di Kirk.
- Il secondo premio?
- Ventiquattro bicchieri con bassorilievo della faccia di Kirk.
- Il terzo premio?
- Ventiquattro bicchieri con bassorilievo della faccia di Kirk, e trentasei bicchieri con la faccia di Sulu.
- Per tutti gli impianti Borg di Locutus!
- Quello è il sesto premio, in versione scatola di montaggio.
- Ma Bugliozzi non potrebbe mettere premi più allettanti, come ad esempio un viaggio a Los Angeles?
- Un biglietto per Los Angeles lo darei volentieri io a Bugliozzi. Solo andata. Così non ci vende più biglietti per le lotterie.
- Invecchiando stai diventando cattivo.
- Vecchio sarai tu. Io sono giovane, molto giovane.
- Era "Giovane. Mi sento giovane", Star Trek II L'ira di Khan.
- Allora l'hai presa la pillola per la memoria!
- Quale pillola? Prendo pillole per la memoria? Non ricordo.
- Non te lo ricordi perché oggi non l'hai presa, Ettore.
- Chi è Ettore?
- Tu sei Ettore.
- LO SO!!! Ci caschi sempre, Luciano!
- Mi chiamo Alvaro.
- Cos'è questo odore?
- Polpette alla "Specie 8472"
- Perché le chiamano così?
- Non sono facilmente assimilabili.
- Si cena o no?
- Dimmi l'ora, quella vera!
- Le sette e trenta.
- È l'ora! Attivare!
- To boldly go...
- …verso l'infinito e oltre!
- È un'altra storia, quella.
- It's time to play the music...
- It's time to light the lights...

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(*) La battuta del videoregistratore è dei mitici Statler e Waldorf, i due arzilli e caustici spettatori della divertente trasmissione di pupazzi animati "Muppet Show", il cui sito ufficiale è http://www.muppets.com . Fu un'idea di Rossella Marchiselli, all'epoca direttore dello Star Trek Italia Magazine,  l'idea di inserire, a commento di questo articolo-sketch, l'immagine di Statler e Waldorf.

Waldorf: Why do we always come here?
Statler: I guess we'll never know...
Waldorf: It's like a kind of torture...
Both: To have to watch the show!
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sabato 25 aprile 2020

Che cosa sei...

Parole, Parole, Parole…
    E adesso un po’ di parole per parlare di parole.
(“Parliamone” dirà qualcuno, parlando) .
    Queste mie riflessioni nascono dal fatto che su facebook avevo messo questa frase :
“scrivere e parlare deve esser connesso col rapporto con la realtà,
tutto il resto è sprecare parte della nostra preziosa esistenza”.
    La frase l’avevo estrapolata da un mio commento fatto su instagram a un intervento di una bella persona, la giornalista e scrittrice Francesca Barra, che è intervenuta a proposito di un infelicissimo intervento televisivo di un noto giornalista.    Che non nominiamo, suvvia, non facciamogli pubblicità, la cosa che probabilmente lui cerca ogni giorno sparando puttanate anche coi titoli del suo cosiddetto giornale.
   In sostanza, questo signore ha detto in diretta TV che i meridionali sono esseri inferiori. Non esamino neppure i suoi interventi ulteriori sull'argomento. All'inizio pensavo che non parlarne affatto fosse la scelta migliore, ma, a questo punto, visto che se ne parla tanto, vorrei scrivere un mio approfondimento.
    Scriveva Francesca Barra, appunto su Instagram, in questa occasione: “Sono una giornalista professionista iscritta all’ordine, una scrittrice che ha sempre omaggiato il suo sud. Sono meridionale. Potrei inondarvi di descrizioni reali sui meridionali (…) , oggi ho davvero bisogno invece di sentirci tutti uniti, di ricevere informazione corretta e non slogan: siamo uniti, come non mai. È forse questo che vogliono distruggere?” .
    Io sono un medico che lavora al Sud e ha lavorato al Nord. Quattro anni sulle Alpi Cozie, in quanto a Nord non mi son fatto mancare nulla (Montagna!). Ho fatto anche il Corso per Ufficiale Medico di Complemento a Livorno (Mare!) con altri 44 colleghi di ogni parte d’Italia, con alcuni dei quali siamo in contatto e ci sentiamo come fratelli, a distanza di più di 30 anni.
    Come ho scritto in risposta ai bei commenti fatti alla mia frase, il rapporto coi pazienti e coi colleghi , dalle Alpi all’Etna, non ha tenuto mai conto della differenza di origine geografica.
    Chi invece ha esternato in TV quelle parole ignobili si vede che non rapporta le sue parole col reale ma con una distorsione del reale slegata dalla vita.
    La parola deve corrispondere all'azione e alla descrizione della realtà, ma a volte ne è slegata. Il razzismo, il pregiudizio, la distorsione dei fatti, sono esempi di spreco di parole e di vita. Essere inseriti nella azione impedisce che si parli a vanvera.
    Un giornalista seduto alla sua scrivania dice che quelli del Sud sono inferiori a quelli del Nord. Ma se si trovasse a dover essere assistito da un medico dell'emergenza a causa di un malore grave improvviso, gli chiederebbe se è di Trento o di Trapani?
    Tra l’altro leggo che il giornalista ha fatto poi un tweet dove, nel tentativo di dire che le sue parole erano state travisate, le spiega dicendo altre cose offensive.
    Parole, parole, parole…
    Oggi si permette con serenità che vi siano trasmissioni ( sopr4ttutto su un4 certa rete) per lo più dedite a dar voce a pregiudizi e razzismo. Gente insospettabile condivide (distrattamente, suppongo) sui social notizie create per alimentare fanatismi e valutazioni basate su dati vaghi e numeri inventati.
    Ma non bisogna andare così lontano, intendendo come lontano il pensiero di un anziano giornalista in declino. Il rischio di parlare, o scrivere sui social, senza pensare al rapporto col reale che deve esserci nelle nostre parole, è presente in ciascuno di noi. E alle volte si rivela drammaticamente.
    Chi di noi non vede persone che nella vita di tutti i giorni sembrano attente a quello che dicono, d’un tratto slegarsi dalla realtà mettendo per iscritto sui social scivoloni verbali abbastanza pesanti?
     E non ci capita di assistere (o partecipare) a discussioni dove si perde di vista la logica?
    Facciamo i maleducati e i diseducatori intervenendo, e non ce ne accorgiamo, sovente.
    Tutto attraverso semplici, apparentemente innocue, parole.
    Eppure, e qui ci scappa la citazione, “Le parole sono importanti”.
È una delle frasi più famose del film “Palombella rossa”, diretto e interpretato da Nanni Moretti nel 1989, girato in prevalenza nella piscina delle Terme di Acireale. Michele Apicella, funzionario di partito, in seguito ad un incidente perde la memoria e cerca di ritrovarla attraverso ricordi offuscati ed una realtà che non riesce a capire o nella quale non si riconosce. È un film sulla perdita di identificazione, tema caro al grande regista e sviluppato in capolavori come “Aprile” , “Bianca” , “La Messa è finita” .             Oggi, a distanza di più di 30 anni da quella frase, pronunciata prima che le attuali imperanti forme di comunicazione fossero inventate, è come se questa incapacità di comprendere, valutare e usare le informazioni incontrabili, e connetterle con la parola, si sia diffusa come un virus peggiore del Covid-19 di questi giorni.
    Ci colpisce a ogni età. Internet, risorsa preziosissima, serve per molti solo a mandarsi su whatsapp foto di gattini e filmati inutili, e facebook a dare autorizzazioni alla privacy con lo scopo di sapere a che razza di cane somiglieresti. Ed è una inconsapevolezza diffusissima, e spesso inguaribile.
    È un mondo sempre più pieno di opportunità offerte a gente che non le vuole capire assolutamente, neanche a colpi di legno, neanche se muoiono migliaia di persone. Cosa guarda in TV la negoziante, non una emarginata, che al telefono pochi giorni fa mi ha detto “Ma anche in Sicilia c’è gente che ha preso questo virus?” . E perché la TV che guardo io, un semplice TG preso a caso, è così incompreso, non veramente ascoltato?
    Le parole sono importanti. E oggi abbiamo, più che mai nella storia, la possibilità di accedere a tutta la storia, la geografia, le notizie … ma abbiamo perso discernimento, ubriachi di possibilità di accedere a tutte le parole del mondo quando vogliamo, dove vogliamo.
    E di fronte a tutta questa ricchezza… aiutiamoci a non sprecarla. L’un l’altro. Attraverso le parole. Che sono importanti.

    Nota 1: Il titolo di questo articolo era l’incipit di una canzone bellissima, un geniale mix di testo recitato e canzone, interpretato dalla cantante Mina e dall'attore Alberto Lupo
( https://youtu.be/BXzXLc4dVsY ) .
     Fu la sigla di uno show televisivo del 1972, “Teatro 10”. La storia di questo brano è interessantissima. Su Wikipedia c’è la storia di questa canzone, e delle sue varie versioni: https://it.wikipedia.org/wiki/Parole_parole#Musica_e_testo .

    Nota 2: Spesso i miei articoli e i miei racconti, da quando ho iniziato a scrivere sul web, sono accompagnati da un mio disegno. È una abitudine di origini lontane: la mia maestra di quarta elementare notò che qualche volta, alla fine di un tema, facevo un disegno nello spazio vuoto rimasto nella pagina, e mi incoraggiò a farlo a corredo di ogni tema . Noterete che non riesco più a smettere.         Il disegnino di stavolta è ispirato alla locandina del film “Palombella rossa”, citato nell'articolo.

