domenica 3 maggio 2020

GENERESCIONS

    Ripropongo su queste mie pagine la trasposizione in rima della trama del film "Generazioni". Il testo venne pubblicato agli inizi del millennio su Inside Star Trek Magazine, dopo le varie puntate della guida parodistica a "Star Trek The Next Generation" ENTERPRAIS D  ( che trovate QUI ) .
    Il film è raccontato in rima alternata scena per scena, senza saltare nulla.
    Se cercate la trama su Internet, ad esempio su Wikipedia qui , troverete sinossi varie, ma non con tutte le scene.
    E non avevo neppure una trascrizione dei dialoghi del film, scrissi questa follia guardando e riguardando la registrazione del film scena per scena, cercando il più possibile di evitare licenze poetiche e imprecisioni sulla trama.
    Nonostante la ripetuta visione del film necessaria alla composizione del "poema", rivedo ancora ogni tanto il film con estremo piacere, perché è una bellissima opera, una storia avvincente e con grandi significati. Il coraggio, l'amicizia, il dolore, la ricerca continua che le persone intelligenti vivono come una esigenza.
    Quando dicevo ad Alberto Lisiero, che curava la rivista, che stavo preparando questa cosa, mi chiedeva "Ma quando la terminerai?", e io qualche volta ho pensato che non l'avrei mai portata a termine. Ma mi ero dato questa sfida, una sfida come quella narrata in

GENERESCIONS
Della nave che, ammiraglia,
della astral Federazione,
per sett’anni, non si sbaglia,
impazzò in televisione,
narreremo l’avventura
(il Picard non sta mai fermo)
di quel dì che, a curvatura,
approdò sul grande schermo.
E la storia inizia quando
il Picard non era nato,
nello spazio stan varando
un vascello che è antenato
della nave nota come
l’Enterprise – lettera D,
questa ha sì la stesso nome,
ma la lettera è la B.
E nel viaggio inaugurale
sono ospiti d’onore
tre leggende niente male,
che vediamo con stupore:
son famosi, sono fieri,
sono tre celebrità,
e non sono i moschettieri
e neppure Qui Quo Qua,
ma il glorioso capitano
Kirk, insieme all’ingegnere
Scotty, e Chekov l’uraliano ,
sono proprio un bel vedere!
Il novello comandante
Harriman, che si rammenta
che quand’era ancora infante
Kirk ne aveva, di anni, trenta,
chiederà con insistenza
allo storico nocchiero
di ordinare la partenza
(oh che evento lusinghiero!)
dell’astrale galeone,
e perciò “Ci porti fuori!”
Kirk dirà con commozione,
plaudiran gli spettatori,
viaggeranno oltre Plutone!
Ma via radio un ambasciata
dice: “c’è una compagnia
su una nave intrappolata
in un campo di energia
che li avvinghia e li trascina!”
Harriman vuol che ci vada
l’astronave più vicina,
se ce n’è per quella strada,
perché son con l’equipaggio
non ancora completato,
ma a una scelta di coraggio
lui si troverà obbligato:
non ci sono lì vicino,
astronavi , proprio no, 
ed andranno per benino
in soccorso a chi chiamò.
Giunti al luogo del gran guaio
ci sarà da prelevare
l’astronave dal vespaio
che la vuole aggrovigliare,
ed il Kirk immantinente
suggerisce al capitano:
“Con un bel raggio traente
la tiriamo piano piano!”
Gli risponde il comandante:
“Non potremo far così,
perché il raggio trascinante
lo montiamo martedì!
Li sganciamo dal marasma
dove sono intrappolati
scaricando tanto plasma
dalle gondole dei lati!”
Ma non serve la manovra,
non sortisce alcun effetto:
nelle spire della piovra
vien lo scafo, poveretto,
fatto a pezzi da smontare,
situazione da scompiglio,
Harriman non sa che fare,
perciò chiede un bel consiglio
al gran Kirk che conosciamo,
che gli dice” Andiam vicini,
poi li teletrasportiamo!”.
“Ma se andiam nei posticini
dove c’è la cosa brutta”
dice il fresco capitano
“potrà essere distrutta
l’astronave dove stiamo!”.
“Se vuol star seduto là,
se vuol comandare il team,
qualche rischio correrà!”
gli ricorda il grande Jim.
Ed aggancian gli scampati
con il raggio del futuro,
verran teletrasportati
in un luogo più sicuro:
proprio nell’infermeria
della nave appen varata,
“Grazie al Capo Ingegneria
qualche vita abbiam salvata,
ma i dottori, gli infermieri?”
