Pensavi che la batteria del tuo cellulare fosse una meraviglia, alla sera aveva ancora un po' di carica, adesso lo attacchi a ogni alimentatore che trovi. Uno in studio, uno in macchina, uno accanto al divano, uno in camera da letto, fa prima a scaricarsi che a caricarsi. Avevo una tariffa "400 minuti al mese", mai sforati. Dal 15 al 23 marzo, finiti. Ho dovuto scegliere una nuova tariffa "Chiamate illimitate e ogni tre scassapalle uno scatto d'ira alla risposta". Quando non telefoni ci sono le mail, e poi i messaggi, i pi-di-effe con la circolare, il protocollo, lo schema, il numero di telefono di quel certo dipartimento, oggi non è più quello di ieri, domani lo cambiamo ancora, stateve acquorti.
Ogni volta che il telefono suona, che bussano alla porta, speri che non sia quella cosa che non vuoi che arrivi, no... non la citofonata di Salvini, va bé, ci siamo capiti.
Tre mascherine chirurgiche fornite dall'Azienda Sanitaria a titolo di affetto e simpatia. Una l'ho barattata con un meccanico in cambio di una scatola di guanti XL . L'altra la lascio sopra un barattolo pieno di alcool denaturato così il giorno dopo profuma di santità. O di sanità. O di satira. Voleva fare satira quel Direttore Generale di una certa provincia di una certa isola che diceva che i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta non sono dipendenti Asp ma liberi professionisti e quindi ognuno di loro dovrà approvvigionarsi autonomamente di mezzi di protezione? Come se nel territorio ci fossero altri medici di riferimento che non fossero proprio i convenzionati, i medici di famiglia. Che ancora qualcuno chiama "generici", come se non fossero specialisti. O "medici di base", come se fossero basici, come gli istinti di Michael Douglas e Sharon Stone. E se non ci fosse dove trovarli, questi Dispositivi di Protezione Individuale? Ogni giorno ne arrivano milioni, dice la TV. E se lo dice la TV... ... Arriveranno, proteggeranno, ma non tutti. No, quei "convenzionati" no, suppongo. Più della metà dei medici morti per il Covid - 19 in Italia sono medici di famiglia, mi sembra il caso di ricordarlo. Rispondano al citofono, misurino la pressione, "sentano le spalle", con i guanti per prendere la frutta alla Conad. Persone oltre le cose. Le cose alle volte le si trattano con cura, potrebbero sciuparsi, il dottore apre la porta con la maschera da sub sopra quella cucita dalla figlia, i guanti del meccanico, la cuffia per doccia usa e getta di un albergo di Riccione. La signora ha la tosse, la ragazza ha la febbre, la donna ha le ginocchia che le dolgono, ti porta le radiografie.
Oggi è il primo giorno di Aprile dell'anno 2020, per quante cose strane non lontane dal possibile abbiamo scritto o letto, il fatto di viverne d'un tratto una reale, é proprio unico, inimmaginabile, esagerato e straniante. Praticamente stiamo dentro un pesce d'Aprile tragicissimo.
Il "medico curante" cerca di sorridere, in mezzo a tutti i guai che sente e ai problemi da risolvere, tenta di essere affettuoso coi pazienti più soli e deboli, ma alle volte invece emerge la sua tensione, e sembra scorbutico. Ma sente che poi lo perdoneranno, forse.
Dodici anni prima avevi smesso di fumare. Una grave malattia cardiaca ti aveva aperto gli occhi sul fatto che la sigaretta non ti dava nulla, ti toglieva soldi e salute, ma non ti rendeva meno nervoso, non ti faceva davvero sentire meglio, ti ingannava. Quell'attimo di smarrimento senza un accendino da far scattare al momento di andare in bagno lo avevi sostituito con l'accendere una candela profumata. Da allora ogni sera accendi una candela che illumina il corridoio di notte. Ti guida e conforta, magari hai sentito un rumore in garage, avevi sete, la TV era rimasta accesa. In un armadietto avevi sempre un po' di candele di scorta per questa tua sciocca abitudine borghese. Mai senza candele da accendere la sera all'imbrunire.
Quella nella foto accanto è l'ultima. Il nuovo modo di fare la spesa non consente di perdere tempo a cercare candele profumate. Chissà cosa non è più essenziale, adesso. Chissà se i NoTav pensano ancora che passare la vita a impedire che si costruisca una ferrovia sia una priorità, chissà cosa se ne faranno del loro tempo libero gli indipendentisti della Catalogna. Chissà se quel corridoio buio, senza candela, da domani ti sembrerà tragico, o tu ti sentirai con un capriccio in meno.
Stanotte ho sognato che ero in vacanza in Calabria, io e un anziano prete coi capelli rossi. In uno street food, compravamo delle mafalde imbottite di rucola.
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venerdì 24 aprile 2020 alle ore 12 Antonio Catania legge una versione ridotta di questo testo durante una diretta instagram sul profilo @yleniagram75_tic . È una iniziativa a scopo benefico. Sono stati selezionati alcuni scritti sul tema della "vita cambiata" di questi giorni, per raccogliere donazioni per sostenere il grande lavoro di @pianoterra_onlus , che aiuta famiglie che quest'emergenza socio-sanitaria ha reso ancora più fragili. https://www.pianoterra.net/ .
È il progetto "le Parole per dirlo", divenuto poi un libro, qui recensito da me: https://navarca.blogspot.com/2020/08/le-parole-di-un-aprile.html . Il libro contiene la versione video con la lettura di Antonio Catania, e altri 49 racconti con videoracconti letti da attori. Può essere acquistato qui: https://www.gemmaedizioni.it/prodotto/le-parole-per-dirlo/
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3 commenti:
Molto molto bello.
Grazie do avermi fatto ricordare
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