Incontro con Nanni Moretti - 27/01/19 - Cine Teatro Odeon Catania - Presentazione del film "Santiago, Italia"

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venerdì 24 aprile 2020

U.S.S. FESTIVAL


    La Trilogia con le avventure della "USS FESTIVAL"
ritorna su queste pagine
con nuove  introduzioni ai tre racconti:


👉"VADO AL MASSIMO"👈


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giovedì 23 aprile 2020

Due piselli in un baccello

   No, non dicono di andare ad Honolulu, visto che il dottore ha ordinato di respirare aria di mare. E non hanno giurato di andare a Chicago per un congresso.
    Tornano i personaggi della U.S.S. Festival, la combriccola che avevamo già conosciuto nei racconti "Tutti da Ciro sabato sera" e "Vado al massimo" . Il particolare "esercizio di stile" di questo racconto è quello di riprendere, andando ben oltre la citazione, la popolarissima storia di Stanlio e Ollio diretti al convegno de "I figli del deserto" nel film omonimo. Per narrare le peripezie dei nostri eroi per raggiungere una convention italiana di Star Trek del 2003,

DUE PISELLI IN UN BACCELLO
(Star Trek Italia Magazine Anno V, n.6, giugno 2003)

    Non era una riunione come tutte le altre. Mancavano pochi giorni alla Convention di Star Trek in Romagna, e la U.S.S. Festival si era riunita per prepararsi all'evento. Claudia Denippi (che si era scelta il soprannome di "Tenente Comandante Subak") aveva accolto nel suo salotto Giuseppe Pagnetti, detto "Capitan Pincus", Guido Frenacci, altrimenti detto "Tenente Florence", Marco Tartufi ("Sbarak"), Gianfranco De Benellis ("Tenente Remus"), Germana Castelpogni, ("Nelly"), e Pierpaolo Patagotti detto "Quattro di sei" .

"E Romano Giovannitti ? Non è venuto?" chiese Nelly.
"Breil? Non viene. Ha detto che a casa di Claudia non viene perché ha saputo che veniva Frenacci, ha litigato con lui via mail" rispose Pincus.
"Ma che ha detto? Viene alla Convention?" domandò Patagotti.
    Pincus-Pagnetti allargò le braccia: "Non è facile comunicare con lui, se gli mandi una mail ti risponde, ma al telefono si fa negare. Mi ha scritto che sono schierato con Frenacci perché gli avevo scritto di darsi una calmata, avendo il Giovannitti sostenuto pubblicamente che Guido Frenacci è l'incarnazione dell' Anticristo dell' Apocalisse , la reincarnazione di Adolf Hitler, e che ha la moralità di un serial killer".
"Ma… Frenacci… che hai fatto al Giovannitti?" chiese Nelly.
"Una volta non ho risposto a una sua mail, e un'altra volta ho risposto chiamandolo affettuosamente sciocchino".
"Gravissimo, sciocchino è gravissimo, Anticristo e Hitler no?" chiese Claudia.
"No, secondo lui no. Ha scritto da qualche parte che il mondo va a rotoli per colpa di quelli come Frenacci, e che chi si schiera con lui è probabilmente indemoniato" rispose Pincus. Trangugiò un bicchierino e riprese:
 "Bah! Lasciamo perdere… abbiamo da parlare di cose importanti… chi viene alla Convention? Tartufi, tu?"
 "Si… si… verrò… non mi va di sopportare per un anno i vostri racconti della Convention…"
 "E non stiamo a far l'appello!" esclamò Claudia "Quelli che siamo qui andremo tutti, no?" .

"No, non credo che verrò…" disse Frenacci.
"Che dici? Ma sei matto?" esclamò il "Tenente Remus" De Benellis.
"Magari è meglio dirgli sciocchino" disse Claudia.
"Niente da fare, mia moglie non ne vuol sentir parlare: resto a casa"
 "Ma anche mia moglie non vuole, ma a casa comando io!" disse Pagnetti "hai promesso che saremmo andati io e te con la tua macchina, hai promesso!"
 "Non ne avevo ancora parlato con Teresa, non vuol sentir ragioni…"
Pagnetti era furioso: "Anche mia moglie non vuol sentir ragioni, ma ci andrò, e non ho altro mezzo per andarci che con la tua automobile. Andremo insieme, a tua moglie inventeremo qualcosa. Devi sempre dire tutto, a tua moglie?"
 "Se non le dico tutto come farò a sapere quel che vuole…"
 "Oh, non avrei immaginato che fossi peggio di uno schiavo in casa tua! Ma perché non prendi esempio da me? Faccio sempre quel che voglio senza mai render conto a nessuno! Non lasciarti mai mettere i piedi sul collo o… sei morto!"

     Frenacci e Pagnetti continuarono la discussione anche a riunione finita, e, giunti davanti alla porta di casa di Frenacci, Pagnetti intimò all'amico: "Ora dirai a tua moglie che andrai alla Convention, sii uomo!".
 Ma Frenacci era uscito di casa senza le chiavi, e sua moglie era uscita, perciò andarono ambedue a casa di Pagnetti, che abitava nello stesso pianerottolo.
 Vanna Pagnetti non aveva molta simpatia per Guido Frenacci, e lo accolse freddamente, con un distratto "Che si dice?".
 "Mancano pochi giorni alla Convention!" disse Frenacci.
 "Che cosa?"
 "Ehm… Vannuccia cara…" disse Giuseppe Pagnetti con un sorriso da stendere un diabetico "Io e Guido andremo alla Convention di Star Trek la prossima settimana, questo viaggio sarà per noi utile per rilassarci, vedere dei vecchi amici, vedere delle facce nuove… ehm… vedere delle facce nuove giova alla salute, bisogna pur divertirsi, lavoro sempre, e non divertirsi, cara, riduce l'uomo… riduce l'uomo…"
 "Sciocchino?" suggerì Frenacci..
 "Tu non ci andrai, Giuseppe. Tu verrai in montagna con me! Se il tuo amico vuole andarci, che vada pure da solo, ma tu verrai in montagna con me!"
 Giuseppe cominciò a parlare confusamente: "E no, cara moglie, questa sera voglio mettere in chiaro le cose una volta per sempre! Io non andrò alla Convention di Star Trek, io andrò in montagna!".
 "È quello che ho detto io… tu non andrai in montagna… cioè, ho detto che io e te andremo in montagna!"
 "Ma mettetevi d'accordo!" disse Frenacci.
 "Mettersi d'accordo su che cosa? Se credi che ti lasci andare a gozzovigliare con la scusa di Star Trek ti sbagli, sai? Dovresti vergognarti, io sto qui a sgobbare tutto il giorno, lavo, stiro, mi rovino le mani, ma tu lo apprezzi forse? Rispondi!"
 "Sì, lo so, ma tu…"
 "Oh, sta zitto! Non contraddirmi! Che cosa ci guadagno io a lavorare tanto? Organizzo persino la villeggiatura in un bel posto, ti ho preparato tutti i vestiti per la montagna, e tu te la vuoi squagliare per andare da quelli di Star Trek, ma dovrai passare sul mio cadavere, vi manderò in galera, tu, il tuo amico e tutti i trekkers!".
 Uscì dalla stanza sbattendo la porta.
 "Che si fa?" chiese Guido.
 "Non darle peso, finché lo dico io noi andremo alla Convention!" urlò Giuseppe, forte, perché la moglie lo sentisse.
 La porta si riaprì per far uscire un piatto che, perfettamente lanciato da Vanna in direzione della testa di Giuseppe, lo colpì in pieno. La porta si richiuse.
 "E tu sopporti questo?" chiese Guido.
 "Hai ragione, ma non lo sopporterò ulteriormente" e alzò la voce al massimo: "Se ti dico che andremo alla Convention, ci andrò!".
 Altro piatto, altro centro.
 "E sono io lo schiavo? Tua moglie ti lancia i piatti in testa, come puoi sopportarlo? Se la mia metà agisse così… se alzasse soltanto un ditino… sai cosa farei?"
 "Cosa?"
 "Io direi…"
Girandosi, Frenacci vide che era entrata sua moglie Teresa e che sicuramente lo stava ascoltando. Fece finta di nulla, salutò Pagnetti con un "Pensaci su", e andò via con sua moglie.

     Alessandro Fracarri era un medico trekker, che Pagnetti e Frenacci avevano conosciuto alla Convention dell'anno prima, non faceva parte della U.S.S. Festival pur abitando nella stessa città, ma si teneva in contatto con loro. Giunse a casa Pagnetti dopo aver acconsentito ad aiutare Guido e Giuseppe nel piano che avevano escogitato per andare alla Convention all'insaputa delle consorti.             Non era propriamente un medico per umani, ma un veterinario, ma per quello che serviva sarebbe andato benissimo.
     Non fu difficile per Pagnetti simulare di essere malato, esaurito, a pezzi.
 "Mi pare un caso abbastanza grave, ma si può far qualcosa" sentenziò il Dottor Fracarri dopo aver fatto un'accurata visita al Pagnetti. "La cura necessaria sono le acque di Montecatini!".
 "Ma dovevamo andare in montagna!" disse Vanna "Non gli farebbe bene l'aria di montagna?"
 "Dannosissima, nelle sue condizioni. La Terme di Montecatini sono l'unica cura, per lui".
 "Non vado a Montecatini. Se tu non puoi venire con me, non ci vado!" disse Pagnetti, con voce sofferente, alla moglie.
 "Se il dottore ha detto di andare a Montecatini, andrai a Montecatini!" sentenziò Vanna.
 "Ma non posso andare a Montecatini da solo. Sto male, ci vuole qualcuno che si curi di me!"
 "Non ti puoi fare accompagnare da Frenacci?"
 Frenacci era presente alla discussione, che stava prendendo una piega favorevolissima.
 "Guido, mi accompagneresti a Montecatini?"
 "Non posso, vado alla Convention di Star Trek"
 "Ma come può essere?"
 "Ho avuto l'autorizzazione. Ho chiesto a Teresa e ha detto sì"
 "Niente da fare, allora, non potrò curarmi a Montecatini"
 "No, caro" intervenne Vanna "Andrai a Montecatini e basta, anche da solo".
 "Se devo andare a Montecatini… lui verrà con me!"
 Era fatta.

