Dove nessuna serie è arrivata prima. É la realizzazione di progetti sognati, immaginati.
L'universo fantastico, narrato in molti modi in una avventura pluridecennale, declinato attraverso le problematiche sociali di diverse generazioni, più volte espressione del presente rappresentato attraverso l’espediente dell’ immaginare il futuro, stavolta è raccontato da un punto di vista diverso, e con la forma della commedia animata.
Arriva in Italia, con la supervisione ai dialoghi italiani dello Star Trek Italian Club Alberto Lisiero, la serie creata per il nostro divertimento, per darci lunga vita, ad ammirare questa luna metallo, e quando suonano le sirene ci sembra quasi che canti il gallo. Star Trek Lower Decks, in streaming su Amazon Prime ( qui il trailer ), è una serie a cartoni animati ambientata nell’ universo di Star Trek, la saga creata da Gene Roddenberry nel 1966, che vanta più di 800 episodi televisivi e 13 film.
Ambientata nel periodo successivo agli avvenimenti del film “La Nemesi”, Lower Decks di fatto è la serie che riprende gli avvenimenti della continuity come li avevamo lasciati quasi 20 anni fa (ricordiamo che la serie Picard, invece, sceglie di farli passare tutti, i 20 anni da allora).
La grande novità di questa serie non è l’essere un cartone animato (già Kirk e Spock hanno avuto ben 2 stagioni animate con sceneggiature di tutto rispetto), ma il fatto che ci racconta la vita a bordo dei personaggi che in genere non sono in primo piano nelle altre serie. E puzza di sudore dal boccaporto e odore di mare morto.
Al centro non vi sono i conflitti stellari, i negoziati con razze aliene, le eroiche missioni di Ufficiali Superiori, ma la vita che si svolge in altre parti dell’astronave impegnata in conflitti stellari, negoziati con razze aliene, eroiche missioni di Ufficiali Superiori. Il risultato è uno spasso, indirizzato a un pubblico non di appassionati di Star Trek o di fantascienza, ma semplicemente a quel pubblico televisivo che cerca storie divertenti e vivaci, come di fronte a questo viaggio davvero mondiale, a questa luna gigante.
Vi è un uso degli stereotipi della commedia che, attraverso le storie nello spazio profondo trova nuove forme di divertimento, e ciò è per la delizia di tutti.
Paradossalmente, mi ripeto nel sottolineare questo aspetto, divertirà di più chi non segue queste serie che gli appassionati, che magari cercano certe strutture narrative che puntualmente questa meraviglia di cartoon tende a distruggere per il sollazzo di giovani e meno giovani.
C 'è un momento di un episodio nel quale i personaggi dicono chiaramente delle parolacce che vengono coperte da dei bip, loro avvertono che esistono questi bip che stanno coprendo le loro parole, e con un certo smarrimento si chiedono cosa stia accadendo. Ciò, oltre che farmi sovvenire il mio politicalcorrettore quantico, colloca la serie fuori dall’ ingessato mondo delle serie normali e la sposta nel campo dello show comico irriverente al punto del manifestare senza pudore la propria natura di finzione.
Le battute su Star Trek e le parodie dei telefilm più iconici della serie le ritroviamo dappertutto in cartoni animati come i Simpson, i Griffin , per non parlare di telefilm come The Big Bang Theory, o il film Galaxy Quest e la serie The Orville. Ma qui, con Lower Decks, l'emozione é diversa. Totalmente diversa. Non ci troviamo dentro una parodia ( e Lower Decks non lo è mai neanche quando, ogni tanto, dà la propria versione di cose già viste in Star Trek) ma dentro Star Trek. Tutto quello che viene detto, citato, tutti i personaggi dello Star Trek conosciuto che vengono nominati o che vi appaiono, esistono nello stesso universo, nella stessa linea temporale di tutte le storie della saga.
