È
notizia di questi giorni: la rivista dei soci dello Star Trek Italian
Club “Alberto Lisiero” giunge al suo duecentesimo numero, e in
questa occasione è cambiata nella sua veste grafica e
nell’impostazione.
E
per farla conoscere a tutti, e anche per mostrare al mondo quante
belle cose faccia il club italiano di Star Trek, il direttivo dello
S.T.I.C. - A.L. ha deciso di dare a
chiunque
voglia
la
possibilità di leggere il numero 1 del nuovo corso del magazine,
rendendolo disponibile gratuitamente.
Per
poterlo leggere, quindi, andate alla pagina
http://www.stic.it/stic_rivista.html e,
scorrendo verso il basso, vedrete il numero 1 (200 secondo la
vecchia numerazione) di una rivista sul mondo di Star Trek con una
storia a fumetti incredibile, dove vediamo in azione l’equipaggio
di J. T. Kirk in un'avventura inedita. Potete
inoltre trovare rubriche
sulle novità della saga più importante della storia
dell’intrattenimento televisivo. In particolare si parla di
“Picard”, la serie attualmente in onda su Prime TV, dove stiamo
ammirando le avventure di personaggi storici dei telefilm della fine
del secolo scorso, alle prese con avvenimenti che li riportano in
pista circa venti anni dopo. Ci sono anche le foto di una recente
convention del Club, oltre ad articoli di approfondimento sulla
creazione delle storie di Star Trek, sulle colonne sonore dei film
della saga, sugli aspetti di un universo letterario, cinematografico
e televisivo immenso.
Perchè
vi parlo di questo nel mio Blog? Il motivo è il legame profondo con
questa rivista. Iniziai a collaborare con “INSIDE STAR TREK”
(questo il nome della fanzine storica) nel lontano 1998, ma…
partiamo dall’inizio.
Conobbi
la fanzine italiana quasi 30 anni fa. L'indirizzo dello Star Trek
italian Club si trovava in fondo a un volumetto edito dalla Garden
Editoriale, “Il figlio del passato”, un romanzo imperniato sulla
figura del vulcaniano Spock. In quel periodo leggevo tanta
fantascienza, lavoravo in un piccolo paese sulle Alpi Cozie e i miei
turni in Guardia Medica comportavano lunghe pause tra una visita e
l’altra e lunghi viaggi in treno per raggiungere il luogo di
lavoro. Pensai bene che queste avventure di Star Trek cominciavano
davvero a piacermi, in particolare il film “Star Trek IV rotta
verso la Terra” mi aveva divertito tantissimo. Divoravo
fantascienza fin da quando ero ragazzino, ma Star Trek d'improvviso
mi si svelò
come un modo vivace e stimolante di vivere la mia passione per la science
fiction. Non potevo non iscrivermi subito allo Star Trek Italian
Club. Cominciai così a ricevere i numeri di questo magazine,
tutto in bianco e nero, fatto in casa ma fatto bene.
Cercai
di recuperare quanto più Star Trek possibile, acquistai le
“raccolte” dei libri di Star Trek della Garden, noleggiai VHS in
diversi negozi di videonoleggio, ero diventato un trekker. Mi vengono
gli occhi lucidi nello scrivere questa parola benedetta. Trekker.
E
poi…
Era
il 1995 e in quel periodo eravamo in gara io e Giovanni Paolo II, su
chi facesse più
chilometri
in un mese per andare a lavorare. Prendevo il treno (le tariffe
scontate in aereo non esistevano ancora) quattro volte al mese, due
volte sud-nord e due volte nord-sud. Solo l'ultimo anno non pendolai
più e mi trasferii a Cuneo con la famiglia.
Quel
periodo è noto ai trekker anche per una peculiarità storica: Star
Trek The Next
Generation
veniva trasmesso in Prima TV tutti i pomeriggi. Spesso non ero in
casa
a quell'ora, e allora vedevamo la puntata in differita. Avevamo
portato
con
noi un televisorino a 14 pollici e il videoregistratore, in un
trasloco
avventurosissimo
fatto con una Citroen Visa. Ero un trekker? Sì, lo ero e ciò era
importante ma non mi rendevo ancora conto di quanto lo fosse,
diamine. Ci sta bene un “diamine”, fa chic.
Ricevevo
la fanzine della quale parliamo in questo articolo ma non avevo
contatti con altri soci, che poteva mai fare uno che non sapeva
neanche dove avrebbe abitato e lavorato nei mesi successivi?
Ma
il destino ci mise lo zampino, ci mise.
Una
sera che non dovevo andare a lavorare (Pronto Soccorso di Cuneo) io e
mia moglie prendemmo la cassettona (E240, questa sigla direbbe poco
ai miei giovanissimi lettori, se esistessero) dove in automatico,
alla stessa ora ogni giorno, il videoregistratore registrava la
puntata di Star trek The Next Generation, la serie con protagonista
quel Capitano Picard della serie in onda in questi giorni.
I
nostri due bimbi, allora piccolissimi, vedevano sempre volentieri con
noi quelle avventure. La mia figlia minore, ogni volta che durante la
sigla apparivano gli astri, mentre la voce fuori campo di Picard
declamava "Spazio, ultima frontiera..." indicava sempre lo
schermo del televisore e diceva sempre la stessa frase: "Aua, aè
quechi?",
che
significava "Mamma, cos'è questo?".
Il
rito si completava alla fine della frase: "per arrivare là dove
nessuno è mai giunto prima". La sigla del telefilm iniziava il
suo "Paa-pa- pa- pà pappappaaà" mentre la scritta "Star
Trek The Next Generation" tutta blu appariva sul fondo stellato.
Era il momento nel quale io e mia moglie prendevamo in braccio un
figlio ciascuno. E ballavamo al ritmo delle note della sigla per
tutta la stanza.
