giovedì 18 novembre 2021

La Discovery discostata.

    Di recente i trekker europei si son trovati di botto in un loop spaziotemporale: catapultati in una atmosfera simile a quella degli anni a cavallo tra questo e l’altro millennio. 
   
È successo quello che si temeva potesse succedere: Paramount-CBS, a due (dico due) giorni del debutto mondiale della quarta stagione di Star Trek Discovery, annuncia che questa
non verrà distribuita su Netflix il giorno dopo la messa in onda in USA, e che bisognerà attendere il 2022 quando Paramount+ inizierà a trasmettere nei paesi fuori dagli USA. Dapprima solo Inghilterra, Germania, Irlanda, Austria e Svizzera vedranno gli episodi e a seguire gli altri paesi man mano che Paramount+ vi verrà attivata.
    In pratica noi italiani dovremmo vedere i contenuti di Paramount+ nei primi mesi del 2022, molto probabilmente all’interno del pacchetto Cinema di Sky e anche su altre App su piattaforme come AppleTV e dispositivi Android. E tra un po' pure Deep Space Nine, TNG, le prime tre stagioni di Disco e Voyager ....puff... spariranno da Netflix per ricomparire sul nuovo network in data da destinarsi.
Che vi devo dire?
Straniante.
    Un tempo antico, cari giovani lettori, Star Trek veniva trasmesso in USA e da noi arrivava dopo anni, a volte trasmesso di notte, con cambi repentini di programmazione, ignorato e malvoluto dalle reti.
    Poi arrivò la ulteriore crisi trek-televisiva mondiale. Niente Star Trek neanche in TV USA. Nessun telefilm per 12 anni.
    E poi arrivò la pacchia, l'abbondanza. Con l’avvento delle piattaforme di streaming fu tutto un fiorire di serie Trek: Discovery, Picard, Lower Decks, Prodigy, l’imminente Strange New World… e Discovery addirittura lo vedevi in Italia praticamente in contemporanea con gli USA, e pure Picard… un sogno… una meraviglia… che bellezza le piattaforme…
Fino a un certo punto.
Adesso non fai in tempo ad abbonarti a una che spuntano serie che vuoi vedere a tutti i costi su altre pay-tv, e non resisti, ti abboni. Ma stavolta Star Trek si sposta su una piattaforma ancora lì da venire, non vedremo fino all’anno prossimo la nostra amata Burnham sulla poltrona di Capitano della Discovery. (AGGIORNAMENTO: a una settimana dal debutto in U.S.A, la quarta stagione di Discovery è in diretta alle 21 di Venerdì, Sabato e Domenica su PLUTO.tv)
    Tutto ciò mi ha ricordato un articolo satirico che scrissi nel 2000 per la rivista “Star Trek Italia Magazine”, e che vi propongo “copiato e incollato” qui sotto.
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CHI HA INCASTRATO LA PROTESTA TREK?

(Articolo di Francesco Spadaro su Star Trek Italia Magazine, anno II, n.5, maggio 2000)

    I fans di "Star Trek" in Italia si sono più volte organizzati in forme di protesta nei confronti delle
emittenti televisive italiane, accusate di trattare gli episodi della fantastica serie in maniera non adeguata: orari impossibili, repentini cambiamenti di
programmazione, sparizioni improvvise dai palinsesti.
    L'ultima consistente "Protesta Trek" ha visto impegnati gli appassionati trekkers che si sono visti privati della programmazione settimanale di Voyager da un giorno all'altro. Una valanga di telefonate ed e-mail è giunta nei mesi scorsi agli uffici della RAI per chiedere lumi sulle ragioni del maltrattamento di "Star Trek" e per chiedere a gran voce il ritorno del telefilm sugli schermi televisivi italiani.
   Le risposte da parte della Rai sono state quasi nulle, e quando c'è stata una risposta telefonica o per posta elettronica, questa non ha mai chiarito i motivi della sospensione di una trasmissione che aveva uno share più che accettabile.
   Ma una strana e-mail giunta alla nostra redazione qualche tempo fa sembra far luce sulle ragioni nascoste del "Caso Star Trek".