L'universo fantastico, narrato in molti modi in una avventura pluridecennale, declinato attraverso le problematiche sociali di diverse generazioni, più volte espressione del presente rappresentato attraverso l’espediente dell’ immaginare il futuro, stavolta è raccontato da un punto di vista diverso, e con la forma della commedia animata.
Arriva in Italia, con la supervisione ai dialoghi italiani dello Star Trek Italian Club Alberto Lisiero, la serie creata per il nostro divertimento, per darci lunga vita, ad ammirare questa luna metallo, e quando suonano le sirene ci sembra quasi che canti il gallo. Star Trek Lower Decks, in streaming su Amazon Prime ( qui il trailer ), è una serie a cartoni animati ambientata nell’ universo di Star Trek, la saga creata da Gene Roddenberry nel 1966, che vanta più di 800 episodi televisivi e 13 film.
Ambientata nel periodo successivo agli avvenimenti del film “La Nemesi”, Lower Decks di fatto è la serie che riprende gli avvenimenti della continuity come li avevamo lasciati quasi 20 anni fa (ricordiamo che la serie Picard, invece, sceglie di farli passare tutti, i 20 anni da allora).
La grande novità di questa serie non è l’essere un cartone animato (già Kirk e Spock hanno avuto ben 2 stagioni animate con sceneggiature di tutto rispetto), ma il fatto che ci racconta la vita a bordo dei personaggi che in genere non sono in primo piano nelle altre serie. E puzza di sudore dal boccaporto e odore di mare morto.
Al centro non vi sono i conflitti stellari, i negoziati con razze aliene, le eroiche missioni di Ufficiali Superiori, ma la vita che si svolge in altre parti dell’astronave impegnata in conflitti stellari, negoziati con razze aliene, eroiche missioni di Ufficiali Superiori. Il risultato è uno spasso, indirizzato a un pubblico non di appassionati di Star Trek o di fantascienza, ma semplicemente a quel pubblico televisivo che cerca storie divertenti e vivaci, come di fronte a questo viaggio davvero mondiale, a questa luna gigante.
Vi è un uso degli stereotipi della commedia che, attraverso le storie nello spazio profondo trova nuove forme di divertimento, e ciò è per la delizia di tutti.
Paradossalmente, mi ripeto nel sottolineare questo aspetto, divertirà di più chi non segue queste serie che gli appassionati, che magari cercano certe strutture narrative che puntualmente questa meraviglia di cartoon tende a distruggere per il sollazzo di giovani e meno giovani.
C 'è un momento di un episodio nel quale i personaggi dicono chiaramente delle parolacce che vengono coperte da dei bip, loro avvertono che esistono questi bip che stanno coprendo le loro parole, e con un certo smarrimento si chiedono cosa stia accadendo. Ciò, oltre che farmi sovvenire il mio politicalcorrettore quantico, colloca la serie fuori dall’ ingessato mondo delle serie normali e la sposta nel campo dello show comico irriverente al punto del manifestare senza pudore la propria natura di finzione.
Le battute su Star Trek e le parodie dei telefilm più iconici della serie le ritroviamo dappertutto in cartoni animati come i Simpson, i Griffin , per non parlare di telefilm come The Big Bang Theory, o il film Galaxy Quest e la serie The Orville. Ma qui, con Lower Decks, l'emozione é diversa. Totalmente diversa. Non ci troviamo dentro una parodia ( e Lower Decks non lo è mai neanche quando, ogni tanto, dà la propria versione di cose già viste in Star Trek) ma dentro Star Trek. Tutto quello che viene detto, citato, tutti i personaggi dello Star Trek conosciuto che vengono nominati o che vi appaiono, esistono nello stesso universo, nella stessa linea temporale di tutte le storie della saga.
E assistere a questo cartone animato guardando quanto è paradossale e fantasioso ogni avvenimento, vi pone come innanzi a qualunque fatto visto in Star Trek, ha lo stesso valore in continuity, ma è una commedia. E per di più, state ben attenti, godibile anche se non si conosce Star Trek, perché ci troviamo di fronte a una nuova dinamica di narrazione, a un nuovo ambito. Forse, fra tutte le produzioni che da tempo tentano di portare le storie targate Star Trek anche ai non trekker, questa è la strada più indovinata.
