Quindi, prima de "Il teschio di cristallo", il noto professore di archeologia ebbe a che fare con l'undicesimo Cristallo dei Profeti.
Questo racconto, che spero troviate divertente, contiene parecchie curiosità.
Come in un episodio pilota di una saga a fumetti, sono spiegate le origini del Navarca, e non solo quelle del medico siciliano che fa da compagno in questa avventura di Indiana Jones, ma anche quelle del personaggio originale, il vero Navarca dei telefilm di Star Trek.
Le origini del vero Navarca televisivo vengono spiegate a chi non segue la fantastica saga creata da Gene Roddenberry, e, a proposito di Star Trek, vi è anche un riferimento a quello che viene considerato uno dei gioielli di "The Next Generation", l'episodio "DARMOK", così epico e particolare che, vi assicuro, emoziona anche chi non conosce nulla di Star Trek, è una storia che è un piccolo film e una grande lezione di pace e comprensione tra i popoli.
E poi c'è pure un dialogo in technobabble pazzesco... E colpi di scena... E riferimenti a luoghi archeologici veramente esistenti... E richiami a storie leggendarie inframezzate a personaggi reali che incontrano personaggi immaginari... Tra l'altro ci sono anche (sotto mentite spoglie e/o nomi di fantasia) alcuni amici dello "Star Trek Italia Magazine" e del gruppo siciliano "Nave Archimede" che mi diedero ulteriori ispirazioni per la costruzione di questa storia. E c'è un viaggio nel tempo con tanto di viaggiatore intrappolato in un'epoca non sua, un classicone dei fantaracconti.
Vorrei ricordare che il particolare nome dell' XI cristallo, una trovata di Rossella Marchiselli, ci fece ridere a lungo al telefono quando questa storia veniva inventata. E per il finale, mi ricordo ancora, dissi a Rossella che non dovevamo parlarci finché non mandavo il racconto in redazione per non fare spoiler.
Il mettere insieme tutte queste cose aveva come modello le storie di Martin Mystère, un albo a fumetti che leggo ogni mese da quasi 40 annetti. L'antropologo professor Mystère è un personaggio dei fumetti molto simile ad Indiana Jones, anche se è stato inventato anni prima col nome di Doc Marvel, poi rinominato Allan Quatermain. I fan affezionati lo chiamiamo BVZM, cioè "Buon Vecchio Zio Marty".
Mai avrei immaginato che un giorno avrei potuto conoscere il geniale inventore di Martin Mystère, Alfredo Castelli, e diventare amico di un prolifico sceneggiatore della serie, quel tal Carlo Recagno, compagno di avventure reali e anche scritte, gran mescolatore di commedia, avventura, citazioni, emozioni su carta stampata. Quel mix del quale Carlo è indubbio maestro, lo trovate indegnamente omaggiato nella storia che si intitola
Alla ricerca del cristallo perduto
Adoro l'Europa.
E' piena di luoghi magnifici, di formidabili cose che hanno molto da raccontare. Tutti i popoli di questo continente hanno una… come dire… coscienza antica.
Vorrei venirci in vacanza, un giorno.
L'Europa è il luogo giusto per godersi quello che mio padre chiama "riposo contemplativo". Mi ha detto una volta "Junior, scegli un luogo bello da qualche parte, e vedi se sei capace di starci anche solo una settimana senza pensare al lavoro…".
Non sopporto essere chiamato Junior. Mi faccio chiamare Indiana, preferisco essere chiamato con questo nome strano, o, al limite, Indy.
Ecco… sì… dovrei presentarmi… il mio cognome è Jones, sono un Professore, mi occupo di Archeologia. Dicevo… ah sì! L'Europa!
Ero lì per lavoro. A Stonehenge, nella pianura di Salisbury, in Gran Bretagna. Lì, come è noto, c'è una strana costruzione di forma circolare, del diametro di qualche decina di metri; è composta da vari anelli di pietre alte e strette, alcune delle quali sormontate da altre lastre di pietra. Questa struttura è stata costruita nel periodo in cui in Egitto edificavano le Piramidi. Più di cinquemila anni fa, e nessuno sa quale fosse la sua funzione. Era un centro per le cerimonie religiose o funebri? Un osservatorio astronomico? Una costruzione magica di mago Merlino? Non si sa neppure chi lo abbia costruito questo edificio, c'è stato persino qualcuno che ha ipotizzato che fosse stato innalzato da una civiltà proveniente da un altro pianeta.