“No, non sono ancora qui,
devo dir malvolentieri:
giungeranno martedì!”.
Ma la stringa allora prese
nella morsa temporale
l’astronave che difese
l’altra messa proprio male,
nel frattempo gli scampati
di quel rovinoso evento
sono tutti un po’ agitati,
specialmente uno è violento:
vuol tornare, urla tonante,
vuol tornare, vuol tornare,
ma gli danno un bel calmante
e lo fanno addormentare.
Poi andiamo ad incontrar
una vecchia conoscenza,
l ‘ El-Auriana che nel bar
di Picard farà presenza.
Ma la situazione è seria,
qui ci vuole un bel siluro
scaricante antimateria,
che potrà rompere il muro
che nel mezzo del frastuono
ci imprigiona tutti qui,
ma i siluri non ci sono:
“Non mi dica: martedì!”.
“Ma potremmo fare altro”
suggerisce l’ingegnere
“In un modo molto scaltro
noi faremo un bombardiere
innescando un’esplosione,
risonando il deflettore,
quello di navigazione!”
Ma chi scende nel motore?
Harriman sta per andare,
ma poi invece non ci va,
sarà Kirk ad ordinare:
“Vado io, tu resta qua!”.
E l’ idea pare azzeccata,
Kirk scatena il deflettore,
l’astronave è liberata,
ma con prezzo di dolore:
il buon Kirk volato via
fu strappato alla sua gente
dalla strana anomalia,
una scena commovente!
Dopo settantotto anni
l’olografica crociera:
stan vestendo tutti i panni
di Ufficial d’antica era,
il Picard coi suoi Ufficiali
stan facendo una gran festa
per donare più alti gradi
all’alieno tutto-testa
che sorride assai di rado,
specie se (di Worf parliamo)
lo si fa cadere in mare
attirato dal richiamo
di un cimiero da afferrare.
Data pure vuol scherzare,
ma in maniera esagerata,
e la Crusher getta in mare
(non voleva esser bagnata!).
Ma le risa e la letizia
per Picard finiscon presto,
lui riceve una notizia
dalla Terra, ed è funesto
il messaggio ricevuto,
che sapremo un po’ più avanti,
perché il nostro, assai sbattuto,
abbandona tutti quanti.
Presto il gioco va interrotto,
da una strana nuova cosa,
c’è un attacco con gran botto
dalle parti di Amargosa.
Un’indagine s’impone,
per i nostri eroi spaziali,
per studiare l’esplosione
che ha causato tanti mali,
l’avamposto è danneggiato,
molte vittime ammazzate,
ma un ferito l’han trovato,
tale Soran, ricordate,
quello che tanti anni prima
insisteva per tornare,
e a guardarselo si stima
che non riesca ad invecchiare!
Data, intanto, è un poco affranto
per lo scherzo alla dottora:
“Non ho il riso, non ho il pianto!
Ho deciso! È giunta l’ora!
Prendo il chip emozionale
che mi fece il mio papino,
me lo ficco bene o male
dentro il mio cervello fino!”.
Nel frattempo il capitano
con il suo Primo Ufficiale
stan dicendo che è ben strano
questo attacco assai brutale
nella zona di Amargosa,
“Saran stati i romulani?
E alla Flotta, questa cosa,
la diciamo oggi o domani?”.
E Jean Luc incontra allora
Tolian Soran, lo scienziato,
vuol tornare proprio ora
in quel posto disastrato,
per finire una sua cosa,
un vitale esperimento,
sulla stella di Amargosa,
non vuol perdere un momento!
E le indagini sul posto
della tragica mattanza
ci rivelan che un composto,
il Trilitio, mescolanza
insicura e misteriosa,
era oggetto delle brame
romulane su Amargosa,
per chissà che scopo infame.
Data e Geordi vanno allora
a studiare da vicino
l’avamposto che in malora
fu ridotto in un mattino,
ma una brutta anomalia, 
una strana ridarella,
porta Data in avaria,
questa cosa non è bella,
Soran giunge e li cattura,
con un pugno stende Geordi,
Data è preso da paura,
ed ognuno si ricordi
che l’androide mai provò
degli umani ogni emozione,
tutte insieme le trovò
e finì in alterazione.
E Jean Luc confida a Troi
che è avvenuto un fatto brutto,
un incendio avvenne e poi
ci fu proprio un grave lutto,
il fratello e il nipotino
del francese capitano
son bruciati, poverino
il Picard che piange insano!
Ed intanto un implosione
Amargosa sta spezzando,
l’onda d’urto distruzione
nel sistema va portando,
Worf e Riker vanno tosto
(per capire un po’ di più)
a raggiunger l’avamposto,
e chi trovano laggiù?