Per quanto riguarda i trekker, ovviamente, ce n'è anche per loro, ma stavolta questi personaggi dei ponti bassi conoscono le avventure delle navi della flotta e ne parlano come ne può parlare un trekker reale al di qua dello schermo, loro parlano della "loro" Enterprise di Picard, ma é la nostra, noi siamo loro in quel momento. E stavolta è tutta un’altra storia. Perché abbiamo a che fare con un cartoon-commedia. Come i Simpson, per intenderci. Quel tipo di cartone che fu inventato da Hanna & Barbera con i Flinstones, quei cartoni che contengono tutto. Avventura, sentimenti, equivoci, soprattutto risate.
E con l’orchestra che ci accompagna, su questi nuovi ritmi americani, appena aprirete la puntata, in alto a sinistra vi apparirà un bel disclaimer posto lì per avvertire che non è un cartone del tipo Peppa Pig. C’è scritto esattamente “violenza, contenuto sessuale, uso di droghe, linguaggio volgare” . Detto così sembra che stiate per vedere un mix tra "Euphoria", "Natale a Miami" e "Dexter", ma non è così, stiamo tranquilli. Lower Decks è sano divertimento, è quell’ umorismo adulto dei cartoni-commedia già citati, come lo show dei Simpson, che ha arricchito culturalmente, possiamo dirlo, due generazioni, con buona pace delle menti chiuse che lo ritenevano diseducativo ('rtacci loro, quanto danno hanno fatto ai loro figli privandoli dei Simpson).
Io amo due generi, la commedia e la fantascienza, e adoro la loro commistione. Lower Decks è la concretizzazione di una visione insita nei migliori trekker. Ho immaginato qualcosa del genere e anche realizzato in proposito qualche libro e diversi racconti, ma erano fantasie di un fan, adesso sono cose della Paramount.
I “Lower Decks” sono letteralmente i ponti inferiori dell’ astronave Uss Cerritos, e proprio sottocoperta si svolgono prevalentemente (o almeno così preferiamo far credere a chi non ha ancora visto la serie) le avventure dei nostri protagonisti:
Il Guardiamarina Beckett Mariner, figlia scavezzacollo di un Ammiraglio della Federazione e del capitano della Cerritos. Schietta e insubordinata, è adorabile come tutti i personaggi che traggono forza dalle loro fragilità e insicurezze, la sua intelligenza le dà l’impeto da leader, ma lei ama restare in una zona oscillante tra l’ intervenire con decisione e il basso profilo. Rifugge i cambiamenti di status, ha l’età e l’esperienza per salire di grado ma preferisce i Lower Decks come suo ambiente ideale. Il suo voler sembrare dura e fredda, quando allo spettatore è evidente quanta tenera profondità ha il cuore di questa ragazza, la rende adorabile, a mio parere. Pochi tratti di matita creano uno dei personaggi migliori di Star Trek, tutto ciò crea la magia di desiderare di essere amici di un disegnino. Prodigio dell’arte, Miracoli di Star Trek.
E c’è il Guardiamarina Brad Boimler. Al contrario di Mariner, è precisino, obbediente, desideroso di una promozione, e ogni volta che si paragona con lei manifesta rabbia e frustrazione, come in qualsiasi serie adolescenziale, ma con grandi effetti comici, visto che Boimler tende a combinare grossi guai abbastanza spesso.
Poi abbiamo una Orioniana, il Guardiamarina D'Vana Tendi. Sempre entusiasta, ottimista, desiderosa di nuove esperienze, curiosa e generosa. Gli Orioniani sono degli alieni che in Star Trek sono noti per il loro pianeta dove è normale la compravendita di schiavi, ma questa è un’altra storia, e se conoscete Star Trek anche solo di sfuggita avete nella testa sicuramente qualche immagine di schiave orioniane, vista l'iconicità di tali verdi creature.