Ci andai a causa di quella pergamena, me l'aveva data un mio ex-allievo, Sal Frankson, un campione dell'esplorazione. Sulla pergamena, probabilmente vecchia di 2500 anni, c'erano schemi riferiti al movimento del sole e della luna, e un disegno che indubbiamente era riferito alla misteriosa costruzione di Stonehenge, e una frase scritta in basso, una strana frase. Ci sono voluti due mesi per interpretarla. "Darmok e Jalad a Tanagra, quando caddero le mura".
Malauguratamente feci la cosa più ovvia. Dovete sapere che il giorno del solstizio d'estate, il Sole sorge in un punto più a nord rispetto a tutti gli altri giorni dell'anno. Quel giorno, stando nel centro del cerchio di pietre, si può vedere sorgere il Sole circa al di sopra di una pietra caratteristica chiamata "Heel Stone", che si trova lungo l'asse della costruzione. E proprio in quel particolare momento mi misi davanti alla pietra e recitai a voce alta la frase. Apparentemente non successe nulla di particolare, tranne una specie di lampo che mi fece vedere per un attimo ogni oggetto colorato in maniera diversa dal normale.
Ero sempre nello stesso luogo, e non mi accorsi subito di quello che era accaduto. Realizzai che qualcosa non andava mentre mi dirigevo verso il centro del paese. La farò breve, tanto lo so che questa storia vi apparirà incredibile: l'edificio di Stonehenge è evidentemente un congegno per viaggiare nel tempo, e pronunciando la frase ero stato trasportato molti anni nel futuro. Nei giorni successivi tentai di ripetere il rito, ma non funzionò. Forse avrei dovuto aspettare il prossimo solstizio d'estate. Ma non ero disposto ad aspettare tanto.
A quel che avvertii, il mondo del futuro non era un luogo per uno come me. Era uno scherzo crudele del destino, un uomo che dedica la sua vita alla ricerca del passato…imprigionato in una realtà del domani! Fortunatamente mi era rimasto in tasca un oggetto prezioso, Una copia, soltanto una copia, di una delle Icone di Ikammanen. Era un falso, niente poteri magici, ma era pur sempre di oro massiccio. Vendetti l'oggetto e ne ricavai una cifra superiore a tutti gli stipendi che il college mi avrebbe mai potuto dare.
Non avevo altro scopo che cercare di tornare nella mia epoca. Sono un ricercatore, dovevo cercare qualcuno o qualcosa che mi potesse aiutare.
La biblioteca di Londra divenne per molti giorni il luogo dove passare intere giornate, e fu così che, studiando il mio argomento preferito, gli oggetti misteriosi, venni a conoscenza dell'esistenza di un oggetto particolare. Intuii che forse c'era qualcosa che avrebbe potuto risolvere il mio problema.
Mi recai in Sicilia. L'oggetto che mi interessava era custodito da un uomo che abitava dalle parti del vulcano Etna.
Quando giunsi all'aeroporto della cittadina siciliana ero vestito come un qualsiasi europeo che viaggia per lavoro. Decisi di noleggiare un'automobile per recarmi presso la dimora dell'uomo che forse avrebbe potuto aiutarmi.
Non so perché il noleggiatore insistette per darmi una grossa automobile chiamata Lancia.
Mi sarebbe bastata un'auto più piccola.
Dentro l'auto c'era un bonsai, che, stranamente, dopo che accesi il condizionatore, emise una fogliolina.
Dopo mezz'ora di viaggio, con il bonsai in mano, ero davanti alla porta della casa di colui che chiamano "Il Navarca".
La donna che mi aprì la porta aveva in mano un aggeggio che avevo visto in un libro pochi giorni prima, un "multimetro digitale".
"Lei dev'essere l'assicuratore" mi disse.
Non risposi. Evitai così di entrare in casa con una bugia.
"Non capisco perché mio marito abbia tanta fretta di assicurare la sua collezione di pupazzetti a forma di pinguino" proferì a voce alta, facendomi accomodare in cucina.
Mi osservava in modo strano, come se mi avesse già visto qualche altra volta. Si diresse verso uno strano apparecchio, una specie di interfono, premette un bottone, e parlò: "Sono qui in cucina con un assicuratore che somiglia ad Harrison Ford, che vuole parlarti…"
Una voce profonda uscì dall'interfono: "sono occupato con una commercialista che somiglia a Michelle Pfeiffer e non posso venire".
"Non fare lo spiritoso, vieni subito" disse la signora.
