La
nascita della saga di Star Trek è databile a mezzo
secolo fa.Nel
1966, tanto per fare mente locale del periodo, l'Agenzia Spaziale
Russa lancia nello spazio la sonda Luna 9, il primo oggetto meccanico
ad atterrare sul suolo lunare, gli stati Uniti d'America combattono
in Vietnam già da un anno, Leonìd Il'ìč Brèžnev diventa
segretario generale dell'Unione Sovietica. Siamo in piena “guerra
fredda”, un periodo lunghissimo che vedeva gli Stati Uniti
d'America in un conflitto di potere non ufficiale con l'Unione
Sovietica, e che, al di là degli aspetti bellici o spionistici,
comportava un uso dei mezzi di comunicazione volto a stabilire e
sottolineare la supremazia di un blocco geografico sull'altro.
“I
russi, i russi, gli americani”,
cantava Lucio Dalla in “Futura” nel 1980, quando ancora il muro
di Berlino divideva l'Europa. Ma in quella prima serie di Star Trek
noi vediamo un russo nella plancia dell'astronave Enterprise, il
genio di Gene Roddenberry poneva un punto chiaro: l'uomo del futuro
prossimo lavorerà per il progresso di tutta l'umanità, unita e
libera da conflitti interni.
E
ci mostra un futuro migliore, dove tante nostre paure non hanno più
motivo di esistere.
E
per quanto riguarda la nostra paura di ammalarci, il nostro bisogno
di essere curati, la ricerca di soluzioni per monitorare e curare al
meglio il nostro corpo, la saga di Star Trek ha sempre dato visioni
del nostro futuro nel campo della medicina, con soluzioni
fantastiche, immaginate a partire da domande e necessità che
l'umanità si pone di fronte a ogni aspetto della salute dell'uomo.
Le
soluzioni che gli autori dagli anni 60 fino ad oggi (non
dimentichiamo che la saga di Star trek iniziata 50 anni fa è
continuata praticamente ininterrottamente fino ad oggi e già per lil
2017 avremo una serie nuovissima)
hanno immaginato, citando conoscenze tecnologiche e scientifiche
appena agli albori, sono cose che col passare degli anni si sono
spesso realizzate nella realtà.
Il
futuro della medicina in Star Trek è ottimista: niente epidemie,
malattie gravi, danni fisici che non si possano curare. Ma mentre
oggi siamo lontani dal motore a curvatura e i viaggi interstellari o
il teletrasporto, il campo medico, assieme a quello informatico,
appare quello maggiormente in evoluzione ai nostri giorni. Le cure si
perfezionano, le gravi malattie diventano curabili, e solo una parte
di quel grande numero di malattie che uccideva l'uomo fino a pochi
decenni fa oggi è ancora minacciosa.
In
un prossimo futuro, anche alcune malattie che oggi definiamo
incurabili saranno forse sconfitte. Possiamo sperarlo, MA possiamo
anche scorgere concreti segni di speranza.
La
tecnologia medica usata in Star Trek affascina da sempre gli
spettatori, ma non è certo sempre e solo fantascientifica.
Cominciamo
con quella che è considerata la scena medica per eccellenza in Star
Trek. Se chiediamo a un fan di Star Trek la scena di argomento medico
che prima gli viene in mente, la risposta è praticamente sempre la
stessa: nel quarto film della saga il dottor McCoy si trova
catapultato dal 23esimo secolo fino alla California del ventesimo
secolo.
Nei corridoi dell'ospedale il dottore scorge una donna
anziana lamentarsi per lo stress e il malessere dovuti a una
insufficienza renale sottoposta a dialisi. McCoy impreca contro la
medicina del XX secolo, la paragona tra sé e sé al Medioevo, ha
come un rifiuto di fronte a tanta obsoleta medicina dal borbottare
che ne sapevano di più gli antichi egizi, e dà alla paziente una
piccola pastiglia.