  La prima parte del viaggio si svolse serenamente.
 Guido e Giuseppe ricordarono gli episodi salienti della Convention dell'anno precedente, di Marco che si fece tutta la Convention travestito da Morn per non farsi riconoscere, di Gianfranco De Benellis che aveva avuto un viaggio avventurosissimo, cercando di evitare il gruppo della Nave "Attilio Regolo", che alcuni, Gianfranco in primis, sostenevano portasse sfortuna. Accecato dalla superstizione e innervosito dal fatto che se li trovasse sempre davanti, aveva finito col provocare un grosso incidente d'auto e si era perso la Convention. E ricordarono la "romantica" Convention di Fulvio Armandini, che adesso viveva in Romagna con Milikia, il suo grande amore conosciuto su Internet, una bellissima ragazza che però all'anagrafe si chiamava ancora Guglielmo.
     E Patagotti che si era venduto la macchina e forse anche la casa e (dicono) la sorella per comprare gadgets di Star Trek. E Nelly, scambiata a prima vista per un cane dall'albergatore, e tutti in Convention si chiedevano che tipo di alieno impersonasse, quando non aveva nessun travestimento, e che fu chiusa a chiave nei bagni del Centro Congressi per impedirle di fare a Leonard Nimoy domande imbecilli…
 …quanti ricordi !

 "Finora il viaggio è andato benissimo, e non sono superstizioso" disse Pagnetti.
 "Perché dici questo? Ti riferisci al fatto che questa è la diciassettesima Convention di Star Trek in Italia?"
 "No, mi riferisco al fatto che dietro di noi c'è un'automobile a nove posti con la U.S.S. Attilio Regolo al completo, ma io non mi faccio condizionare e li nomino pure senza timore!".
 Durante il proseguimento del viaggio accadde qualche episodio non piacevole.
 A Guido, nei bagni dell'Autogrill cadde il cellulare nella tazza del water.
 A Giuseppe si ruppe un dente mangiando un biscotto.
 Guido perse la vite degli occhiali da vista.
 Giuseppe si fece un buco nei calzoni nuovi con la brace della sigaretta.
 Si dovettero fermare per cambiare una gomma.
 Furono fermati dai carabinieri per un controllo e si beccarono una multa perché erano senza cinture di sicurezza.
 Guido fu punto da una zanzara tigre.
 Giuseppe da due api leopardate.
 In un altro Autogrill, a Guido cadde l'orologio dentro la tazza del water.
 "Tutte coincidenze" disse Pagnetti Guido " la U.S.S. Attilio Regolo non c'entra"
 "Come dici tu" rispose Frenacci "ma preferirei non li nominassi più".

     Giunsero comunque al Centro Congressi che la Convention era da poco iniziata. Una delle novità di quest'anno era la presenza di una troupe televisiva di una rete nazionale che avrebbe filmato i momenti più importanti della Convention, e intervistato i partecipanti, per realizzare un documentario dal titolo "Italiani Trek".
     La fila per iscriversi alla Convention era lunga. Davanti a loro c'era "Breil" Giovannitti, che li salutò con freddezza.
 "Ehilà, Breil, tutto bene?" fece Pagnetti, che per fortuna era distante da Frenacci, che si era fermato a chiacchierare con una tipa travestita da Trill.
 "No, non va bene!" rispose Giovannitti "questa fila va lenta. Hanno messo poca gente alla reception! È una organizzazione che va a rotoli! Non si fa così! Invierò una protesta al Comitato Organizzatore, e, per conoscenza, alle Navi del Flotta Club, alle mailing list, ai newsgroup, all'Ente per il Turismo!"
 "Non ti sembra di esagerare?" domandò Pagnetti.
 "Mi aspettavo questa bassa obiezione da un amico del Frenacci! No, caro mio, io non esagero! Combatto per un mondo diverso!"
 "Dove crescere i nostri pensieri?" chiese un tipo pelato che stava anche lui in fila.
 "Esatto!" urlò Giovannitti, "Noi non ci fermeremo!"
 "Voi chi?" chiese Pagnetti.
 "Noi che combattiamo per la giustizia, non ci fermeremo, non ci stancheremo..."
 "... di cercare il nostro cammino?" chiese il tipo pelato.
 "Dadurundè, dadurundaaà" fecero in coro un po' di persone che stavano assistendo alla discussione.
 Giovannitti tacque, ma, avendo il senso dell'umorismo equivalente a quello di un frigorifero, aveva gli occhi iniettati di sangue.

     Intanto Claudia e Nelly erano da un po' giunte al loro albergo. Avevano preso stanze singole, Claudia non voleva sentir russare Nelly, e, detto tra noi, vederla in desabillé le dava un po' di nausea. Non che vestita fosse gradevole, ma il peggio è infinito e va evitato quando possibile.
 Dopo una rinfrescata si diressero verso il Centro Congressi, ma, lungo la strada Nelly cacciò un urlo: "Ma quello… quello è l'attore bellissimo di Deep Space Nine!"
 "Sì. È lui. Ma non schiamazzare!"
 "Lo vooooglio conoscere assolutameeeeeente! Andiamo, presentiamoci!"
 "Ma no, mi vergogno!"
 "Ma daaaaai! Siamo qui per questo, no?"
 Nelly si avvicinò all'attore e gli disse: "Ciaaaaaaooo! Sono una tua fan! Posso stringerti la mano?" E gli porse la sua mano.
 L'attore la guardò, poi estrasse dalla tasca un po' di dollari, glieli mise in mano e disse, in inglese: "Certo, tieni, fai bene a chiedere soldi per l'operazione".
 "Che ha detto? Perché mi dà dei soldi?" chiese Nelly a Claudia.
 "Lascia perdere. Facciamo tardi".

     Il pomeriggio passò presto, tante erano le cose da vedere: la sala computer, gli stand, i giochi, le proiezioni…
Pagnetti e Frenacci videro un documentario americano su Star Trek, Nelly e Claudia un telefilm di Deep Space Nine. Patagotti girò per la sala dove vendevano gadget di Star Trek, non aveva un euro in tasca e si era già venduto tutto, si limitò perciò a guardare le cose che non aveva. De Benellis si mise a scattare foto un po' a tutto e tutti. E si ritrovarono tutti insieme a cena: la U.S.S. Festival al completo, o quasi. C'era pure Fulvio Armandini con Milikia, e Fulvio era raggiante nel rivedere i vecchi amici, anche se Nelly, con le sue domande, li rendeva un po' nervosi: "Ma siete sposati? E quando diventerete mamy e papy ?".
     Giovannitti non sedeva con loro, stava a un tavolo con un cinese che tossiva continuamente, una sosia di Rosy Bindi e un tipo dai capelli tinti di verde, con una sega elettrica a tracolla.

     Dopo cena Nelly volle ripassare dall'albergo per prendere una felpa, visto che l'aria cominciava a rinfrescare. L'albergatrice fu contenta di vederla, perché doveva chiederle un favore, per poter soddisfare la richiesta di un ospite della Convention, un anziano attore americano della Serie Classica di Star Trek:
 "Mi ha chiesto se potevo cambiarlo di stanza: ne vorrebbe una con vista sul mare, posso spostare i suoi bagagli dalla 322 alla 348?".
 "Ma ceeertoooo, mica son qui per vedere il mare!" acconsentì Nelly.

     De Benellis, detto Remus, continuava a far foto: agli stand-up degli eroi Trek, ai pannelli decorativi, alla troupe televisiva di "Italiani Trek", ai gruppi di amici che chiacchieravano, specie se tra loro vi era qualcuno in divisa Trek.
     Giovannitti stava chiacchierando con un tipo travestito da Cardassiano, e Benellis scattò una foto, da lontano perché il Cardassiano puzzava, forse a causa del caldo e della divisa pesante.
 "Remus!" urlò Giovannitti "in base alla legge sul diritto all'immagine non puoi usare questa foto! I diritti all'immagine sono diritti essenziali ed innati dell'uomo, attributi naturali della persona, l'articolo. 96 della legge del 22 Aprile 1941 n. 633 sul diritto d'autore vieta l'esposizione, la riproduzione o la vendita del ritratto o immagine della persona senza il suo consenso!".
 "Già cancellata dalla fotocamera digitale appena hai detto Remus… rilassati, eh?"
 "Sono rilassatissimo, sono venuto alla Convention per godermi la vita qualche giorno…"
 "Si vede. Auguri" disse Remus.
 Per quella sera fotografò solo bandiere e cartelli.

"…Tutti i tuoi amici
 guardano in salotto le altre
 fatte come attrici.
 Tu come un fagotto nello specchio non la smetti,
 piangi e vedi solo i tuoi difetti…
Brutta,
 ti guardi e ti vedi
 brutta…"

    L'allegra serata del karaoke era iniziata e tutti si divertivano, anche se durante la canzone in troppi fissavano Nelly.
 Venivano distribuiti dolci, biscotti, caffè, bibite analcoliche…
Fu particolarmente allegro il momento della musica brasiliana.

