lunedì 31 agosto 2020

Ester


“Non andar via, Ester”
“Non posso andar via, sono già andata via”
“Com'è che ti sto parlando, allora?”
“Ci parliamo da sempre, ci parleremo per sempre, Alex”
“Così, al telefono?”
“Apro la chat?”
“No, non sono veloce quanto te a digitare, restiamo al telefono”
“Come vuoi. Lo sai che succede adesso, vero?”
“Lo so. Lo sappiamo solo noi due. Noi parliamo e il mondo cambia. Noi inventiamo universi, e gli universi divengono reali”
“E lo sappiamo solo io e te, Alex”
“Non è possibile, comunque. Come non è possibile che siamo al telefono e io senta il tuo profumo”
“È possibile perché ne abbiamo parlato. Al telefono si sentiva il profumo dell’interlocutore”
“Era il respiro”
“Hai detto profumo. Si sentiva il profumo, hai detto precisamente l’odore. Il respiro al telefono lo si sentiva già nel mondo di prima. Poi tu hai detto che nella storia che volevamo raccontare si sentiva l’odore dell’altro, al telefono”
“Ho detto anche che si sentiva la pelle dell’altro, potevi sfiorargli la mano con le labbra, sentirla al tatto. Ma era un ricordo. Era il ricordo dell’interlocutore. Ricordavi il suo odore, la sua pelle. Era come se sentissi tutto questo. Non era la telefonata”
“So cosa hai detto, e la prova è che adesso al telefono è così”.
“Tecnologia o altro?”
“Tecnologia. Noi parliamo di fantascienza, se era altro era fantasy”
“Come le squadre robot coi lanciafiamme? Le abbiamo inventate per ridere. Volevo farti ridere”
“E ci sei riuscito. Ma adesso ci sono le squadre robot”
“Coi lanciafiamme”
“Ci stavamo mettendo i lanciapannamontata . Ma faceva troppo Oggi le comiche
“È tutto così semplice? Basta l’idea di qualcosa e cambia la realtà?”
“Non è affatto semplice avere idee. Infatti non capita tutti i giorni. Parliamo d’altro, in genere. Di mia zia, dei tuoi figli. Le idee arrivano di rado. Tra un gossip e una discussione sui massimi sistemi.”
“Ma , più normalmente, non è che noi immaginiamo qualcosa che desideriamo, oppure qualcosa che riteniamo probabile, e … ci azzecchiamo? Ester, non siamo noi a cambiare l’universo, abbiamo solo immaginato una storia che poi si realizza perché era la naturale evoluzione delle cose. Quante profezie erano solo previsioni indovinate?”
“Le nostre storie non si realizzano poi, un domani. Si manifestano il giorno dopo. Esattamente il giorno dopo”
“Si realizzano presto”
“No. Si manifestano l’indomani. È diverso”
“E se avessimo solo l’intelligenza del prevedere il giorno dopo?”
“Hai detto niente”
“Non sarebbe sovrannaturale, in questo caso”
“Chi ha parlato di sovrannaturale? Tutto quello che è manifesto da oggi, ieri non c’era. È sempre così”
“Allora parliamo, in fondo, senza accorgercene, solo di cose annunciate”
“Non è così. Se fosse così...”
“...l’avremmo saputo”
“Non ti puoi commuovere dicendo una  cosa divertente”
“Come sai che mi sono commosso?”
“Adesso si sa, al telefono, se gli occhi diventano lucidi”
“Non siamo in videochiamata”
“Si sa. Non ho detto che si vede. Abbiamo immaginato che si potesse sapere al telefono. In una normale telefonata. Quelle col filo. Facendo un numero che comincia con lo zero”
“Senza zuccheri”
“L’umorista...”
“Ma a te piace come vanno le cose? Se immaginiamo che...”
“Me lo hai chiesto altre volte. Il mondo cambia, i fatti accadono, se noi desideriamo che le cose debbano andare in un certo modo la realtà non cambia. Non sono i nostri desideri, è la nostra immaginazione che cambia determinati aspetti, non tutti. Ma alcune cose che immaginiamo si realizzano”
“Non hai le prove del rapporto causa-effetto. Non siamo noi, è che quel qualcosa era nell'aria, noi lo abbiamo immaginato come tanti altri. Se immagino che non esista più il cancro...”
“Non vale immaginare un desiderio, è così difficile?”
“No, hai ragione. È la stanchezza. È stata una giornata pesante. Ci sentiamo domani. Ci sei, domani?”
“Io ci sono sempre, Alex”
“Lo so, Ester. Ciao”
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Questo racconto è stato candidato al Premio Italia 2021 nella categoria
"Racconto di autore italiano su pubblicazione amatoriale" . 