Soran, Geordi e il guasto Data,
ma il cattivo si difende,
e una nave klingonata
poco dopo se lo prende,
e si porta pure appresso
l’ingegnere della nave,
Soran, ahimè, lo ha fatto fesso
e la cosa appare grave,
l’avamposto esploderà,
ma il Picard riprende i suoi,
la sua nave partirà,
per salvare stalla e buoi.
Poi gli viene riferito
che sull’Enterprise B
dove Kirk era sparito
c’era… indovinate chi?
Tolian Soran, ma non solo,
c’era pure la barista,
presa l’occasione al volo
il Picard se la intervista,
e l’amica gli rivela
che nel Nexus sono stati,
una vita parallela
dove tutti son beati,
chi c’è stato vuol tornarci,
chi ci sta non vuol partire,
Soran, pur di rincasarci
può un pianeta demolire!
Ed allora il capitano
con la sua nave stellare
se ne va su Veridiano,
e ti vanno ad incontrare
lo sparviero klingoniano,
con la Lursa e la B’Etor,
anche lor su Veridiano
vanno a far molto rumor.
Il Picard s’offre in ostaggio,
Geordi viene liberato,
ma gli han messo come omaggio
un visore taroccato
che trasmette ai klingonian
ogni cosa che lui vede,
E Jean Luc su Veridian
finalmente ha messo piede,
dissuadere lo scienziato
dall’orribile suo piano,
è un lavoro complicato
per il nostro capitano.
Ed i klingon stan sbirciando
col visor dell’ingegnere,
della nave ogni comando
ora possono vedere,
così trovan la frequenza
degli scudi della nave,
e gli sparan con potenza,
l’Enterprise però non cade,
anzi innesca un bell’impulso
a innescare la bobina,
un siluro viene espulso
ed i Klingon son pappina!
Ma col nucleo a curvatura
che sta lì per fare il botto,
l’Enterprise, ahimè, non dura,
e si schianta lì di sotto,
pochi i morti, ma il vascello
che per più di una stagione
noi seguimmo, sul più bello,
se ne va per la pensione,
e la stringa (che uragano!)
giunge e avvolge tutti quanti,
Soran, nave, capitano,
che si troverà davanti
tanti figli, una compagna,
il nipote redivivo,
di regali una cuccagna,
un ambiente assai giulivo,
ma dall’albero una sfera
che sfavilla in modo strano
dice a lui: “No, non è vera,
questa vita , o capitano!”
“Sei nel Nexus, non sei desto!”
gli conferma una visione
della Guinan “Tutto questo
forse è solo un’illusione!”
Ed allora il comandante
sa che può recarsi al volo
in un tempo ridondante,
ma non vuole andarci solo.
“Or mi serve un alleato
per fermar su Veridiano
quell’orribile scienziato
e il terribile suo piano!”.
La barista gli propone
di cercare un tipo che
è arrivato col ciclone
e che lui sa ben chi è:
il gran Kirk, non era morto,
ma nel Nexus trasportato,
lo troviamo molto assorto,
a far legna indaffarato,
poi prepara una frittata,
con i semi di anicetta,
qualche fetta ben tostata
di gran bel pane a cassetta.
Il Picard lo esorta duro
ad andar con lui a pugnare,
ma il collega innalza un muro,
e non vuol collaborare:
“Tanto feci per la Flotta,
tanti mondi ho io salvato,
di una vita sempre in lotta
io mi sono ormai stufato!”.
Ma facendosi un giretto
a cavallo col collega,
vede che tutto è perfetto,
e la cosa non lo frega,
e capisce che quel posto
non è vero, non gli piace,
che restare lì avrà un costo:
molta noia e falsa pace!
Se su Veridiano Tre
c’è davvero un’emergenza,
con Picard lui andrà perché
vuole far la differenza!
Ed insieme lotteranno,
con l’unione forza c’è,
lo scienziato fermeranno
dal suo piano folle che
vite umane in quantità
annientare avrebbe fatto,
il Picard lo bloccherà
mentre il Kirk lo avrà distratto,
ma per far la differenza,
per fermare il delinquente,
il buon Kirk la fantascienza
avrà perso tristemente.
E sull’Enterprise scassata
si conclude questo fatto
tra le lacrime di Data,
che ritrova il suo bel gatto,
e la foglia sarà stretta,
sarà larga anche la via,
ma Star Trek, che ci diletta,
andrà avanti con poesia
per narrar dove nessuno
è giammai lì giunto prima,
narrerà perciò ad ognuno,
nuove storie, e senza rima!
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