Il sottoscritto Kirk Celsius, psicologo, invia la presente relazione a proposito dei misteriosi fenomeni verificatisi nella zona denominata 5074315, l'esistenza della quale è nota solo alla base governativa "Nediquanedilà", destinataria del presente rapporto.
Fui inviato presso la Zona 5074315, che per brevità indicherò in seguito come Zona 5, allo scopo di indagare sulle stranezze che da tempo venivano riscontrate nei sempre più scarni rapporti inviati dagli unici tre scienziati rimasti nella zona: l'ingegnere Sardus, il dottor Squaraus, il Professor Barbajan.
Mi trovavo non distante dalla Zona 5 quando il Capo di Nediquanedilà mi chiamò per telefono. Ero dalle parti di Rimini, in Italia, a una Convention di fan di Star Trek. Vivo in Italia oramai da 20 anni, nonostante mia madre sia russa e mio padre svedese; ero andato a quella riunione per incontrare degli amici e perché guardare i telefilm di Star Trek è uno dei miei passatempi preferiti.
Fui informato della necessità di recarmi nella Zona 5, presso la Stazione Segreta situata nei pressi delle correnti di acqua calda generate dal sottosuolo della montagna che si trova dove è noto solo a "Nediquanedilà". La zona è recintata e occultata, l'esistenza delle acque è un segreto inviolato. Tutto questo perché si è supposto, sin dall'inizio della scoperta della falda idrica, che la particolare natura del fenomeno avesse caratteristiche differenti dai fenomeni fisici abituali, qualcosa a che fare con un'intelligenza aliena. Strane forme prodotte dalle correnti e particolari radiazioni e frequenze rilevate nelle acque fecero presupporre che si trattasse di una specie di entità pensante, un cervello liquido, una creatura con la quale cercare di comunicare.
Sapevo di tutto questo come Consulente di Nediquanedilà, e del fatto che si era tentato di trasmettere particolari flussi di onde sonore attraverso le acque nella speranza di avere risposte, e che gli esperimenti sulla Zona 5 non avevano ancora dato risultati soddisfacenti, al punto che il progetto, dapprima affidato a decine di ricercatori, vedeva ora solo la presenza di tre scienziati sul posto. Ma adesso avrebbero mandato anche me, perché vi erano avvenimenti nuovi.
La Stazione pareva abbandonata. Nessuno ad accogliermi al mio arrivo. Vagai per i corridoi, di aspetto non accogliente e pieno di cartacce, con diverse lampade non funzionanti. La mancanza di personale ausiliario si faceva notare.
Giunsi di fronte alla stanza del Dottor Squaraus, bussai, ma la porta si aprì da sola. Squaraus non sembrava affatto soddisfatto nel vedermi, mi invitò insistentemente a contattarlo più tardi, dopo essermi riposato dal viaggio, e mi informò che il Professor Barbajan aveva abbandonato la stazione da un paio di giorni. Aggiunse: "Se dovessi vedere qualcosa di insolito non impressionarti, non impaurirti, ricordati che questo posto è diverso da tutti gli altri".
E in effetti vidi qualcosa di insolito. Sapevo che sulla stazione c'eravamo solo io, Squaraus e Sardus, ma so che vidi chiaramente passare dall'altra parte del corridoio una signorina in bikini, sui pattini.
Non ebbi migliore accoglienza da Sardus. Quando bussai alla sua porta uscì sulla soglia e mi disse: "Entrare tu non puoi. Sulla porta uscirò io" e sbarrò col suo corpo l'entrata del suo alloggio. Si sentivano strani rumori, e la porta veniva percossa come se qualcuno volesse uscire fuori dalla stanza. Sardus ebbe parole di disprezzo per Barbajan, criticando la sua fuga dalla stazione. Poi, d'un tratto, nel gesticolare, lasciò uno spiraglio della porta aperta. Ne uscì un ometto, una specie di gnomo dalla pelle azzurra con un cappuccio bianco, poi un altro uguale a lui ma con gli occhiali, poi un altro, con la barba bianca e il cappuccio rosso. Puffi. Sardus aveva la stanza piena di Puffi. Sardus esclamò: "In pace tu lascia me. Nervosi diventano se a quest'ora la salsapariglia non prendono. Puffo Burlone in astinenza va, e comincia a mordere il divano". Tentai di chiedere spiegazioni, ma Sardus rientrò in camera dopo aver raccolto i Puffi, e chiuse a chiave.