Dopo
un po' (altra scena) vediamo la vecchina urlare felice: "Il rene
mi è ricresciuto! Il dottore mi ha dato una pillola e il rene mi è
ricresciuto!". La scena è divertente, è uno dei colpi di genio
di una sceneggiatura sublime (è questo film che mi ha fatto
letteralmente innamorare di Star Trek), ma forse, quando la abbiamo
vista la prima volta, ci è sembrata una esagerazione, un voler andar
troppo avanti nel fantastico, un immaginare una cosa impossibile.
Eppure…
Pensiamo
alle cellule totipotenti. In natura la prima cellula, lo zigote, è
totipotente. Dentro questa cellula c'è già tutto disegnato:
cervello, occhi, capelli, il nostro rene. Ma già quando comincia a
dividersi, lo zigote perde la sua TOTIPOTENZA a poco a poco.
Ma
abbiamo anche la Pluripotenza: la capacità di una singola cellula di
dividersi e di differenziarsi in uno qualsiasi dei tre strati
germinali:
endoderma
(rivestimento interno
dello stomaco, del tratto gastrointestinale, i polmoni),
mesoderma
(muscoli, ossa, sangue, urogenitale),
o
ectoderma
(tessuti epidermici e del sistema nervoso)
Oggi,
una
cellula staminale pluripotente indotta (conosciuta anche come iPS o
iPSC dall'inglese Induced Pluripotent Stem Cell) è un tipo di
cellula staminale generata artificialmente a partire da una
terminalmente differenziata (in genere una cellula del corpo umano
adulto), mediante l'introduzione di quattro geni specifici
codificanti e determinati fattori di trascrizione che ne inducono la
conversione, cioè
facciamo sì che una cellula “normale” possa essere modificata
geneticamente in una cellula “mutaforma”.
Le
cellule staminali pluripotenti indotte offrono grandi speranze nel
campo della medicina rigenerativa: la possibilità di indurne la
differenziazione nella maggior parte dei tipi cellulari di un
organismo (come ad esempio cellule neuronali, pancreatiche, cardiache
ed epatiche), può essere sfruttata nella rigenerazione
di tessuti o organi danneggiati.
Ne deriva che l' induzione alla rigenerazione di un organo non è più
fantascienza, e parliamo di una scoperta sulla quale si sta già
lavorando da 10 anni. Le Induced Pluripotent Stem Cell sono state
prodotte per la prima volta nel 2006 a partire da cellule di topo, e
nel 2007 da cellule umane in una serie di esperimenti condotti dal
gruppo del professor Shinya Yamanaka presso l'Università di Kyoto,
in Giappone.Questa
scoperta gli è valsa il premio Nobel per la medicina. Le iPSCs sono
state indicate come un importante passo in avanti nella ricerca sulle
cellule staminali, in quanto permettono ai ricercatori di ottenere
cellule staminali pluripotenti, importanti in ricerca e
potenzialmente in terapia, senza ricorrere ai controversi embrioni.
Cioè, andando un po' avanti sulle potenzialità di questa ricerca,
se tu hai bisogno di un rene io lo ottengo da una tua cellula, ad
esempio, della tua gengiva. Ne consegue anche che la possibilità di
ottenere cellule staminali a partire della cellule somatiche del
paziente le rende potenzialmente non immunogeniche, sarebbe a dire
che non c'è possibilità di rigetto, perché noi non creiamo “UN
RENE” a partire dalla tua gengiva, ma il TUO rene, l'organismo lo
riconoscerà come parte di te. Un gruppo di ricercatori della
Tsinghua University di Pechino ha creato pochi mesi fa una serie di
blocchetti di cellule staminali pluripotenti in grado di assemblarsi
per formare tessuti e organi interni. I risultati dello studio sono
stati descritti sulla rivista Biofabrication. Se pensiamo a questa
scoperta, la storia di McCoy che fa ricrescere il rene alla signora
di San Francisco non è poi così assurda.
Star
Trek ha iniziato a parlare di ingegneria genetica immediatamente dopo
la scoperta di questa innovazione scientifica (nella puntata
intitolata SPAZIO PROFONDO trasmessa il 16 febbraio 1967).
