venerdì 20 marzo 2020

20 anni di terapia.

    Il marzo del 2000 fu un mese appartenente a un periodo interessante, quello che accadde fu decisivo per la mia vita, per così dire, artistica. Ero il Navarca, mi ero già dato questo nickname, vi racconterò il perché in un altro capitolo di questa storia.
    “Capitolo? Che, niente niente, dopo l’altro articolo sulla fanzine Inside Star Trek, stai a fare la storia delle avventure di te medesimo nell’universo Trek raccontato da chi raccontava i trekker?”. 
    E niente, lasciate stare la vocina che cerca di confonderci e andiamo per ordine.
    Come narrato in “Star Trek: Nuove Visioni”, collaboravo alla fanzine IST dello Star Trek Italian Club, quella che poi sarebbe divenuta la rivista ufficiale della serie. E avevo cominciato a mettere su internet, oltre che le cose che avevo pubblicato sull’IST, altro materiale divertente creato insieme al gruppo di amici siciliani con i quali ci riunivamo periodicamente, un gruppo chiamato Nave Archimede.
    Avere un sito internet in quegli anni era una gran figata (ho cercato un sinonimo, nessuno era all’altezza), era abbastanza probabile che la nicchia che seguiva un certo argomento seguisse anche te.
    In quel periodo cominciarono a fiorire, oltre che i siti amatoriali su Star Trek, anche le fanzine sul web. Periodiche, ricche di articoli, redatte da gruppi di persone che si erano conosciute attraverso i newsgroup, l’antenato dei gruppi whatsapp di oggi, per intenderci e semplificare.
    C’erano in particolare due fanzine fatte bene, una era Webtrek Italia, l’altra lo Star Trek Italia Magazine, detto STIM. Le divoravo. E sì, mi sarebbe piaciuto scrivere anche io su una webzine, CHE NOME FANTASTICO, “W E B Z I N E”.
    “Mandagli un articolo, un qualcosa...” mi diceva mia moglie , alla quale raccontavo le meraviglie delle webzine. Ma non sapevo decidermi chi contattare, che tipo di articolo mandare. E speravo che qualcuno che mi avesse intravisto nella nicchia mi cercasse per propormi una collaborazione.
    Arrivò una mail di Rodolfo Ciottoni, che dirigeva lo STIM. Concordammo che avrei fatto una rubrica umoristica. Venni iscritto alla Mailing List della fanzine, scoprii che appena entrato ero già ViceCapoRedattore, insieme ad altri avrei corretto gli articoli. Erano tutti più giovani di me, avevo 40 anni. Pochissimo tempo dopo Rodolfo passò la direzione dello STIM a Rossella Marchiselli.
    Attraverso le mail, e dalla foto sulla rivista, intuii che era una persona interessante. Non so cosa intuì lei su di me, ma cominciammo a telefonarci per parlare della rivista, poi per parlare un po’ di noi. Due vite diverse, due storie differenti, eppure affini. Ci incontrammo un giorno di novembre alla STICCON del 2000, la nostra prima convention. Rossella divenne una delle persone più importanti della mia vita e della mia famiglia, io della sua (so che posso vantarmene) e le nostre famiglie hanno passato belle vacanze insieme, pranzi, cene, turismo, e chiacchierate interminabili su Star Trek, sulla fantascienza, su tutte quelle cose che amavamo e su quello che detestavamo, e su tutto quello sul quale non eravamo mai d’accordo. Se dovessi augurare a qualcuno l’amicizia, se dovessi concretizzare il significato di questo termine astratto, vi auguro di essere amico di qualcuno come lo siamo stati io e Rossella. Fino alla fine della sua vita, meno di 4 mesi fa. Rossella riusciva a tirare il meglio di sé agli altri, molte cose che ho scritto per lo STIM venivano fuori da spunti delle nostre conversazioni. Ma questo mio primo articolo per lo STIM lo scrissi senza conoscere nessuno di loro, né Rodolfo, né Rossella, nessun redattore. Mi presentai con questo articoletto, nel marzo del 2000, venti anni fa esatti dal momento nel quale scrivo queste memorie. L’articolo fu pubblicato nel numero di Aprile del 2000 dello Star Trek Italia Magazine. Eccolo qua:

