La serie televisiva Calls è diversa da ogni altra produzione, non è nulla di simile ad alcun programma TV che abbiate mai visto.
Si tratta di una miniserie in 9 puntate di 20 minuti l'una, disponibile su Apple Tv+ , ed è assolutamente diversa perché non vedrete il volto di alcun personaggio, non vedrete alcun luogo.
Ebbene sì, Calls è narrata solo attraverso le voci dei protagonisti. Come in uno sceneggiato radiofonico, come in un podcast narrativo. E, come accade nel mio racconto Ester, si tratta di una storia fantascientifica narrata attraverso l'ascolto di conversazioni al telefono.
Vedrete i nomi degli interlocutori sullo schermo, leggerete le loro conversazioni (attivando i sottotitoli potrete seguirle anche in italiano) su uno sfondo animato da immagini astratte, ma non casuali. Le elaborazioni grafiche seguono il ritmo della storia, la dimensione dei caratteri e la posizione delle frasi sullo schermo è legata alle vicende. Le musiche di sottofondo trasmettono all'ascoltatore l'atmosfera della vicenda, colma spesso di inquietudine. Quindi, pur facendo rivivere il fascino dei radiodrammi d'un tempo (ricordate "La guerra dei mondi" di H.G.Wells trasmessa alla radio da Orson Welles nel 1938?) è un prodotto concepito per la fruizione televisiva.
Di cosa parla Calls ?
Puntata dopo puntata ascoltiamo i dialoghi telefonici tra gente comune, ma nel corso delle conversazioni accade a tutti qualcosa di strano, le loro vite apparentemente normali vengono sconvolte da avvenimenti incredibili. Sin dal primo capitolo, che si intitola LA FINE e che ci racconta (forse) l'apice del dramma. Andando avanti scopriremo che una strana anomalia fa sì che le telefonate, nel mondo di questa fantastica distopia, iniziano ad avere una strana caratteristica: gli interlocutori parlano tra loro e scoprono presto che la loro conversazione sta attraversando il tempo, che il giorno nel quale chiami è diverso da quello di chi sta dall'altra parte della linea.
Non vi dico di più. Le storie sulle distorsioni temporali hanno una loro grande tradizione letteraria e cinetelevisiva nella storia della fantascienza, e accostare Calls ad altre opere che mi vengono in mente potrebbe essere un po' troppo rivelatore della trama .
Qui ci troviamo di fonte a una cosa nuova, un'esperienza che svecchia ogni schema di trasposizione della fantascienza. Perché in questa miniserie il fantastico passa SOLO attraverso la voce, e noi ascoltiamo in effetti solo la voce dei personaggi, se ci pensate bene non c'è bisogno di altro che udire i colloqui dei personaggi per essere presenti agli avvenimenti narrati: le chiamate, Calls . È probabile che, una volta iniziata la serie, vogliate vedere le puntate una dopo l'altra, e credo che la serie sia così incalzante che vi affascinerà abbastanza da volervela sorbire tutta d'un fiato. Non fatevi disorientare dalle prime vicende, tutto piano piano si legherà in un un unico affresco, ogni dettaglio delle storie percorrerà la strada per collocarsi al posto che deve avere in quest'opera, che non poteva divenire un romanzo, o un film, o una serie nella quale si usa l'obiettivo della macchina da presa. Poteva diventare solo Calls.
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