Data
Stellare 3141.9: L'Enterprise incontra il Botany Bay, un vecchio
modello di nave il cui equipaggio è ibernato da quasi 200 anni. Si
tratta di un gruppo di “POTENZIATI”, persone modificate
geneticamente per essere dei veri e propri superuomini da usare in
una guerra appunto denominata eugenetica. ATTENZIONE: le origini del
progetto di creazione dei “POTENZIATI” possono essere collocate
negli anni 60, le guerre eugenetiche tra il 1992 e il 1996. Dopo
averne risvegliato il presunto capo, Khan Noonien Singh, Kirk lo
porta a bordo dell'Enterprise. Essi erano stati esiliati. Ma Khan,
con l'aiuto di Marla McGivers, risveglia tutti i suoi uomini e si
impossessa dell'Enterprise.
Il
personaggio di Khan riapparirà nei film "L'ira di Khan" e "Into
Darkness", rispettivamente seconda e dodicesima pellicola
cinematografica derivata dalla serie Star Trek.
E
stiamo parlando del concetto di INGEGNERIA GENETICA , che fu
introdotto da Rollin Douglas Hotchkiss , biologo statunitense, solo
nel 1965 per designare l’insieme delle tecniche volte a trasferire
nella struttura della cellula di un essere vivente alcune
informazioni genetiche che altrimenti non avrebbe avuto. Il primo
passo di tali tecniche di manipolazione dei geni è stato certamente
la scoperta degli enzimi di restrizione, per la quale Werner Arber,
Daniel Nathans e Hamilton Smith ricevettero il Premio Nobel per la
Medicina nel 1978.
Il
processo avviene in varie fasi:
• estrazione
di DNA da cellule eucarioti e procarioti;
• frammentazione
delle molecole di DNA in segmenti più corti;
• identificazione
e separazione dei diversi frammenti isolati in cellule ospiti, spesso
diverse dalle cellule da cui proviene il DNA isolato.
Le
cellule ospiti con genoma manipolato possono esprimere i geni
estranei, possono anche riprodursi e fungere da sistemi di
amplificazione del gene stesso.
Per
estrarre il DNA bisogna rompere le cellule trattandole con sostanze
litiche e detergenti.
Il
termine più corretto per identificare un organismo con informazioni
genetiche di provenienza esterna è organismo transgenico.
Nel
linguaggio comune sono utilizzati anche organismo geneticamente
modificato o geneticamente ingegnerizzato.
Parliamo
adesso dell'antimateria. Questa parola, antimateria, è molto usata
in Star Trek, a partire dal funzionamento dei motori a curvatura. Noi
sappiamo che l'antimateria non è una estrapolazione ipotetica della
fisica ma qualcosa che esiste veramente, è
la materia composta dalle antiparticelle corrispondenti alle
particelle che costituiscono la materia ordinaria.
Ad
esempio, un atomo di anti-idrogeno, è composto da un anti-protone
caricato negativamente, attorno al quale orbita un positrone
(anti-elettrone) caricato positivamente.
Se
una coppia particella/antiparticella viene a contatto, le due si
annichiliscono emettendo radiazione elettromagnetica.
Senza entrare nei meandri della fisica delle particelle, campo che
esula da questa trattazione, quello che vogliamo ricordare è che
l'antimateria, così usata in tutti i modi in Star Trek, è quella
che permette il teletrasporto, l'energia immane degli armamenti e un
sacco di altre cose, ma gli utilizzi potenziali dell'antimateria non
sono per la maggior parte possibili, per via dei costi, soprattutto.
Ma è proprio nel campo della medicina che questa cosa incredibile
viene comunemente usata in decine di città solo in Italia. Oggi
l’antimateria è usata ogni giorno in medicina per analizzare lo
stato del cervello, tramite la tecnica chiamata Positron Emission
Tomography (PET).
La
PET è un metodo di indagine che permette di misurare funzioni
metaboliche e reazioni biochimiche nell'organismo vivente ed ha larga
applicazione nelle neuro-scienze, in oncologia e cardiologia.