"Gentile redazione,
scusate se non firmo questa lettera, ma leggendola capirete il perché. Lavoro qui all'Ufficio "Relazioni col pubblico", a volte devo rispondere alle telefonate, a volte devo leggere le lettere.
   Le richieste con argomento "Star Trek" sono molte, nei giorni in cui abbiamo saltato la puntata le telefonate sono state moltissime, almeno quante quelle delle zie di Luca Sardella (tutte le mattine si presentano più volte con un nome diverso e elogiano il programma mattutino, chiedendo più spazio per l'agreste conduttore).
   Ma a volte i fans di "Star Trek" non si comportano diversamente, una telespettatrice si presentava un giorno come casalinga con due figli fans di Voyager, un giorno come giornalista, un giorno come anziana pensionata innamorata di Chakotay . C'era uno che minacciava ogni giorno per telefono di non pagare più il canone se non mettevamo "Star Trek" in prima serata, quando gli abbiamo chiesto il numero di abbonamento ha riattaccato e non ha chiamato più. Un altro, nei giorni in cui la serie andava in onda regolarmente, reclamava urlando che rivoleva il vero Spock, quello nero non gli piaceva, e voleva che gli spiegassimo perché nel doppiaggio Sulu era diventato Kim.
   Ma parliamo delle e-mail. La gente una volta aveva praticamente smesso di scrivere. Con l'avvento di Internet il mezzo epistolare ha ritrovato una nuova vita. Solo che una volta le lettere iniziavano con "Spettabile…" e finivano con "Distinti Saluti". Oggi una lettera su due inizia con frasi del tipo "Fottuti bastardi" e finisce sempre con minacce sanguinolente. Ciò non toglie che ci sia una buona metà di lettere cortesi e motivate, ed è per questo che ho deciso di scrivervi.
   Io sono un fan di "Star Trek", un trekker convinto. Ma qui in Azienda nessuno lo deve sapere. Qui tollerano tessere di ogni partito e vizi sessuali di ogni genere, ma la passione per "Star Trek" è considerata una grave alienazione, e io tengo famiglia (una moglie casalinga, due figli, e un cane, Neelix). Dovete sapere che quando la nostra amministrazione decise di acquistare i diritti delle nuove serie di Star Trek sottraendole alla concorrenza, fu merito di una nostra funzionaria, figlia di un potentissimo dirigente della nostra Azienda. All' origine della scelta aveva avuto influenza il fatto che la signorina in questione era fidanzata con un uomo agiato che coltivava una passione incredibile per Star Trek, solo che alla vigilia delle nozze la signorina figlia del dirigente fu abbandonata dal facoltoso individuo per una ragazza sosia di Jeri Ryan, 7di9 (chiamalo scemo). Da quel dì iniziò uno strano ostruzionismo nei confronti della nostra trasmissione preferita. Tutti noi non ne conoscevamo le ragioni. 
   Insomma: nei magazzini c'erano 'sti telefilm costosissimi e noi preferivamo produrre fiction interpretate da Fabrizio Frizzi? A nulla valevano i tentativi che la segreta "Colonna Trek" dell'Azienda operava per far trasmettere "Star Trek". Provammo a ri-intitolare "Deep Space Nine" con "Un Profeta per amico" e "Voyager" con "Una capitana in famiglia", a sostituire gli ascolti di "Voyager" con quelli di "Il lotto alle otto", a spacciare l'attore che fa Gul Dukat per Pippo Baudo e quello che fa Neelix per Magalli.
   Niente da fare, Star Trek era divenuto un argomento al bando ed era stata costituita una apposita commissione denominata "Ufficio per il controllo della verosimiglianza della fiction", che di fatto stava lì apposta solo per non far passare Star Trek, se no non si spiegherebbe perché nel poliambulatorio del "Medico in famiglia" non ci siano centinaia di malati in fila. Lo slogan del gruppo era "di tutto, di più, ma niente astronavi". Persino Luca Giurato, per la sua vaga somiglianza con Spock, veniva guardato con sospetto. Non è che prima non lo si osservasse con diffidenza, solo che adesso c'era un motivo in più. Solo i grandi ascolti salvarono Enzo Biagi dall'essere allontanato perché nessuno si ricordasse del modo di parlare dei Borg.
   Fosse pure per le tre di notte o le cinque di mattina, le vostre richieste di Star Trek in Tv resteranno sempre inascoltate, e ora conoscete la torbida origine del nostro restare privi delle avventure dei nostri amici che scorazzano per la Galassia. Rassegniamoci: gli unici alieni che vedremo in TV saranno Paolo Limiti e Bruno Vespa".

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