Non del tutto umano è il Guardiamarina Samanthan Rutherford. È un potenziato, ha cioè degli innesti artificiali che ne potenziano le capacità (come il Tenente Airiam di Star Trek Discovery) . I suoi impianti cibernetici gli consentono efficienza ma anche guai come in ogni commedia che si rispetti, adora il suo lavoro nella sezione Ingegneria della Cerritos, vi ricorderà di sicuro molti ingegneri che avete conosciuto nella vita reale e in Star Trek.
Per quanto riguarda i trekker, ovviamente, ce n'è anche per loro, ma stavolta questi personaggi dei ponti bassi conoscono le avventure delle navi della flotta e ne parlano come ne può parlare un trekker reale al di qua dello schermo, loro parlano della "loro" Enterprise di Picard, ma é la nostra, noi siamo loro in quel momento. E stavolta è tutta un’altra storia. Perché abbiamo a che fare con un cartoon-commedia. Come i Simpson, per intenderci. Quel tipo di cartone che fu inventato da Hanna & Barbera con i Flinstones, quei cartoni che contengono tutto. Avventura, sentimenti, equivoci, soprattutto risate.
E con l’orchestra che ci accompagna, su questi nuovi ritmi americani, appena aprirete la puntata, in alto a sinistra vi apparirà un bel disclaimer posto lì per avvertire che non è un cartone del tipo Peppa Pig. C’è scritto esattamente “violenza, contenuto sessuale, uso di droghe, linguaggio volgare” . Detto così sembra che stiate per vedere un mix tra "Euphoria", "Natale a Miami" e "Dexter", ma non è così, stiamo tranquilli. Lower Decks è sano divertimento, è quell’ umorismo adulto dei cartoni-commedia già citati, come lo show dei Simpson, che ha arricchito culturalmente, possiamo dirlo, due generazioni, con buona pace delle menti chiuse che lo ritenevano diseducativo ('rtacci loro, quanto danno hanno fatto ai loro figli privandoli dei Simpson).
Io amo due generi, la commedia e la fantascienza, e adoro la loro commistione. Lower Decks è la concretizzazione di una visione insita nei migliori trekker. Ho immaginato qualcosa del genere e anche realizzato in proposito qualche libro e diversi racconti, ma erano fantasie di un fan, adesso sono cose della Paramount.
I “Lower Decks” sono letteralmente i ponti inferiori dell’ astronave Uss Cerritos, e proprio sottocoperta si svolgono prevalentemente (o almeno così preferiamo far credere a chi non ha ancora visto la serie) le avventure dei nostri protagonisti:
Il Guardiamarina Beckett Mariner, figlia scavezzacollo di un Ammiraglio della Federazione e del capitano della Cerritos. Schietta e insubordinata, è adorabile come tutti i personaggi che traggono forza dalle loro fragilità e insicurezze, la sua intelligenza le dà l’impeto da leader, ma lei ama restare in una zona oscillante tra l’ intervenire con decisione e il basso profilo. Rifugge i cambiamenti di status, ha l’età e l’esperienza per salire di grado ma preferisce i Lower Decks come suo ambiente ideale. Il suo voler sembrare dura e fredda, quando allo spettatore è evidente quanta tenera profondità ha il cuore di questa ragazza, la rende adorabile, a mio parere. Pochi tratti di matita creano uno dei personaggi migliori di Star Trek, tutto ciò crea la magia di desiderare di essere amici di un disegnino. Prodigio dell’arte, Miracoli di Star Trek.
E c’è il Guardiamarina Brad Boimler. Al contrario di Mariner, è precisino, obbediente, desideroso di una promozione, e ogni volta che si paragona con lei manifesta rabbia e frustrazione, come in qualsiasi serie adolescenziale, ma con grandi effetti comici, visto che Boimler tende a combinare grossi guai abbastanza spesso.