Nella
PET i positroni provengono dal decadimento di nuclei radioattivi che
vengono incorporati in un fluido speciale, iniettato poi per via
endovenosa al paziente. I positroni emessi annichiliscono con gli
elettroni degli atomi vicini e danno luogo a due raggi gamma emessi
in direzioni opposte. Essi vengono rivelati tramite opportuni
rilevatori, disposti in “anelli” attorno al paziente, per
individuare e registrare i punti in cui si sono verificate le
annichilazioni e quindi ricostruire dove si è distribuito il
radiofarmaco nel corpo. Siamo davanti a rilevatori che forse neppure
la fantasia dei primi autori di Star Trek avrebbe immaginato. Questa
tecnica consente, non solo di studiare il comportamento cerebrale, ma
anche di diagnosticare, senza danno per il paziente, malattie gravi
come: epilessia, morbo di Parkinson, degenarazioni tumorali. È un
esame non morfologico, non è come una radiografia o una TAC che
possiamo fare anche a un corpo non vivente per osservarne la
struttura, ma è una tecnologia che individua l'attività dei tessuti
e le differenze di comportamento tra le cellule. Questi radionuclidi
sono incorporati in composti normalmente assimilati dal corpo umano,
come il glucosio, l'acqua o l'ammoniaca, e quindi iniettati nel corpo
da analizzare per tracciare i luoghi in cui vengono a distribuirsi. I
composti così contrassegnati vengono chiamati radiotraccianti o
radiofarmaci. A seconda di come si muovono questi traccianti capiamo
se una cellula non è come dovrebbe essere. Le sostanze radioattive
che si usano devono avere una vita molto breve al fine di non
provocare danni e quindi vanno prodotte in loco, pochissimi minuti
prima dell'uso. Per prepararle si bombardano atomi non radioattivi
con un fascio di protoni da una macchina acceleratrice di particelle.
E questo non in un telefilm, ma nell'ospedale vicino casa.
E
il Tricorder medico? Il tricorder in Star Trek è un apparecchio
dotato di sensori. I medici e gli infermieri usano un apposito
tricorder che misura i parametri vitali dei pazienti. In borsa io ho
un apparecchio poco più grande di un ditale che mi consente di
conoscere la saturazione di ossigeno del paziente e la sua freqenza
cardiaca solo appoggiandolo sull ' unghia del dito . Ha un piccolo
schermo a colori e l'ho comprato per poche decine di euro. Oggigiorno
abbiamo apparecchi portatili con sensori in grado di misurare
pressione del sangue, temperatura, livelli di ossigeno, ritmo
cardiaco e respiratorio. Vengono periodicamente annunciati apparecchi
che fanno tutte queste cose, su internet ne troverete uno che si
collega allo Smartphone via Bluetooth.
Ma
io voglio citarne uno in particolare già in commercio in farmacia e
che non nomino per non fargli pubblicità, che consente di monitorare
la glicemia non appena senza pungere il corpo, ma appoggiandolo anche
sui vestiti, fino a 4 centimetri di distanza. Il diabetico che
necessiti di conoscere spesso il proprio livello di glucosio nel
sangue allo scopo di quantificare quanta insulina deve fare, ha un
sensore applicato al proprio corpo, una specie di cerotto appiccicato
sulla parte superiore del braccio. Ogni volta che vuole sapere la
propria glicemia può conoscerla solo avvicinando questo piccolo
tricorder. Tricorder medici completi veri e propri come quelli di
Bashir non sono ancora possibili, ma quando tutti gli enormi
strumenti diagnostici usati negli ospedali potranno essere
rimpiccioliti avremo qualcosa di molto simile se non identico.
Andando
avanti con gli oggetti medici Trek, una cosa che vediamo nei telefilm
e che vorremmo avere ogni volta che dobbiamo subire una iniezione è
una siringa senza ago. Gli sceneggiatori di STAR TREK proposero
l'hypospray, un dispositivo medico allora immaginario costituito da
una siringa senza ago.