La cucina della casa del Navarca era piena di oggetti strani: alle pareti erano appesi un barometro a forma di pinguino, una tortiera a forma di pinguino, uno strofinaccio raffigurante dei pinguini, un orologio in sughero (con i pinguini, come i portacenere, le saponette, le tazze…).
Il Navarca entrò nella stanza e mi strinse la mano. La moglie si congedò: "Vado in laboratorio. Arrivederla".
"Il laboratorio sarebbe la lavanderia" disse il Navarca "ma non c'è solo la lavatrice e l'asse da stiro, c'è anche quella che chiamiamo la sezione ingegneria. Allora, ci sarebbero di là settantacinque pinguini, uno dei quali è…"
"Non sono qua per i pinguini. Sua moglie mi ha scambiato per un assicuratore, invece sono qui perché ho un grosso problema che spero lei mi possa aiutare a risolvere".
"LEI nel senso di mia moglie?"
"No, lei nel senso di you, con voi italiani è così difficile parlare…"
"Si sente poco bene?"
"No, sto benissimo. Perché?"
"Sono un medico e lei… you…insomma… diamoci del tu e facciamo prima… tu hai detto che hai un grosso problema che speri io possa risolvere…"
"No, non ho bisogno di you come medico, ho bisogno di you come Navarca. La prego di credermi, sto per dirle cose incredibili".
"Sono abituato a cose incredibili".
"Lo so, per questo sono venuto da te".
Gli dissi chi ero e come ero giunto lì.
"Tu sei davvero Indiana Jones ?"
"Sì, e, prima che tu me lo chieda, non sono mai stato al Polo Sud".
Gli riferii che nella biblioteca di Londra avevo trovato uno strano libro, e gli dissi cosa quel libro mi aveva insegnato. Esiste un pianeta chiamato Bajor, che orbita intorno ad una stella gialla di medie dimensioni che porta lo stesso nome. Esso è il pianeta madre dell'intera civiltà Bajoriana, razza umanoide dotata di un forte senso di spiritualità. Nei pressi di Bajor c'è un tunnel spaziale artificiale (creato dai Profeti, le divinità bajoriane) che permette di coprire una distanza spaziale di circa 70.000 anni-luce in pochi secondi. La religione Bajoriana racconta che i Profeti attraverso il loro "Tempio Celeste" (il tunnel) inviarono degli oggetti prodigiosi, chiamati "Cristalli", per provvedere al popolo bajorano con la loro saggezza. Nel corso degli ultimi 10.000 anni, nove Cristalli apparvero nei cieli sopra Bajor, poi venne ritrovato anche un decimo Cristallo, il Cristallo dell'Emissario. I Cristalli, che sono dispositivi di energia a forma di clessidra, possono mostrare alla persona che li guarda momenti del suo passato, o indurre delle visioni che possono durare alcuni minuti, oppure ore o giorni di tempo effettivo. Queste visioni talvolta possono essere ambigue e la loro giusta interpretazione non sempre è rivelata fino al momento in cui l'evento si verifica nella realtà.
Una nota del libro diceva che, secondo alcuni, esisteva un undicesimo Cristallo, denominato Cristallo Disney, un Cristallo molto particolare, dotato di poteri che andavano ben oltre quelli degli altri Cristalli. Il Cristallo Disney era stato donato da uno dei Profeti, una mitica entità chiamata Walt Disney, a un bajoriano chiamato Li Nalas, detto "Il Navarca".
Li Nalas era un eroe di Bajor, si narrava che in un combattimento corpo a corpo avesse ucciso Gul Zarale, un ufficiale di Cardassia (un pianeta nemico di Bajor) responsabile del massacro di sei villaggi Bajoriani . Questo fece di Li Nalas una leggenda vivente. Si credeva che Li fosse stato a sua volta ucciso dai Cardassiani, ma in effetti fu catturato e portato in un luogo di detenzione. Successivamente venne liberato. Al suo ritorno Li fu accolto come un eroe dal popolo e dal Governo Provvisorio Bajoriano, che gli conferì il titolo onorario di Navarca. Sembra che proprio in quel periodo egli ottenne il Cristallo Disney. Nalas fu ucciso mentre faceva scudo col proprio corpo al suo Comandante, salvandogli così la vita. Li Nalas viene ricordato come un eroe che morì per la libertà del suo popolo. Il Cristallo venne allora affidato dai Profeti a colui che si era autoproclamato, alla morte di Li, per ammirazione verso l'eroe bajoriano, suo successore e "Nuovo Navarca", un medico che viveva sulla Terra.