"Brigitte Bardot, Bardot,
 Brigitte paegout, paegout,
 ahi ahi caramba, ahi ahi caramba... "

    Si formò spontaneamente un simpatico trenino di trekkers danzerini, Pagnetti e Frenacci assistevano battendo le mani a ritmo di musica. La musica era trascinante e attirava gente da ogni parte del Centro Congressi, e il trenino diventava sempre più lungo.

"Brasil na na na na na,na na na na na,
 Brasil, Brasil...
 vosè abusò,
 girò bati tu gi mia, abusò,
 girò bati tu gi mia, abusò..."

 Si unirono al trenino anche quelli della U.S.S. Attilio Regolo.

"…eh meo amigo Charlie,
 eh meo amigo Charlie Brown,
 Charlie Brown, Charlie Brown....."

     Il trenino fece un disastro ferroviario facendo cadere il carrello dei dolci, le bibite si versarono lungo la sala, il caffè bollente si versò addosso a Giovannitti, che cominciò a urlare invocando la Polizia, gli avvocati, la Croce Rossa ed Amnesty International.
 Cadde, a seguire, un pannello raffigurante la gigantografia dell' Enterprise D, procurando diversi contusi e la distruzione di una esposizione di statuine Trek in cristallo.
 "Solo coincidenze, vero?" chiese Frenacci a Pagnetti.
 Giuseppe Pagnetti lo fissò a lungo, e poi si allontanò a ritmo di danza:

"…a  e  i  o  u  ipsilon,
 a  e  i  o  u  ipsilon,
 a  e  i  o  u  ipsilon…"

    La prima giornata di Convention era già terminata, e l'anziano attore della prima serie di Star Trek, dopo una serata passata in un pub a bere e chiacchierare con altri americani presenti alla Convention, si recò al suo albergo. Forse anche a causa del vino italiano, non si ricordò che si era fatto cambiare la stanza. Si mise a letto, ma si accorse presto che c'era qualcosa di strano. Accese l'abat-jour e vide Nelly nel suo letto. Lo spavento fu terribile e dovettero portarlo al Pronto Soccorso, anche se in ambulanza dovettero portare anche Nelly, che si era avvinghiata a lui e non si staccava più, ripetendo continuamente; "Un autografo! Daaaaai, fammi un autografo!".

     La mattina dopo c'era la troupe di "Italiani Trek" in giro per il Centro Congressi a fare interviste.
 Patagotti li intrattenne con una dotta disquisizione su tutti gli oggetti a tema Star Trek che si potevano acquistare, mentre De Benellis ebbe grande successo raccontando per la trasmissione due barzellette sui personaggi di Star Trek. Accanto a lui Pagnetti e Frenacci ridevano, gli davano pacche sulle spalle e salutavano le telecamere.
     Ci fu la conferenza di presentazione dei nuovi cofanetti di DVD di Star Trek. Ogni cofanetto, grande poco più di una videocassetta, conteneva un anno intero di episodi. Patagotti, che aveva acquistato nel corso degli anni tutte le videocassette originali di centinaia di episodi, sia in versione italiana che americana, e che aveva una casa di quattro stanze, delle quali due erano occupate solo dalle videocassette di Star Trek, stava seduto in fondo alla sala e piangeva silenziosamente.
     A pranzo, al ristorante del Centro Congressi, quando entrarono i componenti della U.S.S. Attilio Regolo, Claudia Denippi cercò un qualcosa da toccare come gesto scaramantico. Non aveva amuleti, non c'era ferro (le posate non valgono, mica è ferro), e non poteva fare, essendo femmina, il tipico volgare gesto porte-bonheur dei maschietti. Toccò il sedere di Pagnetti.
 "Che fai?" chiese Pagnetti sorpreso.
 "Uno scongiuro"
 "A me sembra che mi tocchi le chiappe".
 Armandini chiese, ridendo: "Toccare il popò del Pagnetti porta fortuna?"
 "Spero che sia così" rispose Claudia.
 Armandini, Milikia, Patagotti, Frenacci, De Benellis e Germana Castelpogni detta "Nelly" diedero a turno una palpatina al retro di "Capitan Pincus" Pagnetti..
 "Perché non elevi una vibrante protesta, Pagnetti?" chiese, sghignazzando, Armandini "Ora che Giovannitti è fuori uso per ustioni da caffè bollente, una bella invocazione del rispetto, della giustizia, della moralità, puoi farla tu, no?".
 Pagnetti sorrise. Era bello stare tra amici, scherzare, guardare le cose dalla parte serena della vita.
 Il cameriere portò a tavola delle lasagne buonissime.
 "Hai avuto un'ottima idea a imbrogliare le nostre mogli, Pagnetti!" disse Frenacci. "Ce la spassiamo alla grande, noi due, stiamo bene davvero, sereni, riposati, al sicuro… come due piselli in un guscio…"
 "Baccello!" corresse Giuseppe Pagnetti "Due piselli in un baccello!".

    Nel pomeriggio ci fu una conferenza di un attore che parlava del cosmo, della vita, dell' universo, dell'umanità, della pace, dell'amore, della felicità, della bellezza, insomma di tutte quelle cose meravigliose che, quando chiunque ne parla per più di tre minuti in televisione tutti afferrano il telecomando o si addormentano.
    E in effetti una pennichella Nelly e Patagotti, seduti in sesta fila, la fecero, protetti da occhiali da sole. Solo che Nelly si mise a russare e la cosa irritò non poco il conferenziere, che cominciò a parlare della morte, della guerra, dell'infelicità, delle cose spiacevoli della vita.
     E a sera tutti al cinema. Ovviamente non un film qualsiasi, ma il decimo film di Star Trek ("La Nemesi"), uscito da pochi giorni in Italia. Dai tempi del quinto film della serie, mai un lungometraggio di Star Trek aveva diviso tanto il pubblico. Il sentimento prevalente era una certa malinconia nel vedere una storia che, di fatto, era l'uscita di scena di molti personaggi che avevano accompagnato per anni i loro fans.
 "Un cattivo confezionato a tavolino che, più che una "Nemesi" mi pare un ragazzetto folle e meschino" commentò Frenacci all'uscita del cinema.
 "Ma è taaaanto cariiino" disse Nelly.
 "E ti pareva…" fece Patagotti .
 Pagnetti aveva le lacrime agli occhi. Patagotti gli mise una mano sulla spalla:
 "Ti sei emozionato non poco, vedo. Il finale struggente del film ti ha sconvolto, vero? Ti capisco, davvero. Una generazione di eroi, che abbiamo seguito in più di cento avventure, adesso non sarà più la stessa…"
 "No, no… il dente. Me lo sono rotto giovedì mangiando un biscotto. E adesso ho sbagliato a prendere il gelato. Ahioooo, che dolore…"

  Sabato fu la giornata delle grandi ospiti. Denise Crosby e Nichelle Nichols. Tutti avrebbero potuto conoscerle di persona, sapere di loro nuove cose, non di certo le cose che tutti già sapevano, cioè i motivi per i quali la Crosby aveva lasciato la serie o come mai invece la Nichols si era convinta a non abbandonarla grazie a un incontro con Martin Luther King, cose che ogni trekker legge da sempre in ogni loro intervista o biografia.
     Le domande che i trekkers fecero alle due attrici furono molto varie, ma per la maggior parte vertevano sui motivi per i quali la Crosby aveva lasciato la serie o come mai invece la Nichols si era convinta a non abbandonarla.

 Sabato sera: sfilata dei costumi. De Benellis aveva conquistato un posto in prima fila e scattava foto a klingon, romulani, visitors, borg…
Pagnetti, Patagotti e Frenacci erano seduti lateralmente. Quando Patagotti, detto "4 di 6", notò che c'era un tipo legato a una sedia, chiese a Pagnetti: "Sapresti dirmi chi è quello?".
 "È il tipo che ogni anno fa un monologo lunghissimo interpretando un astronauta che viene dal futuro. Credo che stasera non potrà fare il suo numero".
 "Lo slego?"
 "Ti menano."
 "Non lo slego."

     Intanto, lontano dalla Convention, Vanna Pagnetti era andata a far visita alla signora Frenacci per ringraziarla del fatto che suo marito Guido avesse acconsentito ad accompagnare Giuseppe a curarsi a Montecatini. Il televisore era acceso, trasmettevano il documentario "Italiani Trek", e le immagini del De Benellis che raccontava barzellette vestito da Ufficiale della Flotta Stellare sotto uno striscione con su scritto "Star Trek" attirarono la loro attenzione. Vanna e Teresa riconobbero, accanto al De Benellis, i loro mariti che ridevano.
 "Vile mentitore!" urlò Vanna rivolta allo schermo "Vedrai come ti aggiusto quando torni a casa!"
 "Ma… erano a fare quella cosa di Star Trek? Non a Montecatini? Oh, perbacco!" disse Teresa. Non disse proprio perbacco, ma considerate che l'autore di questa storia vorrebbe scrivere un racconto adatto a grandi e piccini.
 "Giuseppe, che bugiardo mio marito! Ma anche il tuo!"
 "Macché, vedrai che, quando torneranno, Guido mi confesserà tutto subito!"
 "Credi?"
 "Vedrai."