LA STARTREKTERAPIA
    Parecchi anni fa, l'Organizzazione Mondiale della Sanità diede una svolta al concetto di "salute", definendola non soltanto come l'assenza di malattie, ma come il pieno equilibrio psico-fisico della persona. Questo è un obiettivo che la scienza medica si pone sempre di più, e oggi assistiamo, accanto al progredire dei risultati della cosiddetta medicina ufficiale, alla proposta di approcci alternativi al problema della salute, intesa come quello stato di benessere che abbiamo definito all'inizio. Tra queste forme di Medicina Alternativa va segnalata la "Startrekterapia", che ai più non è ancora molto nota, ma che è oggetto di studi e sperimentazioni che stanno dando risultati sorprendenti.
    La ricca mole di materiale mediatico inerente la saga creata da Gene Roddenberry serba in sé non solo una ricchezza culturale per il nostro pianeta, ma anche una risorsa per la salute della specie umana. Non stiamo parlando appena del fatto che l'appassionato di "Star Trek" si senta meglio quando fruisce della visione dei telefilm della sua serie preferita, perché si diverte, si rilassa o si distrae, questo accade ai fans di qualsiasi telenovela o cose simili. Parliamo proprio del potere terapeutico che la visione di "Star Trek" ha nei confronti di specifici disturbi del corpo umano, e del fatto che innovative sperimentazioni propongono "Star Trek" come terapia di comuni patologie. Siamo in grado di poter fare alcuni esempi:
    IPERTENSIONE ARTERIOSA ESSENZIALE: la visione della prima mezzora del film "Star Trek - The Motion Picture" ha provocato nei soggetti osservati un abbassamento dei valori pressori, con particolare rilievo nei valori diastolici.
    INSONNIA: la visione del telefilm della serie classica "Gli anni della morte" ha risolto il problema dell'insonnia nel cento per cento dei casi in osservazione, nessuno dei soggetti è arrivato sveglio alla fine del telefilm. Si pensa di iniziare una nuova sperimentazione utilizzando la videocassetta di quest'episodio come alternativa all'anestesia totale.
    STIPSI: Non solo " Segreto di famiglia " (Sub Rosa, TNG, VII stagione) ha sbloccato con effetto immediato un gran numero di pazienti, ma anche risolto un caso di blocco intestinale. Il paziente ha avuto lo stimolo decisivo assistendo ai contorcimenti notturni della Crusher, e non è ancora uscito dal bagno.
    IMPOTENZA: la visione di Tasha Yar in "Contaminazione" ha indotto "risvegli" significativi.
    DEPRESSIONE: Paris e Janeway che diventano anfibi (e figliano pure) in "Oltre il limite" (Treshold, Voyager, II stagione) fan ridere anche i distimici più tristi.
    OBESITA': sfido chiunque a mangiare guardando "Genesi" (Genesis, TNG, VII stagione).
Inoltre si è iniziata a utilizzare la ripetuta proiezione di sequenze interpretate da Will Wheaton per provocare il vomito in soggetti che avevano ingerito sostanze tossiche e la visione dei duetti Odo-Lwaxana per ridare fiducia nei casi di depressione geriatrica (l'eccessiva quantità di zucchero di questi episodi fa sì che siano però controindicati nei diabetici). Molti soggetti ansiosi hanno avuto una sensibile diminuzione della loro paura che possa accadere qualcosa di terribile da un momento all'altro, assistendo a "Star Trek V", dove non accade nulla per tutto il film.
    Certo, siamo ancora lontani dal giorno in cui i medici potranno usare i loro ricettari per prescrivere cure a base di "Star Trek", ma ci sembra che questi studi possano senz'altro contribuire a migliorare la qualità della vita umana.
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1 commento:

Paola ha detto...

Navarca: come te non c'è nessuno!
https://youtu.be/Yo5R7HdQj5Q ;-)