domenica 12 marzo 2017

La Fantamedicina di Star Trek e l'odierna realizzazione dell'immaginato.

La nascita della saga di Star Trek è databile a mezzo secolo fa.Nel 1966, tanto per fare mente locale del periodo, l'Agenzia Spaziale Russa lancia nello spazio la sonda Luna 9, il primo oggetto meccanico ad atterrare sul suolo lunare, gli stati Uniti d'America combattono in Vietnam già da un anno, Leonìd Il'ìč Brèžnev diventa segretario generale dell'Unione Sovietica. Siamo in piena “guerra fredda”, un periodo lunghissimo che vedeva gli Stati Uniti d'America in un conflitto di potere non ufficiale con l'Unione Sovietica, e che, al di là degli aspetti bellici o spionistici, comportava un uso dei mezzi di comunicazione volto a stabilire e sottolineare la supremazia di un blocco geografico sull'altro.
I russi, i russi, gli americani”, cantava Lucio Dalla in “Futura” nel 1980, quando ancora il muro di Berlino divideva l'Europa. Ma in quella prima serie di Star Trek noi vediamo un russo nella plancia dell'astronave Enterprise, il genio di Gene Roddenberry poneva un punto chiaro: l'uomo del futuro prossimo lavorerà per il progresso di tutta l'umanità, unita e libera da conflitti interni.
E ci mostra un futuro migliore, dove tante nostre paure non hanno più motivo di esistere.
E per quanto riguarda la nostra paura di ammalarci, il nostro bisogno di essere curati, la ricerca di soluzioni per monitorare e curare al meglio il nostro corpo, la saga di Star Trek ha sempre dato visioni del nostro futuro nel campo della medicina, con soluzioni fantastiche, immaginate a partire da domande e necessità che l'umanità si pone di fronte a ogni aspetto della salute dell'uomo.
Le soluzioni che gli autori dagli anni 60 fino ad oggi (non dimentichiamo che la saga di Star trek iniziata 50 anni fa è continuata praticamente ininterrottamente fino ad oggi e già per lil 2017 avremo una serie nuovissima) hanno immaginato, citando conoscenze tecnologiche e scientifiche appena agli albori, sono cose che col passare degli anni si sono spesso realizzate nella realtà.
Il futuro della medicina in Star Trek è ottimista: niente epidemie, malattie gravi, danni fisici che non si possano curare. Ma mentre oggi siamo lontani dal motore a curvatura e i viaggi interstellari o il teletrasporto, il campo medico, assieme a quello informatico, appare quello maggiormente in evoluzione ai nostri giorni. Le cure si perfezionano, le gravi malattie diventano curabili, e solo una parte di quel grande numero di malattie che uccideva l'uomo fino a pochi decenni fa oggi è ancora minacciosa.
In un prossimo futuro, anche alcune malattie che oggi definiamo incurabili saranno forse sconfitte. Possiamo sperarlo, MA possiamo anche scorgere concreti segni di speranza.
La tecnologia medica usata in Star Trek affascina da sempre gli spettatori, ma non è certo sempre e solo fantascientifica.
Cominciamo con quella che è considerata la scena medica per eccellenza in Star Trek. Se chiediamo a un fan di Star Trek la scena di argomento medico che prima gli viene in mente, la risposta è praticamente sempre la stessa: nel quarto film della saga il dottor McCoy si trova catapultato dal 23esimo secolo fino alla California del ventesimo secolo.
Nei corridoi dell'ospedale il dottore scorge una donna anziana lamentarsi per lo stress e il malessere dovuti a una insufficienza renale sottoposta a dialisi. McCoy impreca contro la medicina del XX secolo, la paragona tra sé e sé al Medioevo, ha come un rifiuto di fronte a tanta obsoleta medicina dal borbottare che ne sapevano di più gli antichi egizi, e dà alla paziente una piccola pastiglia.
Dopo un po' (altra scena) vediamo la vecchina urlare felice: "Il rene mi è ricresciuto! Il dottore mi ha dato una pillola e il rene mi è ricresciuto!". La scena è divertente, è uno dei colpi di genio di una sceneggiatura sublime (è questo film che mi ha fatto letteralmente innamorare di Star Trek), ma forse, quando la abbiamo vista la prima volta, ci è sembrata una esagerazione, un voler andar troppo avanti nel fantastico, un immaginare una cosa impossibile. Eppure…
Pensiamo alle cellule totipotenti. In natura la prima cellula, lo zigote, è totipotente. Dentro questa cellula c'è già tutto disegnato: cervello, occhi, capelli, il nostro rene. Ma già quando comincia a dividersi, lo zigote perde la sua TOTIPOTENZA a poco a poco.
Ma abbiamo anche la Pluripotenza: la capacità di una singola cellula di dividersi e di differenziarsi in uno qualsiasi dei tre strati germinali:
endoderma (rivestimento interno dello stomaco, del tratto gastrointestinale, i polmoni),
mesoderma (muscoli, ossa, sangue, urogenitale),
o ectoderma (tessuti epidermici e del sistema nervoso)
Oggi, una cellula staminale pluripotente indotta (conosciuta anche come iPS o iPSC dall'inglese Induced Pluripotent Stem Cell) è un tipo di cellula staminale generata artificialmente a partire da una terminalmente differenziata (in genere una cellula del corpo umano adulto), mediante l'introduzione di quattro geni specifici codificanti e determinati fattori di trascrizione che ne inducono la conversione, cioè facciamo sì che una cellula “normale” possa essere modificata geneticamente in una cellula “mutaforma”.