"Tu hai il Cristallo Disney, vero?"
"Perché me lo chiedi?"
"Ho letto che ha strani poteri…"
"Se ti riferisci al fatto che i Cristalli possono mostrare alla persona che li guarda delle visioni del futuro, devi sapere che il Cristallo Disney è un po' dispettoso, le sue anticipazioni sono molto limitate, di norma ci rivela in anticipo le sorprese delle uova di Pasqua e il finale dei film che dobbiamo ancora vedere… ma fa moltissime altre cose…"
"Appunto, vorrei sapere se, come mi è sembrato di capire dal libro, può trasportare le persone attraverso il tempo".
"Non è una macchina del tempo, una volta mi ha solo svelato che è in grado di riportare nella propria epoca chi è stato trasportato nel tempo da altri eventi".
"E' appunto il mio caso… che bellezza! Potrò tornare nel 1938…"
"Dottor Jones…"
"Chiamami Indy"
"Non ho più il Cristallo Disney. Mi è stato trafugato l'altroieri".
Non credo che il Navarca fosse poliglotta. E quindi penso che non capì la parolaccia che urlai, era una imprecazione che avevo imparato a Libreville, sul torrido golfo di Guinea.
"Trafugato?" chiesi con angoscia al Navarca, che rispose:
"In effetti non sarebbe stato possibile se qualcuno, evidentemente il ladro, non lo avesse manomesso qualche giorno prima. Il Cristallo era naturalmente munito di un proprio sistema antifurto creato dai Profeti. Ma qualcuno era entrato in casa la settimana scorsa ed era riuscito a disattivarlo, senza avere il tempo di portarselo via. Non ero in grado di valutare quali funzioni fossero rimaste integre, non badai al problema del sistema antifurto. Una cosa era certa: la teca del Cristallo era stata aperta abusivamente e il Cristallo era stato violato e danneggiato. Il serbatoio della sacra maionese era vuoto, il DVD dei Figli del deserto era stato sostituito con un CD Audio di Umberto Tozzi, il decoder era sintonizzato sulle televendite di un signore asmatico chiamato Roberto, l'ologramma di Terry Farrell presentava segni di tentativi disdicevoli, le ricette segrete del Grande Puffo erano state manipolate per copiarle su floppy. Le cassette da 240 non me le accettava più. Il volto di Mickey Mouse nella placca aurea della teca aveva ora uno strano ghigno. Iniziai così i riti di purificazione per riportare il Cristallo agli antichi splendori. Pulivo il filtro ogni tre cappuccini, non mi presentavo mai davanti al Cristallo con bretelle di colore stridente con quello della camicia, recitavo tre volte al dì il suo libro preferito, la "Filosofia di Cutrupiade", gli comprai la sua pietanza favorita, una soluzione per acque digestive denominata Cristallina.
Il Cristallo stava pian piano migliorando. Poi, l'altra sera, non trovai più la teca al suo posto…"
"Non hai idea di chi possa esser stato?"
"Guarda, un indizio lo avrei, mi aveva dato una visione il Cristallo stesso. Sto spesso davanti al computer, e il Cristallo mi invia le visioni su una finestra che mi appare se clicco su un punto esclamativo azzurro che mi appare nella barra delle applicazioni dopo un suono di gong. Era l'immagine sfuocata del volto di un uomo anziano… capii subito che il Cristallo voleva inviarmi la visione della faccia del malfattore, per fortuna che ho stampato la schermata…"
Si allontanò dalla cucina e tornò poco dopo con un foglio in mano.
Lo guardai e trasalii.
"Dottor Jones… si sente bene?"
"Dottore… Navarca… quest'uomo è mio padre".
Mi ripresi quasi subito dallo shock, aiutato da una tazza di caffè molto lungo preparata nel frattempo dal Navarca.
"Dobbiamo recuperarlo" dissi.
"Lo faremo" disse il Navarca, e aggiunse: "La donna che ho sposato è una bellissima ingegnere elettrotecnico, e sta approntando una macchina che possa captare le onde di trascendenza neutronica emesse dal Cristallo… vieni con me in lavanderia".
Il laboratorio dentro la lavanderia era pieno di aggeggi stranissimi, la moglie del Navarca stava arrotolando un filo di rame attorno a una piastra di forma esagonale.
"Ho pensato che riallineando la matrice di trasferimento giroscopico avrei potuto commutare il difrattore del riciclo tachionico" disse la donna.
Il Navarca pensò un attimo e chiese. "come pensi di modulare il segnale di dissipazione concatenata?"