Ci
sarebbero dovute essere ben quattro puntate da vedere, nella cassetta
E240.
Il
primo episodio era la prima parte di "L'attacco dei Borg",
si concludeva con il capitano Picard assimilato dai Borg. Finiva con
un "Fine della prima parte". La seconda parte
dell'episodio, invece, non era stata registrata. Nessuno potè mai
risalire alle cause del disguido tecnico, ma dopo la prima parte de
"L'attacco dei Borg" c'era, nella cassetta, un episodio
dove Picard era tornato "non assimilato". Come aveva potuto
liberarsi dai Borg? Cosa aveva sciolto Locutus dal Collettivo? Non
c'era modo di saperlo. Non conoscevo nessuno che vedesse quel
telefilm. Non avevo nessun modo per recuperare quella puntata.
Ma
forse c'era una possibilità: avevo portato con me, a Cuneo, un copia
del bellissimo giornalino che oggi raggiunge il numero 200, l’
INSIDE STAR TREK, che ricevevo al mio indirizzo di Catania. Scrissi
una lettera alla redazione chiedendo si pubblicasse sull' IST un
annuncio, sperai di essere contattato da qualche socio che avesse
registrato la seconda parte de "L'attacco dei Borg".
Fui
contattato molti mesi dopo, quando non lavoravo più in Piemonte.
Non
ero più pendolare nè emigrante. Una persona ci invitò a casa sua
per darci la cassetta che desideravamo. La vedemmo insieme. Non
facemmo il rito del balletto sulla sigla perchè non si pensasse che
eravamo una famiglia di pazzi.
Fu
l'inizio di una nuova era, cominciai a conoscere altri trekker, e lo
STIC non era più solo quella rivista che parlava di Star Trek, ma
molto molto di più. Tutto per un videoregistratore che non aveva
registrato una puntata. Lo avesse fatto con una puntata meno
importante non ci avremmo fatto caso, ma lo ha fatto con la seconda
puntata de "L'attacco dei Borg". Pensate che la nuova serie
“Picard” riprende molto proprio quella puntata.
Dovevamo
sapere come finiva quell'episodio. Ricordo quella mattina. Dopo mesi
e mesi senza conoscere cosa o chi avesse liberato il nostro capitano,
vidi Picard in una cabina, circondato dai suoi amici che cercavano di
togliere la sua mente da quella orribile prigione. "Dormire..."
diceva. Io piangevo di commozione, ricordo. Ed ero grato a chi, senza
conoscermi, mi aveva dato questa possibilità. Un club di trekker...
però... che bella cosa! Da quel giorno non fui solo un iscritto allo
Star Trek Italian Club.
Sono
uno che ama lo Star Trek Italian Club. Ma la storia aveva altre cose
interessanti da riservarmi. Con il gruppo di amici siciliani
cominciammo a vederci periodicamente, e le nostre riunioni generavano
“Diari di bordo” creativi e divertenti che spedivamo all’ IST,
che li pubblicava. E facevamo anche una rivistina tutta nostra, Trek
Net News, curata da Leonardo Signorino. Lì cominciai a
scrivere una serie di parodie delle storie di Picard e soci. Una
specie di guida alternativa agli episodi. Si intitolava “De
alternativ gaid tu de necst generescion”.
Gabriela
Guidetti, che si occupava dei contatti con i soci in tutta Italia,
fece vedere ad Alberto Lisiero, l'Ammiraglio, il riferimento dei
trekker italiani che curava l’IST e guidava il Club, la nostra
rivista. E un bel giorno, avevo da poco il computer e internet,
ricevetti una mail che ancora conservo.
“Ciao,
sono Alberto Lisiero.
Gabriela
mi ha fatto avere il file della 'Gaid', che ho trovato davvero spassosa.
E'
mia intenzione metterla nella rubrica Fuori di Trek del primo IST
raggiungibile,
magari inserendo solo la prima stagione (e mettendo le altre piu' in
la').
Che
ne dici?"
La
mia “gaid” divenne una rubrica fissa dell’IST, dove pubblicai
anche parodie dei film e altri articoli e interventi, tra i quali le
storie di MAILSTIC, la mailing list dello Star Trek Italian Club, e
“Mai dire trekker”, che vinse anche il Premio Italia come miglior
articolo su rivista professionale. Perché negli anni la fanzine
divenne poi rivista professionale, INSIDE
STAR TREK MAGAZINE, per gli amici ISTM.
Dal 2000 in poi cominciai a frequentare le convention, l’amicizia
con Alberto Lisiero non fu più solo tramite mail. Alberto è uno
degli uomini più illustri che abbia mai conosciuto. Persona
straordinaria, mi ha insegnato a pensare meglio su ogni riga che
scrivo, a immaginare chi prendesse in mano un articolo. Per
rispettarlo. Sì, per rispettarlo.
Questo
era Alberto. È morto d’improvviso 7 anni fa, ha generato una
realtà di amicizia e cultura che riempie la mia vita e quella di
tanti amici che lo Star Trek Italian Club mi ha portato
.
Che
aspettate? Andate subito a scaricare il numero 200, il numero uno
della rivista STAR TREK NEW VISIONS.
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2 commenti:
Grazie, dal profondo del cuore. Come sempre sai sintetizzare storie ed emozioni con poche parole essenziali. Grazie.
Gabriella
Anche il #201 gratis per tutti dalla stessa pagina
http://www.stic.it/news/2020/03/22/e-a-tempo-di-record-ecco-star-trek-new-visions-2-e-ancora-gratis-per-tutti/?fbclid=IwAR3wBq6XhkQmSdp_CtFEwIuFvV09qu_DR0XAUTVHUjTSnIh4TikBoOCydGU
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