     Domenica mattina Gianfranco De Benellis si presentò al Centro Congressi con le valigie, e salutò gli amici comunicando loro che non sarebbe potuto restare fino alla fine della Convention per urgenti motivi di lavoro.
 "Come vai alla stazione?" gli chiese Frenacci.
 "Prendo un Taxi."
 "Ma no! Ti accompagno io. Sai dov'è la stazione?"
 "No. Sono arrivato in stazione giovedì e il Taxi mi ha portato all'albergo, non ho memorizzato il tragitto"
 "Poco importa. Chiederemo strada facendo".
 Girarono a vuoto per il paese romagnolo per un bel po', e incontravano solo turisti, finché trovarono l'unica persona del luogo disposta a dar loro informazioni: un signore in bicicletta, balbuziente. Molto balbuziente. Sembra una vecchia barzelletta: il treno sta per partire, il tempo passa e il tipo fa: "Pe… pe… Per la sta… La Sta… La Stazio… ".
    Se vi dico che chi scrive queste righe ha vissuto personalmente questo episodio, proprio pochi giorni fa in partenza da una Convention di Star Trek, forse in pochi mi crederanno. Comunque sono arrivato in tempo alla stazione, mentre io e il gentile amico che mi ha accompagnato ridevamo fino alle lacrime per esserci trovati dentro una specie di storiella di Gino Bramieri. Perciò adesso scrivo che anche De Benellis arrivò in tempo alla Sta… alla Sta… zione e prese il tr… il tr…
    La Convention, intanto, proseguiva con grande afflusso di pubblico: il programma era infatti ricchissimo, e vi furono incontri con almeno una dozzina di attori, sceneggiatori, registi di Star Trek. Non tutti avevano lo stesso seguito, si andava dal pienone in sala per il secondo incontro con la Nichols e la Crosby, alla sala semi-vuota per colui che aveva interpretato il quarto klingon da sinistra durante una gara di corsa nei sacchi tra l'Impero Klingon e la Federazione nel primo film di Star Trek, scena tra l'altro mai vista al cinema perché, si diceva, era stata tagliata in fase di montaggio, e non era neanche stata recuperata nei contenuti speciali del DVD Special Edition.
     Un altro attore, l'interprete di un andoriano in un episodio della Serie Classica, aveva un banchetto dove vendeva le sue foto e rilasciava autografi. Il primo giorno non ebbe nessun acquirente, e il giorno successivo abbassò il prezzo da 20 a 10 euro. Lo sconto non ebbe nessun effetto, il terzo giorno le foto erano a 5 euro e l'attore ti cantava pure una canzone del repertorio di Bing Crosby, e fu così che ne vendette una a Nelly.

     La Convention si concluse alla grande, con una festa al ristorante del Centro Congressi, tra liquori, spumante, deliziosi manicaretti, commoventi discorsi di ringraziamento. E tutti in coro cantarono il famoso "canone" che chiudeva il quinto film di Star Trek:

"Row, row, row your boat
 Gently down the stream.
 Merrily, merrily, merrily, merrily,
 Life is but a dream…" .

Dagli occhi lucidi di Pagnetti scese una lacrima.
 "Il dente, vero? Ti fa molto male?" gli chiese Patagotti.
 "Il dente? Non mi fa male più, il dente."

     Pagnetti e Frenacci, dopo un viaggio senza problemi, erano davanti alla porta di casa Pagnetti.
 "Guido, non farti sfuggire una parola. Ti faccio nero, se tradisci. Anzi, peggio. Dirò a tua moglie che hai fumato il sigaro. So che lei odia che tu fumi i sigari".
 "Ricatti un amico, un compagno di avventure?".
 "Chiamala un'assicurazione".
 Al di là dell'uscio li attendevano le loro due consorti:
 "Vanna, vediamo un po' adesso come ci racconteranno, quei due, i loro giorni alle Terme di Montecatini"
 "Cerchiamo di agire astutamente, facciamoli parlare".
 "E dopo?"
 "Li sistemeremo per le feste, i due…bah… trekker!"
 Aprirono la porta, i loro mariti apparivano sorridenti e sereni, vi furono abbracci e baci di benvenuto.
 "A Montecatini il tempo era magnifico" disse Pagnetti.
 "E il cibo ottimo!" aggiunse Frenacci.
 "Mi ha fatto proprio bene!" soggiunse Pagnetti.
 "Anche a me serviva qualche giorno alle Terme, sapete?" disse Frenacci.
 "Che c'è di nuovo?" chiese Guido Pagnetti.
 "C'è di nuovo che a Montecatini non ci siete stati, secondo me. Non è che siete andati in Romagna, invece, alla Convention di Star Trek?".
 "Ma che dici, cara?" disse Guido, cercando di dominare la paura "Avevo bisogno di cure termali, e Montecatini era quello che ci voleva, il tempo era magnifico, il cibo ottimo…"
 "E l'albergo? Dille dell'albergo" volle aggiungere Frenacci "Uno dei più belli di Montecatini…".
 "Hai sentito, Teresa? Sono due bugiardi. Bugiardi e uguali, come due piselli in un guscio". "Baccello!" corresse Frenacci "Due piselli in un baccello!".
 "Giuseppe! Guardami negli occhi!" disse Vanna "Devi essere sincero. Più di quanto tu non lo sia stato finora. Mi hai detto tutta la verità?
 "Ma che vuol dire? Credi che ti stia mentendo? Ma è ridicolo, assurdo!"
 "Una sciocchezza madornale!" sottolineò Frenacci.
 "Proprio madornale!" aggiunse Pagnetti "Non racconto bugie, io, e questa sarebbe insensata! Non è vero, Guido?"
 "Certamente, Giuseppe!" gli rispose l'amico, con un sorriso da persona convinta di quello che sta dicendo.
 "Guido mio" disse Teresa "Una confessione fa bene all'anima. Il tuo amico ha detto la verità?"
 Guido non reggeva lo sguardo indagatore di Teresa. Cedette subito:
 "No! No! Siamo stati alla Convention Trek, non siamo andati a Montecatini! Mi ha detto di dire che andavamo alle Terme, ma non ci siamo andati!"
 "Vieni a casa, Guido, andiamo!"
 "Oh, no!" Guido tremava, era rosso in faccia "adesso mi ammazza! Chiamate le pompe funebri!".

     Guido e Teresa erano andati via. Giuseppe non sapeva come rompere il silenzio che si era creato. Poi, con il più dolce dei suoi sorrisi, disse alla moglie:
 "Che ne diresti di un viaggio in montagna?".
 In casa non restò neanche un piatto o una tazzina intera.
 Furono scaraventati addosso a Pagnetti, tutti, dalla moglie infuriata.

     Frenacci era sdraiato davanti al televisore. Accanto aveva un long drink al pompelmo servitogli dalla moglie, una scatola di cioccolatini, una fetta di torta. Fumava un sigaro.
 "Vedi, Guido?" gli diceva la moglie, con tenerezza "La sincerità è la miglior virtù".
 Si sentivano provenire terribili rumori dall'appartamento accanto, stoviglie che volavano e si fracassavano addosso ai muri, ai mobili, a Pagnetti. Poi il silenzio che segnava il già citato esaurimento di piatti e tazzine.
     Frenacci andò a trovare l'amico. La porta era aperta. Trovò Giuseppe seduto per terra, tra cocci vari. Aveva una pentola in testa, usata come casco per proteggersi dalle stoviglie volanti.
 Si fissarono in silenzio.
 "Che ti ha detto tua moglie?" chiese Pagnetti.
 "Ha detto che la sincerità è la miglior virtù". Si girò per andar via, beccandosi in pieno sulla schiena la pentola-casco.

     "Spazio, ultima frontiera, questi sono i viaggi della U.S.S. Festival. La sua missione è quella di esplorare gli strani, nuovi mondi di Star Trek, e le magnifiche storie che narrano di nuove forme di vita e di nuove civiltà, per arrivare là dove nessuno è mai giunto tragicomicamente prima".




lunedì 20 aprile 2020

VADO AL MASSIMO

    Questo racconto, che riprende i personaggi di "Tutti da Ciro sabato sera" , narra le vicende dei nostri eroi, il gruppo "U.S.S. Festival", prima e durante la storica convention di Bellaria che vide come ospite d'onore Leonard Nimoy, il leggendario interprete di Spock, l'iconico personaggio della serie Star Trek. La prima parte del racconto di questa pagina fu pubblicata nel numero dello Star Trek Italia Magazine prima della convention, la seconda parte la scrissi a convention conclusa.
    Per quell'anno volli raccontarla attraverso gli occhi di quei personaggi immaginari, mi sembrò divertente utilizzarli ancora, e tornarono anche nell'episodio "Due piselli in un baccello"  .
    Il fatto che nel racconto si accenni più volte al fatto che Nimoy aveva smesso di interpretare Spock è dovuto al fatto che a quel tempo non potevo sapere che sarebbe tornato a interpretarlo in altri straordinari film.

VADO AL MASSIMO

PRIMA PARTE
(Star Trek Italia Magazine, Anno IV n.4, maggio 2002)

"Non immaginavo che potessimo approvare all'unanimità una mozione in pochi secondi, vedo che questa riunione inizia bene" disse Giuseppe Pagnetti, alias Capitan Pincus.
 Guido Frenacci, altrimenti detto "Tenente Florence" aggiunse:
 "Che ne direste di aggiungere un solenne giuramento?"
 "Okay okay, alziamoci in piedi".
 Pincus assunse un'aria solenne:
 "Noi, equipaggio della Nave Stellare U.S.S. Festival, riuniti in seduta straordinaria presso l'abitazione civile di Pierpaolo Patagotti detto '4 di 6', giuriamo solennemente che non faremo più riunioni in pizzeria".
 Un coro unanime urlò:
 "Lo giuro!"
 "Suggerirei di mettere per iscritto e firmare tutti" soggiunse Marco Tartufi detto "Sbarak".

     La serata alla pizzeria "Da Ciro" quel maledetto sabato sera era stata un bel disastrino, perciò la combriccola della "U.S.S. Festival", immaginaria astronave ma in realtà gruppo di appassionati di Star Trek appartenenti alla stessa zona geografica, si era stavolta riunita a casa di un fan, per discutere dell'importante avvenimento che avrebbe coinvolto i trekkers italiani come mai prima era accaduto: a giorni si sarebbero aperte le porte di un Centro Congressi sull'Adriatico per ospitare la Convention di Star Trek che avrebbe avuto come ospite d'onore nientemeno che Leonard Nimoy, l'attore che interpreta Spock, il personaggio-simbolo di Star Trek. Nessun fan sarebbe voluto mancare per nulla al mondo. Forse.