Famosa
è la scena, forse il più divertente prologo della storia di Star
Trek, del quarto episodio della sesta stagione di Star Trek Voyager,
dal titolo “Stagnaio, tenore, dottore spia”, in originale “Tinker
Tenor Doctor Spy”, quando il dottore olografico si fa lanciare al
volo (chiedendolo a Paris cantando sulle note de “la donna è
mobile”) un hypospray per sedare l'Ufficiale Tuvok, vulcaniano in
preda alla furia del Ponn Farr, la tempesta ormonale che ogni 7 anni
invade questa razza.
Paris,
please find a way
to
load a hypospray
I
will give you the sign
just
aim for his behind.
In
realtà, la siringa senza ago già negli anni '80 ha attraversato la
barriera della fantascienza concretizzandosi in un presidio
disponibile specialmente per la somministrazione di vaccini a masse
di popolazione. La forte pressione esercitata attraverso la cute
determinava un buon assorbimento della sostanza da iniettare.
La
siringa senza ago attualmente diffusa e in commercio, esistono
diversi brevetti e diversi tipi ma sostanzialmente funzionano in modo
simile, elimina la paura dell'iniezione ed allo stesso tempo elimina
il rischio di trasmissione di malattie infettive come l'epatite o HIV
per contaminazione da punture accidentali. Milioni di ferite
accidentali da ago vengono riportate ogni anno.
L'inoculazione
è sicura e quasi indolore, migliorando quindi sensibilmente
l'obbligo di trattamento dei pazienti cronici. Adottando questa
tecnica innovativa, l'attuale concetto d'iniezione dei medicinali è
cambiato, anche se il suo uso è ancora limitato.
Si
inietta un sottilissimo getto ad alta pressione di liquido attraverso
gli strati superficiali della cute. La pressione viene generata dalla
carica di una molla, ed è sufficiente a far penetrare il farmaco
sino ad una profondità analoga a quella di un comune ago, e
garantisce in tal modo un migliore assorbimento.
Un'altro
oggetto di Star Trek che vediamo spesso è il visore di Geordi La
Forge, che gli consente di vedere anche se è cieco. Nel passaggio
dalla serie televisiva a quella cinematografica la serie fa un passo
avanti con un upgrade significativo, La Forge non ha più il visore
ma occhi artificiali.
Per
quanto riguarda il visore oggi è in sperimentazione un apparato che può
essere costituito da un impianto epiretinale (cioè esterno
all'occhio) associato ad una telecamera esterna, montata su degli
occhiali che trasmettono segnali (senza fili, usando onde radio) a
impianti inseriti nella retina che a loro volta trasmettono segnali
al nervo ottico. Ma esistono anche apparecchi del secondo tipo, con
un impianto subretinale (un chip sotto la retina) che non hanno
bisogno di dispositivi esterni all'occhio. L'impianto epiretinale in
ambedue i casi simula la funzionalità della retina, collocata sul
fondo del bulbo oculare.
Questa
tecnologia, sviluppata nei primi anni del XXI secolo riesce a
interpretare e produrre immagini composte da un numero variabile tra
16 e 1500 pixel in toni di grigio, ma rappresenta un primo passo
verso la realizzazione di impianti di prestazioni maggiori. Dato che
i segnali generati dall'occhio artificiale vengono poi inviati al
nervo ottico, è essenziale che questo sia integro. Inoltre, la
retina deve avere un minimo di vitalità perché il chip non fa altro
che stimolare le cellule nervose ancora vive le quali, a loro volta,
inviano gli impulsi elettrici al nervo ottico.
Per
lesioni del nervo sono allo studio protesi corticali in cui una
telecamera esterna manda le immagini a un impianto localizzato
direttamente nella corteccia visiva.