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mercoledì 26 agosto 2020

Le parole di un aprile

       

    Mentre i giornali e le riviste scrivono continuamente della vita di questo 2020 cambiata dal Covid-19, la letteratura, il cinema, i telefilm, ancora non raccontano molto del periodo della quarantena.
    Presto avremo sceneggiati TV con gente con mascherina, romanzi su chi ha vissuto in prima linea, film sulle crisi internazionali derivate dal Covid e chi più  ne ha più ne metta.
    C’è un libro che racconta questo pezzo di storia ed è uscito il mese scorso, ed è a tutti gli effetti un instant-book: “Le parole per dirlo”, che potrete avere ordinando qui la vostra copia: https://www.gemmaedizioni.it/prodotto/le-parole-per-dirlo/  .  Un libro di racconti dove vi è modo di scaricare sul cellulare o sul tablet (con un codice QR) il video con l'attore che recita il racconto. 50 testi interpretati da attori che hanno voluto contribuire a rendere vive le parole che raccontavano i  pensieri di persone che hanno voluto narrare come stavano vivendo i giorni del lockdown totale, le settimane con le terapie intensive piene, i cortei di bare, i negozi chiusi, le strade vuote .
    Questa iniziativa contribuisce a sostenere l'associazione Pianoterra Onlus (https://www.pianoterra.net/ ) , che aiuta famiglie svantaggiate, con particolare attenzione alle ragazze madri.
    Il libro deriva da una iniziativa precedente. Durante la crisi della pandemia nascevano molti progetti che sfruttavano la possibilità di creare “dirette” televisive attraverso i social.    Da  casa artisti e gente comune si mettevano sempre più in contatto con altri attraverso questi mezzi, non potendo incontrarsi nei luoghi fisici.
    Una associazione, Futura IV  ( https://www.futuraiv.com/  ) lanciò, in collaborazione con TIC - The Inspiration Club, a inizio aprile, una chiamata rivolta a tutti i creativi che desiderassero scrivere un testo, una poesia, un monologo, nato dalle suggestioni personali legate a quei giorni della pandemia, chiedendo a creativi professionisti e non, di scrivere e condividere un testo nato dalle suggestioni scaturite da quel mondo cambiato di colpo, con lo scopo benefico di raccogliere fondi a sostegno di mamme e bambini collocati in contesti di vulnerabilità.
    Il progetto ricevette in poche settimane testi da tutta Italia, prodotti da giovanissimi e meno giovani. 50 di questi testi presero vita nelle voci di grandi attori e professionisti dello spettacolo. Giorni di bellissime dirette instagram, attori che leggevano testi di gente comune, interviste sia agli attori che agli autori che raccontavano da casa, con i capelli privi delle cure dei parrucchieri, col gatto che passava dietro di loro, coi bambini che non capivano cosa stesse dicendo il genitore guardando il computer,  la loro vita di quell’aprile. Una avventura incredibile, alla quale ho partecipato anche io come autore. Si formò  “Un concerto di voci di tante età diverse e da zone d’Italia anche tra loro lontanissime“, una community virtuale di amici, un luogo di testimonianza e vicinanza, un angolo dove confrontarsi sugli accadimenti del nostro spirito in un momento difficile.
    Per rendere ancora più concreta la testimonianza, e anche il sostegno a Pianoterra Onlus , adesso abbiamo questo libro. 50 racconti. 50 video. Potete anche non leggere con gli occhi. Farvi leggere i racconti dagli attori come in un audiolibro, o un videolibro. 
    Racconti, riflessioni, poesie che riguardano non solo chi li ha scritti, chi li ha recitati, chi ha organizzato questa cosa; siamo davanti a un’opera che riguarda tutti, sono i racconti di una storia alla quale ognuno ha partecipato con un ruolo: il libro “Le parole per dirlo” parla di tutti noi in quell’aprile dell’anno 2020. È un libro da avere e da tenere nel tempo come testimonianza di queste giornate difficili che stiamo ancora vivendo.
    “Nessuno ti aveva avvertito” di Elisa Aragno è un racconto in crescendo, tra riflessioni e colpi di scena, in 4 pagine c’è una storia che potrebbe diventare un film su quel periodo in Italia. 
    “Bella Italia mia” di Marta Mohamed Salem , fotografa una nazione in una dichiarazione d’amore ad essa.
    Martina Spricigo in “La notte” ci racconta lo scegliere tra la Vita e la Paura.
    “Un pacco per il corriere” di Laura Resca è uno spiraglio di leggerezza attraverso il peso della vita, come altre opere di questa raccolta mi fa pensare che, al di là di tutti i significati dell’iniziativa, questa è una raccolta di racconti godibili, una bella raccolta da leggere, una antologia di grande rilievo.
    Come in “Profumi” di Ludovica Vavalà, recitato superbamente da Giulia Santilli, un racconto sconvolgente di disagio e speranza, denuncia e pathos, violenza e umanità.
    E Laura che racconta la solidarietà,  e l’inno alla vita di Miriana, e  Giulia che fissa nella storia la gente sui balconi, e gli specchi di Marianna, a contemplare uno spazio ridimensionato, quattro mura. Quanta vita c’è nella creatività chiusa tra 4 mura?
    Ce ne sono tanti, tutti da scoprire, ascoltare, vedere.Ci sono anche io a raccontare la quotidianità dell’emergenza Covid dal punto di vista di un medico.
Correte ad acquistare un pezzo di storia. https://www.gemmaedizioni.it/prodotto/le-parole-per-dirlo/  . 
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mercoledì 19 agosto 2020