Poi abbiamo una Orioniana, il Guardiamarina D'Vana Tendi. Sempre entusiasta, ottimista, desiderosa di nuove esperienze, curiosa e generosa. Gli Orioniani sono degli alieni che in Star Trek sono noti per il loro pianeta dove è normale la compravendita di schiavi, ma questa è un’altra storia, e se conoscete Star Trek anche solo di sfuggita avete nella testa sicuramente qualche immagine di schiave orioniane, vista l'iconicità di tali verdi creature.
Non del tutto umano è il Guardiamarina Samanthan Rutherford. È un potenziato, ha cioè degli innesti artificiali che ne potenziano le capacità (come il Tenente Airiam di Star Trek Discovery) . I suoi impianti cibernetici gli consentono efficienza ma anche guai come in ogni commedia che si rispetti, adora il suo lavoro nella sezione Ingegneria della Cerritos, vi ricorderà di sicuro molti ingegneri che avete conosciuto nella vita reale e in Star Trek.
Sono un quartetto perfetto. La brunetta, la biondina, l’allampanato e quello sempre in ordine. No, aspetta, quelli sono i Ricchi e Poveri.
Devono averci studiato molto, questi autori, nel creare questi personaggi. Perché rispondono all’ esigenza che abbiamo noi spettatori della saga, vogliamo che attraverso le storie si sondi l’animo umano, si approfondiscano argomenti interessanti. Se nelle storie dei telefilm ciò avveniva con qualche necessario siparietto di attenuazione della seriosità delle trame, qui il tutto avviene all’interno della rappresentazione scenica leggera e dissacrante. Lower Decks si ricorda del profondo lavoro degli umoristi, della sacra missione della comicità. Che non è quella di non farci pensare, è quella di farci pensare meglio. Nulla è più critico dello sguardo satirico, si pensi al Grande Dittatore di Chaplin o a Fantozzi di Paolo Villaggio, che descrivono la storia e il costume in modo mirabile.
Devono averci studiato molto, questi autori, nel creare questi personaggi. Perché rispondono all’ esigenza che abbiamo noi spettatori della saga, vogliamo che attraverso le storie si sondi l’animo umano, si approfondiscano argomenti interessanti. Se nelle storie dei telefilm ciò avveniva con qualche necessario siparietto di attenuazione della seriosità delle trame, qui il tutto avviene all’interno della rappresentazione scenica leggera e dissacrante. Lower Decks si ricorda del profondo lavoro degli umoristi, della sacra missione della comicità. Che non è quella di non farci pensare, è quella di farci pensare meglio. Nulla è più critico dello sguardo satirico, si pensi al Grande Dittatore di Chaplin o a Fantozzi di Paolo Villaggio, che descrivono la storia e il costume in modo mirabile.
Lower Decks, libera dal doverci dare una storia seria a tutti i costi, pur essendo cartone animato, può a tratti offrirci narrazioni più consistenti e autentiche di una serie “normale”, ci permette di indugiare su temi a volte messi da parte dalle trame avventurose, come la formazione, il disagio di chi non si sente adeguato al proprio ruolo, la ribellione agli schemi in contrasto con la sicurezza che essi danno.
Dieci puntate di 25 minuti sono ancora poco, la Prima Stagione vola come una scatola di gianduiotti, siamo già in attesa della Seconda Stagione, sicuri che Lower Decks abbia molto da dire e da raccontare. È di fronte a piccole grandi cose come questa serie che ci sembra quasi che il ghiaccio che abbiamo nel cuore piano piano si vada a squagliare, in mezzo al fumo di questo vapore, di questa vacanza in alto mare.
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2 commenti:
Ottimo articolo
Bravo concordo in pieno. Ottima serie, sicuramente molto meglio delle due serie più recenti.
Bello che abbiano deciso di parlare di giovani ufficiali dei ponti inferiori riprendendo un famoso episodio di TNG che in originale si chiamava proprio "lower decks".
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