 "Io non verrò, carissimi" disse Marco "Non mi va di andare a una manifestazione dove un attore viene pagato per vendere sue foto autografate, sono estremamente indignato, ma vi rendete conto? Fanno Star Trek per danaro, parlano di Star Trek per soldi, come potete accettare questo?"
 "Accettare cosa? Che Star Trek venga fatto coi soldi? Che sia un prodotto messo in vendita?" chiese Pincus.
 "Star Trek appartiene a tutti..."
 "Hai fumato pesante? Star Trek appartiene alla Paramount, lo fa e lo vende. L'hai scoperto adesso? Non siamo un gruppo che ha un hobby gratuito, non ci riuniamo per fare passeggiate all'aria aperta, i trekkers sono fruitori di un prodotto commerciale, mi sento scemo a doverti ricordare certe cose..."
 "Non ho intenzione di fare dei sacrifici economici per chi vuole trasformare in una cosa commerciale qualcosa che dovrebbe essere donato al popolo, Star Trek è poesia, è avventura, non gadget e poltrone a pagamento..."
 "Ma i libri, il cinema, la discoteca, non le paghi? E perché vorresti invece Star Trek gratis?"
"Costa troppo".
 "Una cosa è certa. Fumi pesante, ma hai qualcuno che ti regala l'erba".

     Claudia Denippi (Tenente Comandante Subak) intervenne nella discussione:
 "Io ci tengo e andrò. Non ho mai tenuto tanto come stavolta a fare una cosa, se le Convention non ti piacciono o non riesci a trovare i soldi non blaterare questioni di principio. Per prenotarmi alla convention ho venduto la mia collezione di 'Lupo Alberto', ho rinunciato a comprarmi il CD dei Back Street Boys, mi faccio i capelli da sola, indosso i vestiti dell'anno scorso, niente cinema, niente libri, ma parteciperò a una festa straordinaria....".

    Suonò il citofono. Patagotti andò a rispondere.
 "Sta salendo Nelly. Porto il cane sul balcone".
 "Nelly è allergica ai cani?" chiese Romano "Breil" Giovannitti.
 "No, è il mio cane che l'ultima volta che l' ha vista non ha voluto mangiare per due giorni".
 "In effetti..." chiese Breil "ma è vero che andrà alla Convention vestita da bajoriana?"
 "Non potrebbe vestirsi da Horta o, meglio ancora, da Morn? Potrebbe solo migliorare" disse Frenacci.
 "Buonaseeeeeeeraaaaaa.... Scusate il ritardo..."
 Con la sua voce da scoiattolo con la sinusite che mastica un limone Nelly (Germana Castelpogni) fece il suo ingresso:
 "Ho fatto tardi dall'estetista..."
 "Un'eternità dall'estetista basterebbe?" avrebbero voluto dire tutti, ma tacquero.

 "Stavamo già parlando della Convention, Nelly", disse Remus "Io vado solo un giorno, domenica. Non mi danno ferie. E vado in treno. Avrei un passaggio in macchina, ma rinuncio, mi è bastato l'anno scorso… con la macchina di Feroccio, e l'equipaggio della U.S.S. Attilio Regolo…"
 "Non nominarli,a casa mia, caspiterazzo, ho pure nonna che non sta bene, disgraziato, i più colossali portasfiga del Fandom Trek mondiale…" esclamò Patagotti.
 "E mica lo sapevo, allora… poffarbazzo! Una vita con un sogno, poter conoscere di persona Marina Sirtis, mesi a fare i salti mortali con il lavoro e gli altri impegni, per non potere mancare all'incontro con la mia attrice preferita… e non arrivammo mai: durante il viaggio una macchina davanti alla nostra perde per strada la marmitta, che fa un volo e ci va a fracassare il radiatore e un po' di altre parti dell'auto, un viaggio cominciato già male, con uno che aveva la diarrea e ci siam dovuti fermare a tutti gli autogrill e pure a qualche albero, e poi la grandine…"
 "Grandine? Ma se ero in un'altra macchina lo stesso giorno sullo stesso itinerario, quale grandine?" chiese Claudia.
 "Noi avevamo la grandine. Vado in treno, quest'anno. Da solo".

     Armandini cercò di fugare quelle brutte immagini con un intervento positivo:
 "Ho risparmiato tutto l'anno, mi faccio tutta la Convention. Non faccio una vacanza da due anni, e me la merito, dopo tanto lavoro. E così potrò conoscere, incontrare Milikia… "
 "Milikia?" fecero in coro Pincus, Breil e Nelly".
 "Milikia è una trekker che abita dall'altra parte d'Italia, l'ho conosciuta via Internet, in un gruppo di discussione… è una fan di Deep Space Nine, non l'ho mai incontrata di persona, ma ci scriviamo lettere bellissime…"
 "Com'è?" chiese Frenacci "Hai una foto?"
 "Yes, è una favola. Sentite questa lettera:
 'CARO FULVIO, NON VEDO L'ORA DI POTERTI INCONTRARE DI PERSONA, POTER INTRECCIARE I NOSTRI TENTACOLI, INTERFACCIARE LE NOSTRE PORTE PARALLELE, TRASMETTERCI I NOSTRI FLUIDI GENETRONICI…'
 "Basta, gioia! Non vorrai mica farci leggere per intero una calda lettera personale…" lo interruppe Frenacci "…ma la foto ce l'hai qui?"
 "Eccola, me l'ha mandata con una mail e l'ho stampata…"
 "Wow! La lettera fa vomitare ma lei è proprio… è proprio…"
 "É proprio Vanessa Incontrada, l'attrice dello spot dei telefonini…"
 "Ah, sì, ho sempre notato anch'io una certa somiglianza…"
 "Non è una certa somiglianza, questa Millinchia…"
 "Milikia! Ma il suo vero nome è Guglielma…"
"Guglielma ti ha mandato una foto di Vanessa Incontrada, mica una foto sua, preparati a una certa delusione…".

 "Nelly, ma il tuo estetista riuscirebbe a farmi delle orecchie a punta?"
 "Il mio estetista non camuffa nessuno, è un estetista, non un truccatore, Pierpaolo…"
 "lo sappiamo, lo sappiamo…" disse Frenacci.

     Intervenne Claudia:
 "Sentite, sono due anni che impazzisco per poter fare un costume da Lwaxana Troi, ma lo sapete che non esiste una foto a figura intera della Figlia della Quinta Casa, detentrice del Sacro Calice di Riix, erede del Sacro Anello di Betazed? E se anche fossero mai esistite, sono state fatte sparire dalla rete e dalle riviste, e con un unico scopo: far dispetto a me. Ma oramai è fatta, sono quasi riuscita a ricostruire il modello, a partire da ritagli presi da diverse inquadrature…"
 "A-HA!" sbottò Patagotti "Sei stata tu allora a ritagliare la mia rivista americana, sono mesi che mi chiedevo chi fosse stato, potevi chiedermi il permesso… ora me la paghi, fanno 8 Euro, please!"
 "Come te la pago? Risparmio da anni per la Convention e ti dovrei dare i soldi adesso? Patagottuccino, dai, non puoi chiedermi questo… senti… secondo te dovrei mettere una parrucca come la Barrett o mi faccio fare una permanente?"
 "Mai più… mai più ti presterò niente, Claudia, restituiscimi anche le cassette, o hai ritagliato anche quelle?"

     Pincus cercò di riportare la discussione su livelli di serenità:
 "Allora, amici, mancano pochissimi giorni, tra poco saremo tutti…"
 "Io non vengo, ho già detto…" disse Marco "Spock è dentro di me, non ho bisogno di spendere cento Euro tra viaggio e biglietto per andarlo a vedere…".
 "Okay, è dentro di te, ma noi lo vogliamo vedere anche fuori, dicevo… saremo tutti… okay… quasi tutti… alla Convention e molti di noi faranno sacrifici economici e un lungo viaggio per partecipare. Io, finalmente, dopo anni che vado alle Convention di Star Trek, posso finalmente dire ai colleghi che 'vado a vedere Spock'. Tutti conoscono il tipo con le orecchie a punta, e ogni volta che in futuro qualcuno alluderà ai trekker in mia presenza, ricordando quella figura che è impressa praticamente in ogni persona che abbia un televisore, io potrò dire che conosciuto Spock di persona…".
 "Vai in macchina?" chiese Nelly.
 "Piena, è piena. Siamo già in tre".
 "Come facevi a sapere che sto cercando un passaggio? Ma come fai a dire che è piena se siete in tre?"
 "C'è il materiale…"
 "Che materiale?"
 "Il… il.. materiale…"
Frenacci giunse in soccorso di Pincus, era senza dubbio più bravo a mentire: "stiamo preparando una vendita di beneficenza… vecchi libri… vecchie cassette… giornalini di Star Trek… abbiamo moooolto materiale da caricare…".

    Pagnetti riprese:
 "Riassumendo… tu vai in treno… noi tre in auto… tu non vieni… Claudia e Nelly in treno… Okay, ragazzi, , possiamo pure mangiare, adesso. Che ci hai preparato, Patagotti?".
 "Non dovevate portare qualcosa voi?"
 "Noi?"
 "Beh… poco male, possiamo telefonare per farci portare le pizze…"
 "Io vado".
 "Anch'io".
 "Vado via, anch'io, è tardi".
 "Ciao, noi andiamo. Ci si vede tra pochi giorni in riviera".