Lessico ambulatoriale

 

Dottore, io ho moltissima fiducia in lei

(Traduzione: "ho frantumato gli zebedei a diversi specialisti, i quali mi prescrivono integratori e altra roba inutile e costosa perché ho un acciacco senza rimedio, adesso tocca a lei risolvermelo senza che lei mi mandi da uno specialista")

Dottore, che  ne direbbe se per questo dolore mi facessi fare una risonanza alla spalla?

(Traduzione: "La risonanza alla spalla è lo scopo della mia vita, cambierà la mia esistenza. Non serve l'ecografia muscolotendinea perché me l'ha detto mio cugino, nella radiografia non si vede niente perché me l'ha detto il compagno di mia suocera che fa il portiere in ospedale, io desidero una risonanza alla spalla, se non mi viene prescritta la mia vita non ha senso. Cosa dice? A pagamento? No, non me ne faccio, risonanza, no").

Dottore, e se avessi un’intolleranza?

(Traduzione: “intolleranza” è il nuovo “e se mi facessi biondo?”. Ma al chiosco già va forte “E se mi mancasse la vitamina D?”)

Dottore, ma di questo prodotto che mi hanno prescritto, che è a pagamento, ce n’è un tipo prescrivibile-che-non-si-paga?

(Traduzione: "l’ho chiesto già allo specialista e al farmacista, lo so che non può esistere la versione mutuabile di un prodotto a pagamento, ma una volta che ho concepito una domanda senza senso devo dare fastidio a più gente possibile")

Dottore, mi deve prescrivere tutte le analisi, tutte le analisi possibili, un controllo con tutte le analisi, tutte

(Traduzione: “Quale modo migliore di festeggiare la mia nuova esenzione del pagamento del ticket se non un superprelievo?")

Dottore, come mai le pillole per abbassare il colesterolo non mi fanno effetto?

(Traduzione: "Io inzuppo la piadina emmental-pancetta nella granita con panna e brioches al doppio strutto, ma tanto prendo la statina, chi m’ammazza?")

Dottore, mi hanno detto che il certificato me lo deve fare lei

(Traduzione: “chieda al suo medico curante” è la risposta a qualunque domanda di qualunque avvocato, commercialista, patronato, impiegato, allenatore, stilista, piastrellista, cowboy, astronauta, ballerina.)

Dottore, quando cerco di telefonarle il telefono è sempre occupato

(Traduzione: "non capisco perché lei abbia dato il numero del suo studio a centinaia di persone, doveva darlo solo a me e a mia mamma. Lei non è il medico di famiglia? Famiglia. Una. La mia. Se poteva dare il numero ad altre persone si diceva “Medico di famiglie”. 

Dottore, mi sento la testa strana, come una sensazione che non so cos'è.

(Traduzione: ho cercato, strada facendo per venire da lei, una idea su qualche disturbo da inventarmi, ma non mi è venuto in mente niente di meglio. Già “dolore alle ginocchia” me l’ero giocato venerdì, lunedì “bocca amara” e mercoledì “urino poco”. )

Dottore, posso stare tranquillo?

“Traduzione: le telefonerò in studio due volte al giorno per i prossimi giorni. Venerdì 3 volte. Sabato al cellulare. “

Dottore, SO CHE LEI È IN FERIE ED è SOSTITUITO DA COLLEGHI ma, mi scusi se la disturbo…

(Traduzione: SONO UN MOSTRO)

“Dottore, sono andato all’ INAIL per un infortunio sul lavoro e , causa Covid, mi hanno detto di andare dal medico curante, lo specialista per il piano terapeutico non riceve per il Covid e mi han  detto di andare dal curante, all’anagrafe assistiti per cambiare medico a mio figlio mi han detto di portare al medico curante un modulo, per ricoverare mia madre in clinica riabilitativa loro non ricevono causa Covid e mi hanno detto di portare i documenti a lei, per richiedere assistenza infermieristica l’Ufficio non apre per il Covid ma dobbiamo portare tutto a lei, per fare l’analisi per il Covid mi hanno detto di...”

Traduzione: “Ma i medici di famiglia avete speciali ambulatori immuni al Covid o  semplicemente...?”

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Dello stesso autore, e sullo stesso argomento,  troverete in questo BLOG : Il giorno che sparirono i medici di famiglia e Radioaspirina
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