Cercai una stanza pulita per me, ce n'era una distante una cinquantina di metri da quella di Sardus, e mi sdraiai. Il silenzio durò poco. Sentii chiaramente una voce ripetere: "Hic haec hoc, huius huius huius…". Una voce inconfondibile. Era quella della mia Professoressa di Latino della Scuola Media.: "E adesso ripeti, Celsius… hic haec hoc, huius huius huius…". Era proprio lei, uguale a come l'avevo vista diversi lustri prima. Stava seduta su un armadietto.
Mi recai subito da Squaraus. "Non si tratta di allucinazioni" mi disse "Da quando le acque della Zona 5074315 sono state sottoposte ad un bombardamento di raggi x, le persone nei ricordi degli scienziati della base hanno cominciato a materializzarsi e ad interagire con loro. In realtà non sono persone vere, ma cloni composti da neutrini". Spostò una tenda, e accovacciato per terra c'era un signore in smoking che mangiava pane e salame.
"Sembra Sean Connery da giovane" dissi.
"Dovrebbe essere James Bond" rispose Squaraus "Non avrei dovuto guardare troppe volte tutti quei film".
Chiesi poi a Squaraus se potevo usare il suo bagno, visto che quello del mio nuovo alloggio era sprovvisto di sapone, ma lo scienziato mi disse che non potevo, perché era occupato dalla versione Roger Moore.
Tornai nel mio alloggio, la vecchia Professoressa era ancora lì: "Caesari cum id nuntiatum esset eos per provinciam nostram iter facere…" Ci misi due minuti a immobilizzare l'ammasso neutrinico con sembianze di Docente di Lingue Morte e distruggerlo nell'inceneritore.
Sardus sopraggiunse immediatamente dopo, mentre stavo spegnendo la macchina per incenerire. "Non così facile è. Tante volte distrutto Puffi ho. Nuovi Puffi uguali tornano. Incenerito Puffetta sei volte ho. Sempre Puffetta torna. Spero che le acque prima o poi facciano un Gargamella. Ma con la fortuna che mi ritrovo, una Cristina D'Avena un giorno spunta".
Si allontanò canticchiando: "Puffi di qua, Puffi di là, loro ti vedono sai…".
La missione aveva assunto in poche ore un aspetto inquietante. Ma ero lì per indagare e andai a dire a Squaraus che lo attendevo nella Sala Biblioteca per parlare.
Giunse dopo due ore, accompagnato da una specie di Pierce Brosnan e da un clone di Timothy Dalton. "Parlami di Barbajan" gli dissi.
"Uno scienziato eccellente. Lavorava anche dodici ore al giorno, i suoi calcoli inerenti la Zona 5074315 erano sempre precisi ed esaurienti, si concedeva solo una pausa di mezzora dopo cena e dopo pranzo, ascoltando i suoi dischi di Pupo, mangiando i Pocket Coffee e rivedendo le registrazioni dei balletti di una artista italo-americana…".
"Heather Parisi?" chiesi. "Quella lì!" rispose Squaraus "ma poi cominciò a non stare più in pace. Dopo il bombardamento di raggi x delle acque, cominciò a essere circondato da cloni di suo cognato, agente di assicurazione. Non uno, ma mezza dozzina di assicuratori che gli impedivano di concentrarsi proponendogli Polizze Vita, Fondi di Investimento, Pensioni Integrative…".
Si aprì la porta della biblioteca. Entrò la Professoressa: "Ad rivum eundem lupus et agnus venerant, siti compulsi. Superior stabat lupus, longeque inferior agnus. Tunc fauce improba latro incitatus iurgii causam intulit…".
Cercai di ignorarla, "Capisco la fuga di Barbajan" dissi.
"Ma c'è dell'altro" mi disse Squaraus "Credo che il potere di questa mente aliena contenuta in queste acque sia molto più grande. Gli abitanti della Terra tutta non si rendono conto, ma io e Squaraus sappiamo che prima che Barbajan andasse via da qui il mondo era diverso. Te lo assicuro, Celsius, un attimo prima che Barbajan lasciasse la stazione Pupo non era senatore a vita, e il Premio Nobel non era nelle mani dell'inventore del Pocket Coffee. Pare che i desideri più intimi di ciascuno si debbano realizzare appena fuori di qui, una volta che le acque ti hanno sondato la mente. Barbajan è tornato a casa, e ha trovato per lui una moglie che lo aspettava, una moglie che io so che prima non aveva, la ballerina Heather Parisi".
I cloni di Bond lo portarono via, mentre la Professoressa di Latino aveva ricominciato: "Consul nominativo, Consulis genitivo, Consuli dativo…".
La storia riferita da Squaraus era troppo incredibile, ero disposto ad accettare un posto dove i sogni divengono corpi tangibili, ma che ciò potesse estendersi a cambiare l'Universo in base ai nostri pensieri… No!