Con
gli impianti epiretinali sono stati ottenuti dei risultati
interessanti, ad esempio, in Inghilterra: i malati di una particolare
malattia oculare genetica, la retinite pigmentosa, hanno recuperato
parzialmente la vista (in bassa risoluzione). Uno di essi è riuscito
a leggere alcune parole brevi sullo schermo mentre un altro è
riuscito a distinguere grandi quadrati bianchi da grandi riquadri
neri. Di recente in Germania gli studi sulla retina elettronica hanno
permesso ad alcuni pazienti di rilevare la luce sin dall'inizio, e, a
poco a poco, cominciare a vedere. Riescono, ad esempio, a leggere
grandi lettere su uno sfondo scuro. Tuttavia, va precisato che la
visione (le immagini sono composte da circa 1500 punti) non è
continua ma è per flash, oltre ad essere in bianco e nero.
Nel
XV episodio della VI stagione di "STAR TREK THE NEXT
GENERATION", dal titolo "Tapestry - Una seconda
opportunità". il Capitano Picard si trova ferito gravemente al
suo cuore artificiale. Infatti da giovane Picard perse il suo cuore
in una rissa. Voilà. Cuore da sostituire. Veniamo così a sapere che
Picard, che svolge una vita stressante, intrepida, soggetta a sforzi,
ha un cuore finto.
Ma
oggi a che punto siamo con il cuore artificiale?
Abbiamo
oggi un cuore artificiale inteso come componente meccanico impiantato
nel torace per rimpiazzare il cuore biologico?
Intanto
stabiliamo una cosa: il termine “cuore artificiale” è spesso
utilizzato impropriamente per descrivere un'assistente meccanico
cardiaco, il quale è solo una pompa che aiuta il cuore ma non lo
sostituisce. Macchine soprattutto usate in chirurgia cardiaca.
Il
beneficio del cuore artificiale è sicuramente quello di diminuire i
trapianti di cuore, poiché il numero di organi disponibili è di
gran lunga inferiore al numero dei pazienti in lista d'attesa.
Anche
se concettualmente il cuore artificiale è semplice (un muscolo che
funge da pompa), sono coinvolti una serie di sottigliezze che fanno
deficitare i materiali cardiaci sintetici e gli strumenti utilizzati.
Le conseguenze di questi problemi si riflettono in frequenti rigetti
e batterie esterne necessarie al cuore che limitano la mobilità del
paziente. Queste complicazioni fanno sì che i riceventi di questi
cuori artificiali abbiano un'autonomia di qualche ora o qualche
giorno.
Nel
1953 fu usata una macchina artificiale cuore polmoni per la prima
volta durante una operazione a cuore aperto. Il Dr. John Heysham
Gibbon, L'inventore di questa macchina, eseguì e mise a punto questa
macchina da solo.
Il
3 luglio 1952, il quarantunenne Henry Opitek che soffriva di fiato
corto fece la storia della medicina al Harper University Hospital
presso la Wayne State University in Michigan. Il Dodrill-GMR è
considerato il primo cuore artificiale funzionante impiantato durante
un intervento di chirurgia a cuore aperto.
Il
Dr. Forest Dewey Dodrill usò questo tipo di cuore nel 1952 per
bypassare il ventricolo destro di Henry Opitek per 50 minuti mentre
il chirurgo aprì l'atrio sinistro e cercò di riparare la valvola
mitrale. Nel referto post-operatorio del Dr. Dodrill scrisse, "Per
quel che sappiamo, questo è il primo episodio di sopravvivenza per
un paziente dove il cuore artificiale ha mantenuto l'apporto completo
del sangue mentre il cuore era aperto e sotto intervento chirurgico.”
Ma
dobbiamo aspettare molti anni per avere un cuore artificiale che
somigli a quello di Picard.
Il
cuore artificiale completo provvisorio CardioWest
fu
il primo cuore completo approvato dal FDA. Ricevette l'approvazione
dal Food Drugs Administration il 15 ottobre 2004, dopo 10 anni di
sperimentazione clinica.