"Inserendo un ristrutturatore di protezione esponenziale attraverso il generatore di interferenza particellare potrei inibire la convergenza delle tracce di distorsione portante e riconfigurare la traccia di impulsi del nucleo di collimazione ausiliaria".
"Per quando conti di farcela?"
"Sei ore circa".
"Preferirei tre ore".
"Ce la metterò tutta, Capitano".
"Non sfottere".
"Farò il possibile, amore".
Si baciarono.
Lasciai la casa del Navarca e mi recai in un albergo. Mi diedero una camera dove c'era una di queste meravigliose scatole tecnologiche che diffondevano immagini colorate in movimento, il televisore. C'era un romanzo sceneggiato dove una nave che poteva viaggiare da una stella all'altra era sperduta lontano anni luce da casa e tentava di tornare sulla Terra. Il capitano era una donna, la storia era interessantissima, ma perché la trasmettevano alle tre di notte? Strano paese, l'Italia…
L'indomani mi recai di nuovo a casa del Navarca.
"Dottor Jones! Dormito bene?" chiese il Navarca.
"No… il fatto che mio padre sia anche lui imprigionato in un tempo non suo mi tormenta, oltre al fatto che lui potrebbe essere riuscito a tornare e io potrei anche restare qui…"
"Niente paura… il nostro localizzatore è adesso pienamente funzionante… sappiamo che il Cristallo Disney si è autodisattivato, e, soprattutto, sappiamo dov'è…"
"Dov'è?"
"Coordinate quattro-nove-punto-tre, più o meno da quelle parti…". E indico il vulcano.
"Non è andato lontano, Henry Jones Senior. Cosa hai intenzione di fare?"
"Quando torna mia moglie, sta accompagnando i nostri figli a casa di amici, partiamo per una gita sull'Etna. Prendiamo la tua macchina?"
Mezz'ora dopo, io, il Navarca e la signora ingegnere, munita di localizzatore, iniziammo il nostro piccolo viaggio. Poco dopo, percorrendo una strada larga, rischiai di investire una ragazza, veramente molto bella. Aveva in mano una pistola e stava fuggendo da dei signori non certo benintenzionati nei suoi confronti; ci guardammo sconcertati attraverso il parabrezza, poi lei salì in macchina e mi urlò "Drive!", minacciandoci con la pistola; mi rimisi in moto a velocità sostenuta ma non sospetta, passammo un posto di blocco e impostai il condizionatore in modo tale da rendere l'abitacolo confortevole; lei, stremata, si addormentò e lasciò scivolare la pistola, che recuperai; quando si risvegliò facemmo le presentazioni, e le dissi che adesso mi doveva un favore. Susan, così si chiamava la ragazza, accettò di venire con noi alla ricerca del Cristallo perduto.
"Volete dire che è una teca che contiene un cristallo magico?" Chiese la ragazza.
"Dobbiamo dire tutto a una sconosciuta?" chiese il Navarca.
"Oramai è qui, che dovevo fare, la riportavo in città e poi tornavamo? E se nel frattempo…"
"OK, Professor Jones, va benissimo" lo interruppe la moglie del Navarca "Signorina Susan, la teca che dobbiamo recuperare è in quella casa, ha sulla sommità delle specie di orecchie di topo…"
"Mio padre odia i topi!" dissi.
"Il localizzatore lampeggia verde" disse l'ingegnere "il Cristallo Disney deve essere in quella casa!"
Parcheggiammo a cinquanta metri dalla casa, dietro alcuni cespugli di more.
Scendemmo dall'auto. Io, il Navarca e la sua signora, ci fermammo a poca distanza dalla casa, quanto bastava per non essere scorti.
Susan, come pattuito, proseguì e bussò alla porta.
Avevo capito subito che la ragazza era una tipa abituata a cavarsela in storie rischiose, e le spiegai il mio piano: questa volta avrebbe solo dovuto fingersi una turista con l'auto in panne che chiedeva di telefonare. Se nella casa avesse trovato il signore dell'immagine inviata in visione dal Cristallo, o addirittura il Cristallo stesso, o qualsiasi altro indizio che avesse a che fare con la nostra missione, avrebbe dovuto fingere un attacco d'asma e chiedere di aprire la finestra. In tal caso saremmo intervenuti prontamente.
"Ti sembra un piano d'azione intelligente, questo?" mi disse Susan "sarai un bravo insegnante di archeologia, ma non provare a fare l'agente segreto…"
"Fidati" le dissi, e non riuscii a resistere: prima che scendesse dall'auto, la baciai.