Andai a riposare, o almeno ci provai. Ci volle un'ora per addormentarmi, il tempo di autoconvincermi che la Prof. che declamava brani dell'Eneide potesse conciliarmi il sonno:
"…Infandum, regina, iubes renovare dolorem,
Troianas ut opes et lamentabile regnum
eruerint Danai, quaeque ipse miserrima vidi
et quorum pars magna fui. quis talia fando
Myrmidonum Dolopumve aut duri miles Ulixi
temperet a lacrimis? et iam nox umida caelo
praecipitat suadentque cadentia sidera somnos….".
Al mio risveglio, la Prof. stava ancora declamando versi di Virgilio, mente limava le unghie di un tipo identico al mio Professore di Inglese della Scuola Media, che appena vide che ero sveglio mi disse:
"Hello, Celsius. The cat is in the bath. The bee is on the flower. Tom's shoes are black. This is a pencil. The pencil is on the table. What colour is the pen?".
Non ci pensai due volte. Uscii dalla stazione e presi la jeep. Non c'era nient'altro da scoprire, non volevo stare un minuto di più in quel posto, mi diressi verso casa.
E durante il tragitto ripensai alle assurdità dette da Squaraus. Se fosse stato vero che "i desideri più intimi di ciascuno si debbano realizzare appena fuori dalla Zona 5, una volta che le acque ti hanno sondato la mente…", che mondo avrei trovato? Nessuna guerra? Niente più rosticcerie che rovinano le lasagne mettendoci i pezzi di uovo sodo? Mi sarei trovato sposato con Alessia Marcuzzi? Con il Conto Corrente di Luca di Montezemolo? Con i poteri dell'Uomo Ragno?
Arrivai a casa a mezzanotte. Tutto sembrava uguale a prima. Dormii profondamente. Fui svegliato dalla radiosveglia, dal solito Giornale Radio Due. Notizie tutto sommato normali. La sigla però era cambiata, sembrava una sigla di telefilm. Ma lo speaker era lo stesso. Stavolta in vena di spiritosaggini, pensai. Perché alla fine del GR si era congedato con un "Lunga Vita e Prosperità" che mi aveva alquanto sorpreso. E anche innervosito un po', perché cominciarono a venirmi assurdi dubbi. Quando scesi in strada acquistai il quotidiano. E i dubbi non erano più assurdi. Erano solo strani, strani come il fatto che un film della serie “Star Trek” avesse vinto l'Oscar come miglior film. Miglior attore protagonista Patrick Stewart, per il suddetto film di Star Trek. Lo davano in più della metà delle sale, nella mia città. Ricordo perfettamente, ma probabilmente solo io ricordo perfettamente che in Italia Star Trek interessava non molta gente fino a pochi giorni prima, fino a quando le acque della Zona 5 avevano preso da una parte della mia mente questo assurdo pensiero infantile, che adesso mi faceva vedere nella pagina della programmazione televisiva innumerevoli appuntamenti Trek: la Classica su Italia Uno alle 19.45 , Next Generation su Canale 5 alle 18, Deep Space Nine su RaiDue alle 22.00, Voyager su Rai Tre alle 15.30 e alle 22.30, ed Enterprise su Rai Uno, in prima serata. Quel quotidiano pieno di foto di attori di Star Trek sembrava uno scherzo, eppure era vero, come la panchina dove stavo seduto, in Via Garibaldi. Non proprio Via Garibaldi, adesso la chiamate Via Roddenberry.
Cos'altro aggiungere al mio rapporto? Raccomandare che nessuno vada alla Zona 5, e che nessuno più torni da essa? Perché la realtà non venga distorta? Ma se tutto il genere umano segue la stessa distorsione e non si accorge del mutamento? Non sarò certo io a decidere, e non so neanche se crederete a questa mia relazione. Per quanto mi riguarda, io non credo neanche di avere avuto sempre questo nome. Forse non sono sempre stato Kirk Celsius, magari mi chiamavo Kris Celsius o Paolo Celsius.
Un'ultima cosa: lo so che non ve ne importa nulla, ma adesso per ironia della sorte sono uno dei pochi italiani che non ama guardare Star Trek, e sto spendendo una fortuna per acquistare videocassette di "Walker Texas Ranger". Non mandatemi più nella Zona 5, se torno potreste ritrovarvi Chuck Norris Presidente o Imperatore.
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Racconto pubblicato su Star Trek Italia Magazine Anno 5 n. 1, Gennaio 2003 .
L'autore ringrazia gli amici che lo convinsero del fatto che scrivere una parodia Trek di SOLARIS, il capolavoro di Stanislaw Lem, fosse pura follia. Ma la rubrica dello S.T.I.M. dove mensilmente scrivevo il mio pezzo si chiamava "Crazy Trek".
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