Originariamente
pensato come cuore artificiale permanente, è oggi utilizzato solo
come transito durante i trapianti di cuore nel caso in cui il
paziente abbia un collasso ventricolare bilaterale del cuore. Ci sono
stati più di 800 trapianti del cuore artificiale CardioWest,
contando più di 170 pazienti salvati all'anno. Durante la
sperimentazione clinica di questo cuore artificiale, il 79% dei
pazienti si sono salvati durante il trapianto. Questa percentuale è
la più alta per i cuori utilizzati come ponte in tutto il mondo. Il
cuore sostitutivo AbioCor, diversamente dal CardioWest TAH, è un
cuore impiantabile completamente nel torace che è stato progettato
per non necessitare il passaggio di cavi o tubi nella pelle, in modo
da diminuire il rischio di infezioni.
L'AbioCor
è stato approvato per un utilizzo in pazienti che si trovano
all'ultimo stadio di malattie cardiache che interessano entrambi i
ventricoli. Ad oggi, 15 hanno ricevuto un impianto di AbioCor, con
uno di loro che ha vissuto per 512 giorni con il suddetto.
L'Abiocor
ha ricevuto l'approvazione dal Food Drugs Administration il 5
settembre 2006.
Il
primo impianto di AbioCor dall'approvazione dell'FDA è stato
eseguito nel 24 luglio 2009 al Robert Wood Johnson University
Hospital, New Jersey.
Inoltre:
i lettini diagnostici usati sull'Enteprise esistono in tutti gli
ospedali, e una volta che i fili non saranno più indispensabili
saranno identici a quelli usati dal dottor McCoy o dalla dottoressa
Crusher. È solo una differenza di trasmissione, un po' di bluetooth
qua e là e sembrerà di stare in una puntata di Voyager.
E
i bracci meccanici che operano interventi chirurgici di precisione.
E
tutte le applicazioni mediche della terapia laser. La prima
applicazione medica del laser risale al 1962, quando si è utilizzato
un laser a rubino per la saldatura della retina nell'occhio. A quel
tempo la serie Star Trek non era ancora iniziata, ma noi vediamo
usare con disinvoltura il laser in chirurgia e medicina trek ancor
prima che venisse adottato comunemente.
Con
l'invenzione del laser a CO2, la cui radiazione è fortemente
assorbita dall'acqua, si è aperto, dopo il 1967, il vasto campo
delle applicazioni chirurgiche.
La
disponibilità di fibre ottiche ha poi consentito, a partire dal
1974, di combinare le tecniche laser con quelle dell' endoscopia
convenzionale.
Le
applicazioni mediche del laser si basano principalmente sulle
proprietà di assorbimento della radiazione da parte di alcuni
costituenti essenziali del corpo umano, quali l'acqua ed il sangue, e
di alcuni pigmenti come ad esempio la melanina. Lo sviluppo della
tecnologia e la sempre maggiore comprensione dei fenomeni legati
all'interazione tra radiazione laser e tessuti, hanno portato alla
sempre più ampia diffusione del laser come apparecchiatura medica in
una vasta gamma di settori.
In
conclusione, una postilla (spero) divertente.
Alle
volte i miei pazienti pensano che il futuro sia già qui, e la
medicina moderna sia giunta davvero dove nessun uomo è mai giunto
prima.
DISCUSSIONE
VERAMENTE ACCADUTA TRA ME E UN MIO PAZIENTE UN PO' PIU' GIOVANE DI ME
“dottore
mi dice che gruppo sanguigno ho?
“Ma
lei ha già fatto analusi del gruppo sanguigno?
“No,
mai”
“E
allora come potrebbe essere scritto sul mio computer?”
“Non
lo so, pensavo che col computer si sapesse.”
DISCUSSIONE
VERAMENTE ACCADUTA TRA ME E UNA MIA PAZIENTE di ETA' Circa 22 anni:
“dottore,
ma non mi può dare una medicina per non avere mai più mal di gola?"
"E
poi vincere il premio Nobel?"
Altre
perle “aliene” in diretta dal mio ambulatorio le trovate su
twitter.com/navarca .
domenica 12 marzo 2017
La Fantamedicina di Star Trek e l'odierna realizzazione dell'immaginato.
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