Non riuscimmo a vedere chi le aprì la porta, ma la finestra si aprì dopo dieci minuti. Il Navarca e sua moglie restarono nascosti, io mi avvicinai e saltai dentro la casa attraverso la finestra, in tempo per trovare la stanza vuota. Andai nella cucina adiacente, e vidi una porta spalancata, dava su un prato, e un'auto si stava mettendo in moto. Corsi, ma l'auto era partita, e quando, correndo, mi trovai a poca distanza da essa, mi ricordai della mia frusta. Riuscii a tenderla e ad agganciarmi all'auto, saltai sul cofano.
"Papà, fermati!" gridai all'uomo che guidava. Sul sedile posteriore c'era il Cristallo Disney.
"Papà, fermati!" gridai ancora.
"Non sono suo padre, lei è pazzo! Se ne vada!" urlò l'uomo. Aveva ragione, lo capii subito. Gli somigliava come una goccia d'acqua, ma non era mio padre. Mi ricordai della pistola. La puntai all'uomo attraverso il vetro.
Si fermò immediatamente. Lo feci scendere dall'automobile
"Dov'è la ragazza?"
"Nel cofano dell'auto, sta bene".
Aprii il cofano. Susan ne uscì subito, bellissima e infuriata. Urlò frasi non proprio raffinate.
"Chi sei?" chiesi all'uomo.
"Chi sei tu?"
"Un amico del signore al quale hai rubato il Cristallo!"
"Ma non l'ho rubato! L'ho solo preso in prestito! Mi serviva per…"
"Chi sei?"
Si sedette su un grosso sasso.
"Mi chiamo Connery, Thomas Sean Connery. Sono scozzese, di Edimburgo. Come fa a non riconoscermi? Sono uno degli attori più famosi del mondo…"
"Vado poco al cinema" risposi "perché ha preso il Cristallo del Navarca?"
"Va poco al cinema, ma conoscerà James Bond, l'agente segreto…"
"Ce l'avete tutti con gli agenti segreti, oggi… non so chi sia questo Bond…"
"Interpretai l'agente segreto Bond in molti film di enorme successo, molti anni fa, e mi hanno offerto di interpretarlo ancora. Un contratto da favola, tre film, partecipazione agli incassi. Ma il regista ha preteso quella clausola, avrei dovuto togliermi con il lifting qualche ruga di troppo… le riprese di Bond is back cominciano tra venti giorni e io detesto il bisturi, le iniezioni…
Venni a sapere del Cristallo e del fatto che il contemplarlo spianasse le rughe, pensai che fosse una buona soluzione, anni di studio del personaggio di Bond mi hanno insegnato le tecniche per introdurmi in luoghi protetti, disattivare i sistemi di allarme…"
"Non abbastanza per non farti beccare, andiamo!"
Lasciai andare Connery per la sua strada. Prese il suo aereo per Londra ripromettendosi di negoziare con la produzione perché accettassero un Bond invecchiato.
Quella sera cenammo tutti a casa del Navarca, c'era pure Susan, e mangiava come un bue affamato. Mi piaceva sempre meno. Odio le donne che ruttano a tavola.
Il Cristallo diffondeva una musica celestiale ed emanava odori intensi e piacevolissimi.
Mi avvicinai alla teca. La aprii. Una luce intensa mi avvolse. Vidi i colori cambiare, vidi la cucina sparire a poco a poco.
Quando anche l'ultima cosa a forma di pinguino si era dileguata, mi accorsi di trovarmi nel mio studio al college.
Sentii bussare alla porta. Mi guardai attorno ancora un po', poi dissi: "Avanti!".
Era Marcus, il mio amico Marcus.
"Marcus!!! Sai dirmi che anno è?"
"Che anno è? Hai fatto le ore piccole o hai bevuto cognac?"
"Che anno è? Rispondi!"
"E' una delle tue freddure, eh? E' il 1938, e allora?"
E allora… che dirvi? Adoro il 1938.
Indiana Jones è un personaggio della LUCASFILM http://www.lucasfilm.com .
Le informazioni "canoniche" su Bajor sono tratte dall' ARCHIVIO CENTRALE BAJORIANO .
Si ringraziano i redattori dello "Star Trek Italia Magazine" e gli amici della "Nave Archimede" che hanno contribuito a trovare idee per narrare questa strana avventura.
Nota: oggi i pinguini, tutti donati da amici, sono più che quintuplicati.
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