SECONDA PARTE
(Star Trek Italia Magazine, Anno IV, n.5, giugno 2002)

Giovedì
    Guido Frenacci, detto “Tenente Florence”, Fulvio Armandini detto “Gul Pufaz”, Giuseppe Pagnetti detto “Capitan Pincus”. Il loro viaggio in auto verso la riviera romagnola, per partecipare alla Convention dei Fans di Star Trek, si era concluso. Certo, si era perso tempo perché poche centinaia di metri avanti a loro un camion carico di sfogliatine di patata aveva avuto uno scontro con un furgone di candeline a forma di angioletto, non c’erano feriti gravi, ma ci volevano dei testimoni, e vai a spiegare alla Polizia Stradale che le macchie da Trill sul collo non sono una rara malattia contagiosa, e che indossare la divisa della Flotta Stellare non è necessariamente come aderire a misteriose associazioni probabilmente eversive, e che i modellini di phaser non sono pericolosi prototipi di armi…
    Ma riuscirono a giungere al Centro Congressi poco dopo che aveva aperto i battenti, e dopo aver fatto la fila per ritirare i pass erano dentro le sale. Queste erano allestite con striscioni, stendardi e sagome che illustravano la loro saga preferita, che per questa occasione riuniva appassionati provenienti da tutta Italia, e, questa volta, anche da altre parti del mondo. E tutto ciò avveniva a causa dell’importanza del principale ospite d’onore, il popolare Leonard Nimoy, l’attore che interpretò per decenni il personaggio di Spock.
    Frenacci, Armandini e Pagnetti andarono subito a prendere i posti che erano stati loro assegnati,
Morn
per assistere alla proiezione del telefilm “Broken Bow”, primo episodio della serie “Enterprise”.              Notarono subito che accanto a loro vi era seduto un tipo vestito da Morn, gran bel travestimento, ma a tutti parve un po’ strano: la sfilata di costumi Trek non sarebbe stata due giorni dopo?

“Vengo col treno, stavolta”.
Visto che l’anno prima il suo itinerario verso la felicità di poter partecipare alla Convention Trek con Marina Sirtis era stato interrotto da una marmitta fracassata contro un radiatore, Gianfranco De Benellis detto “Tenente Remus” aveva comunicato a tutti che sarebbe andato in treno.
 Ma pensò di poter fare di meglio.
 Orario ferroviario alla mano, stabilì che avrebbe fatto il viaggio in auto, ma con un margine di tempo sufficiente a raggiungere una stazione ferroviaria.
PIANO A: viaggio in auto, da solo. Niente compagni di viaggio, il viaggio con il gruppo “U.S.S. Attilio Regolo” era stato una collezione di eventi sfigati, come era capace solo la compagnia dei più colossali portarogne del fandom trek mondiale.
PIANO B: Treno. Si era segnato tutti gli orari da tutte le stazioni. Rodi, Lesina, Campomarino, Termoli, Vasto, San Vito, Ortona, Pescara, Roseto degli Abruzzi, Giulianova, Tortoreto, Porto D’Ascoli, San Benedetto del Tronto…
PIANO C: In caso di sciopero dei treni a gatto selvaggio. Ubicazioni e indirizzi di noleggiatori di automobili, tutti segnati. E aveva con sé 700 Euro in contanti, tre carte di credito, il bancomat.
 E un ferro di cavallo, un corno rosso, due teste d’aglio, un ciondolo raffigurante da un lato un quadrifoglio e dall’altro Padre Pio, fatto su ordinazione.
 Olio, freni, acqua, gomme: tutto controllato il giorno prima.
 Pieno di benzina.
 Si fermò a un Autogrill. Era in forte anticipo e aveva fame. Niente trancio di pizza. Stava addentando il suo Camogli, ma si sentì chiamare.
“Uheilà…! Remus! Vai alla Convention anche tu? Ti ricordi di me? Sono Cocksplit, il timoniere della U.S.S. Attilio Regolo…”. Gli si fermò in gola il boccone del noto panino che portava il nome di una ridente cittadina ligure. Sentì il sapore del formaggio mischiarsi a quello del sangue che gli andava alla testa. Un sorso di Coca Cola gli evitò di soffocare.
 Salutò con un cenno, simulò fretta.
 Si diresse alla sua auto.
 L’automobile.
 Non c’era più.
 Rubata.

 Mentre sullo schermo della grande sala scorrevano le immagini del Capitano Archer e di Hoshi Sato, Ufficiale addetto alle comunicazioni della Enterprise NX-01, Armandini chiese a “Pincus” Pagnetti:
“Ma questo si fa tutta la Convention vestito da Morn? Non ha caldo, non soffoca?”
 “Me lo chiedo anch’io”
 “Contento lui…”
Ebbero la netta impressione che dalla carcassa raffigurante Morn uscisse un breve lamento…
 “Son contento di essere alla convention, davvero!” disse Frenacci.
“Peccato che Marco ‘Sbarak’ non sia voluto venire, perché preferiva avere Spock dentro di sé che pagare per vedere Nimoy…”
 “Già, peccato, secondo me si sarebbe divertito…”
Altro breve lamento. Forse era un rumore del film. O veniva proprio dallo pseudo-Morn.
“E Milinchia? La tua amica uguale uguale a Vanessa Incontrada che hai conosciuto su Internet?”
 “Milikia!” Esclamò Armandini, e i signori seduti davanti a lui gli fecero segno di abbassare la voce, va bene i sottotitoli ma non si viene a vedere un film per chiacchierare…
 “Milikia arriva domani… non vedo l’ora di vederla di persona, finalmente…”

 “Niente cani in questo albergo, signorina Denippi…”
 “Io e la mia amica Nelly… cioè… Germana, non abbiamo cani…”
 “Ah… la sua amica Germana… ehm… stanza 518”.

“Calmo. Devo stare calmo. Ho una buona assicurazione, la denuncia per il furto dell’auto l’ho fatta. Il taxi per la stazione non è costato molto. Il treno arriva tra poco. Binario UNO. Ma quello non è … No! Feroccio della Attilio Regolo! Ma è una persecuzione!”.
Gianfranco afferrò con una mano contemporaneamente il ferro di cavallo, il corno e il ciondolo mistico-scaramantico…
 “Il treno! Eccolo! Salgo!”
Trovò un posto a sedere.
“Che fortuna! Vicino al finestrino! Stavolta la sfiga non mi ha colpito!”
Si impose di rilassarsi. Chiuse gli occhi. Dopo un po’ si appisolò.
 Tutto pareva andare secondo il Piano B.
 Se non fosse che anziché il treno che andava a Nord aveva preso l’Eurostar sbagliato, quello per Lecce.

     Pagnetti, Frenacci e Armandini, uscendo dalla sala dove era stato proiettato “Broken Bow”, incontrarono Patagotti Pierpaolo detto “4 di 6”, che, come loro, faceva parte del gruppo della Nave “U.S.S. Festival”.
“Pierpaolo! Come va?” chiese Armandini.
“Benissimo, son stato giù, alla ‘Passeggiata’, dove si fanno acquisti…”
 “Che hai comprato?”
 “Cards”
 “Quanto?”
 “490 Euro”
 “Hai comprato 490 Euro di Cards?”
 “Beh… Mi mancavano… la più costosa è stata l’espansione su DS9 con alcuni pezzi rarissimi…”
 “DS9? Ma non dicevi che i telefilm di DS9 non li vedevi?”
 “E’ vero! Ma che c’entra?”

Claudia e Nelly erano al bar della Convention.
“Una domanda a Nimoy la voglio fare…” disse Nelly “Che uomo affascinante…”
 “Che vuoi chiedergli?”
 “Qual è la sua serie preferita di Star Trek?”
 “Tu credi che Nimoy veda Star Trek?”
 “E certo! Mica è uno qualsiasi! Fa Spock, vede Star Trek!”
 “Uno: FACEVA Spock. Due: Un attore è un attore, un trekker è un trekker…”
 “Ma no! Lui di sicuro conosce tutto Star Trek meglio di chiunque, ma sei scema?”
 “Io no”.
Un signore in fondo alla sala del bar sorrise a Claudia e le fece un cenno come per chiederle di parlare con lei.
“Scusa un attimo, Nelly… devo salutare una persona…”
Si avvicinò allo sconosciuto. Si presentarono.
“Scusa se ti ho chiamato… ma avevo una curiosità… ho fatto una scommessa con alcuni amici… la tua amica da che tipo di alieno è truccata? Un Horta? Un 8742?”
 “ No, non è truccata, è così ‘de natura’…”

Venerdì
 Stazione di Lecce.
 Gianfranco cercava di farsi coraggio. Dopotutto aveva perso solo un giorno di Convention e Spock sarebbe arrivato solo l’indomani.
 PIANO C.
“Devo cercare un autonoleggio…”
Ne trovò uno a pochi passi dalla stazione.
 Noleggiò una Punto.
     Al primo semaforo vide che da una macchina accanto alla sua alcune persone lo salutavano sorridendo. Erano in quattro. Tutti della U.S.S. Attilio Regolo.
     Scattò il verde. Al diavolo Spock, la Convention, Star Trek. Gli andò deliberatamente addosso con la macchina. Li scaraventò sulla fontana della piazza. Andò subito a costituirsi.

    Giunti di mattina alla Convention, “Pincus” Pagnetti e “Florence” Frenacci non riuscivano a scorgere Armandini “Pufaz”. Si era alzato presto ed era uscito dalla camera di buon mattino, quando gli altri due erano ancora a letto. Si aspettavano di trovarlo al Centro Congressi. E invece no.
“Sarà andato da Milinchia”
 “Mirlinchia…”
 “Millicchia…”
"Sarà andato con quella lì. Chissà com’è…”
 “Di sicuro non è la sosia di Vanessa Incontrada, è una che ha spedito una foto della presentatrice e lui l’ha bevuta, vuoi che una così vada a rimorchiare su Internet?”
    Nessuna traccia di Armandini. In compenso, mentre giravano per le varie sale per cercarlo, si trovavano sempre accanto il misterioso tipo in costume da Morn. Tentarono più volte di far conversazione con lui. Ma il tipo non rispondeva, faceva il gesto di allargare le braccia e taceva. Un Morn perfetto, non c’è che dire.

    In Sala “Passeggiata”, dove vi erano i vari banchi vendita, Patagotti stava trattando con un americano per l’acquisto di una Card rarissima: la pregiata Gold Pi-Card, con il noto capitano in alta uniforme. Pincus e Florence lo videro cacciare un urlo di felicità quando se la mise in tasca. Altrettanto contento sembrava l’americano mentre intascava le chiavi dell’ Alfa 156 di Patagotti.

   Claudia “Subak” Denippi si trovava da sola. Nelly aveva fatto amicizia con un trekker non vedente e si trovavano a conversare su un divano. L’indomani ci sarebbe stata la sfilata di costumi e Claudia aveva il suo bel vestito da Lwaxana… anni di ricerche per farlo perfetto…

    Il trekker non vedente, dopo un po’ che conversava con Nelly non ne poteva più, la frase di Nelly “Chiederò a Nimoy se parteciperà ai telefilm di Enterprise” fu proprio troppo, si allontanò con la prima scusa che gli veniva in mente: “Ho un appuntamento in sala computer. Ho sfidato un amico a battermi al videogioco Elite Force”.

    La giornata proseguì tra visioni di telefilm, conferenze, giochi, incontri con sceneggiatori.
 A sera rividero Armandini. Era ubriaco fradicio. Seduto sui gradini del Centro Congressi con una bottiglia di Amaro Lucano in mano, quasi vuota.
 Pincus e Florence lo portarono a braccia fino all’albergo, commentando la sua probabile delusione dell’incontro con Mirlicchia o come cavolo si chiamava.
 Fulvio diceva ogni tanto: “lei è…” ma non finiva la frase. Ogni tanto si fermava per vomitare.

Sabato
     Venne il giorno di Spock.
 Una fila incredibile di appassionati attendeva di entrare al Centro Congressi. Un migliaio di persone, forse di più.

     Mentre Patagotti mostrava a un collezionista americano di Cards le foto della sua casa al mare e pure quelle di sua sorella, mentre Frenacci e Pagnetti si aggiravano per la mostra di oggetti Trek (saponette, astronavi, scacchi tridimensionali…), Armandini era sparito di nuovo. Si erano svegliati e non c’era più.
“E se ha fatto qualche sciocchezza? Oggi c’è Nimoy e lui dov’è?”
 “Sarà con Merlicchia! Milischia… Con quella lì!”
 “Ma se era disperato, ieri sera, era in crisi totale. Un quasi astemio che si scola una bottiglia di Lucano intera! Chissà che delusione deve esser stata questa Malischia… Melinchia… per turbarlo tanto…”
Dietro di loro il tipo vestito da Morn pareva origliare i loro discorsi.

    Alle 14 e 30 apparve di fronte a un pubblico numerosissimo il mito di Star Trek: Leonard Nimoy . Avrebbe risposto alle domande del pubblico. La sedia di Nelly però era vuota. aveva manifestato a qualcuno della “Sicurezza” la sua intenzione di chiedere a Nimoy se seguiva oltre che Star Trek anche il telefilm “Roswell”, se secondo lui era più bella Uhura o la Chapel, e se Shatner portava davvero il parrucchino, e qualcuno la aveva “inavvertitamente” chiusa a chiave in uno dei bagni del piano di sotto, dove nessuno la poteva sentire urlare.
     L’incontro con Nimoy fu emozionante, entusiasmante, commovente. Un grande uomo noto, anche al di fuori del fandom Trek, per un grande personaggio alieno. Fu il momento “Top” della storia dei trekkers italiani.

     A sera la sfilata dei costumi.
 C’erano tre Lwaxana Troi, oltre a Claudia. Con i vestiti uguali uguali a quello di Claudia. Salì sul palco anche lei per la sfilata, ma tutti si accorsero che piangeva.
 Vinse una coppia di “romulani”, “Morn” arrivò secondo.

 La U.S.S. Festival si riunì all’uscita della festa dei costumi Trek.
 Si recarono tutti insieme a una birreria vicino al Centro Congressi.
     Nelly era imbestialita per l’ “incidente” dell’esser rimasta chiusa in bagno durante il momento dell’ospite d’onore, Claudia singhiozzava ancora per la storia del costume di Lwaxana, Patagotti parlava al telefonino con la mamma comunicandole la brutta notizia che non avrebbero potuto stare alla loro casa al mare per questa estate, e la bella notizia che sua sorella aveva vinto un viaggio negli Stati Uniti d’America, Frenacci rimirava la sua foto autografata di Nimoy, Pagnetti chiese:
“Notizie di Gianfranco De Benellis? Non doveva venire in treno per evitare il viaggio in macchina con quelli della U.S.S. …”
 “Non nominarli!” fecero in coro tutti.
     Giunti in birreria,videro il loro amico Armandini seduto da solo a un tavolo. Anche stasera sbronzo marcio. Davanti a lui bicchieri che avevano contenuto di tutto: birra, vodka, gin, grappa.            Aveva un’aria pessima ed era abbracciato a una bottiglia di Amaretto di Saronno.
 Si sedettero al suo tavolo, ma non riuscirono a farsi spiegare nulla. Ogni tanto mormorava, con aria tormentata: “Lei è…”

Domenica
     Ultimo giorno di Convention.
 La U.S.S. Festival si recò “quasi” al completo alla riunione delle “Navi” del Club Italiano dei Trekkers. Anche oggi Fulvio Armandini era sparito di mattina presto.
     Non c’era neanche Patagotti, era stato trattenuto dalla Polizia per tentativo di scasso di un BancoMat.
     Fu una simpatica riunione, tranne quando il poster di Spock si staccò dal muro e cadde anche lo stendardo della Federazione Unita dei Pianeti, proprio nel momento in cui erano entrati in sala i componenti della U. S. S. Attilio Regolo.

     I nostri eroi della U.S. S. Festival pranzarono a un ristorante sul mare. Nessuno ordinò pizza.
    Tutti quei fedeli lettori che hanno letto della riunione in pizzeria della Nave Festival, nel racconto “Tutti da Ciro sabato sera”   , sanno perché.
     Nel pomeriggio Nimoy incontrò nuovamente il suo pubblico. Si era saputo che non avrebbe risposto alle domande, ma che avrebbe parlato lui solo, perciò Nelly poté vederlo senza che nessuno dovesse prendere precauzioni.

     Fu alla “Cena di gala” che, con grande sorpresa, rividero Fulvio Armandini. Era seduto a un tavolo, elegantissimo, radioso, in compagnia di una splendida donna. Uguale uguale a Vanessa Incontrada.
“Ma allora era vero!” esclamò Pincus “Ma perché si disperava? Perché tormentarsi quando si conosce un tocco di figliola di questo genere? E bravo Armandini!”
    Si avvicinarono al suo tavolo e si presentarono alla bellissima, che sussurrò tutte le volte con un filo di voce il nome con il quale Fulvio l’aveva conosciuta in una chat: “Milikia!”.
Armandini fece cenno a Frenacci e Pagnetti che voleva parlar loro in disparte.
“Non torno con voi, domani. Resto con Milikia, per sempre. Abita qui in Romagna, non ci lasceremo mai più!”
 “E’ una cosa seria allora!” disse Frenacci “Ma perché tutte quelle sbronze disperate? Diceva di non amarti?”
 “No, no, mi ama, mi ha sempre detto che mi ama… ma una cosa mi tormentava… adesso però non più…”
 “Cosa?” chiese Pagnetti.
“Non si chiama Milikia…”
 “Lo so, ce l’hai detto l’altra volta a casa di Patagotti. Si chiama Guglielma, lo ricordo bene, almeno il nome vero…”
 “Non Guglielma. Ho scoperto che è… Guglielmo”
 “GU… GULP!”
 “Guglielmo”
 “E come mai sembra un’attrice della TV?”
 “Miracoli del ventunesimo secolo”
 “E tu? Vuoi andare a vivere con un… Guglielmo?”
 “Nessuno è perfetto”.

    La cerimonia di chiusura della Convention fu commovente e allegra al tempo stesso. Il tipo travestito da Morn era sempre seduto accanto a Pagnetti, Frenacci e Armandini, che aveva anche trovato un posto libero accanto al suo, per Milikia. Si tenevano per mano e si guardavano negli occhi con passione.

    Uscendo dal Centro Congressi Pagnetti trovò un portafogli per terra. C’erano soldi, e una patente. Nome: Marco Tartufi.
“Sbarak? Ma non era qui! Aveva detto che non veniva e non è venuto… ricordate le sue parole? …’Non ho intenzione di fare dei sacrifici economici per chi vuole trasformare in una cosa commerciale qualcosa che dovrebbe essere donato al popolo, Star Trek è poesia, è avventura, non gadget e poltrone a pagamento...’ …”
 “E allora?” domandò Claudia.
 Si guardarono negli occhi in silenzio per trenta lunghissimi secondi.
 Poi, in coro, dissero tutti: “Morn!”
Risero per tutta la notte.
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I nostri eroi torneranno in "Due piselli in un baccello"