Le cellule staminali pluripotenti indotte offrono grandi speranze nel campo della medicina rigenerativa: la possibilità di indurne la differenziazione nella maggior parte dei tipi cellulari di un organismo (come ad esempio cellule neuronali, pancreatiche, cardiache ed epatiche), può essere sfruttata nella rigenerazione di tessuti o organi danneggiati.
Ne deriva che l' induzione alla rigenerazione di un organo non è più fantascienza, e parliamo di una scoperta sulla quale si sta già lavorando da 10 anni. Le Induced Pluripotent Stem Cell sono state prodotte per la prima volta nel 2006 a partire da cellule di topo, e nel 2007 da cellule umane in una serie di esperimenti condotti dal gruppo del professor Shinya Yamanaka presso l'Università di Kyoto, in Giappone.
Questa scoperta gli è valsa il premio Nobel per la medicina. Le iPSCs sono state indicate come un importante passo in avanti nella ricerca sulle cellule staminali, in quanto permettono ai ricercatori di ottenere cellule staminali pluripotenti, importanti in ricerca e potenzialmente in terapia, senza ricorrere ai controversi embrioni. Cioè, andando un po' avanti sulle potenzialità di questa ricerca, se tu hai bisogno di un rene io lo ottengo da una tua cellula, ad esempio, della tua gengiva. Ne consegue anche che la possibilità di ottenere cellule staminali a partire della cellule somatiche del paziente le rende potenzialmente non immunogeniche, sarebbe a dire che non c'è possibilità di rigetto, perché noi non creiamo “UN RENE” a partire dalla tua gengiva, ma il TUO rene, l'organismo lo riconoscerà come parte di te. Un gruppo di ricercatori della Tsinghua University di Pechino ha creato pochi mesi fa una serie di blocchetti di cellule staminali pluripotenti in grado di assemblarsi per formare tessuti e organi interni. I risultati dello studio sono stati descritti sulla rivista Biofabrication. Se pensiamo a questa scoperta, la storia di McCoy che fa ricrescere il rene alla signora di San Francisco non è poi così assurda.
Star Trek ha iniziato a parlare di ingegneria genetica immediatamente dopo la scoperta di questa innovazione scientifica (nella puntata intitolata SPAZIO PROFONDO trasmessa il 16 febbraio 1967).
Data Stellare 3141.9: L'Enterprise incontra il Botany Bay, un vecchio modello di nave il cui equipaggio è ibernato da quasi 200 anni. Si tratta di un gruppo di “POTENZIATI”, persone modificate geneticamente per essere dei veri e propri superuomini da usare in una guerra appunto denominata eugenetica. ATTENZIONE: le origini del progetto di creazione dei “POTENZIATI” possono essere collocate negli anni 60, le guerre eugenetiche tra il 1992 e il 1996. Dopo averne risvegliato il presunto capo, Khan Noonien Singh, Kirk lo porta a bordo dell'Enterprise. Essi erano stati esiliati.  Ma Khan, con l'aiuto di Marla McGivers, risveglia tutti i suoi uomini e si impossessa dell'Enterprise.
Il personaggio di Khan riapparirà nei film "L'ira di Khan" e "Into Darkness", rispettivamente seconda e dodicesima pellicola cinematografica derivata dalla serie Star Trek.
E stiamo parlando del concetto di INGEGNERIA GENETICA , che fu introdotto da Rollin Douglas Hotchkiss , biologo statunitense, solo nel 1965 per designare l’insieme delle tecniche volte a trasferire nella struttura della cellula di un essere vivente alcune informazioni genetiche che altrimenti non avrebbe avuto. Il primo passo di tali tecniche di manipolazione dei geni è stato certamente la scoperta degli enzimi di restrizione, per la quale Werner Arber, Daniel Nathans e Hamilton Smith ricevettero il Premio Nobel per la Medicina nel 1978.
Il processo avviene in varie fasi:
estrazione di DNA da cellule eucarioti e procarioti;
frammentazione delle molecole di DNA in segmenti più corti;
identificazione e separazione dei diversi frammenti isolati in cellule ospiti, spesso diverse dalle cellule da cui proviene il DNA isolato.
Le cellule ospiti con genoma manipolato possono esprimere i geni estranei, possono anche riprodursi e fungere da sistemi di amplificazione del gene stesso.
Per estrarre il DNA bisogna rompere le cellule trattandole con sostanze litiche e detergenti.
Il termine più corretto per identificare un organismo con informazioni genetiche di provenienza esterna è organismo transgenico.
Nel linguaggio comune sono utilizzati anche organismo geneticamente modificato o geneticamente ingegnerizzato.
Parliamo adesso dell'antimateria. Questa parola, antimateria, è molto usata in Star Trek, a partire dal funzionamento dei motori a curvatura. Noi sappiamo che l'antimateria non è una estrapolazione ipotetica della fisica ma qualcosa che esiste veramente, è la materia composta dalle antiparticelle corrispondenti alle particelle che costituiscono la materia ordinaria. Ad esempio, un atomo di anti-idrogeno, è composto da un anti-protone caricato negativamente, attorno al quale orbita un positrone (anti-elettrone) caricato positivamente. Se una coppia particella/antiparticella viene a contatto, le due si annichiliscono emettendo radiazione elettromagnetica. Senza entrare nei meandri della fisica delle particelle, campo che esula da questa trattazione, quello che vogliamo ricordare è che l'antimateria, così usata in tutti i modi in Star Trek, è quella che permette il teletrasporto, l'energia immane degli armamenti e un sacco di altre cose, ma gli utilizzi potenziali dell'antimateria non sono per la maggior parte possibili, per via dei costi, soprattutto. Ma è proprio nel campo della medicina che questa cosa incredibile viene comunemente usata in decine di città solo in Italia. Oggi l’antimateria è usata ogni giorno in medicina per analizzare lo stato del cervello, tramite la tecnica chiamata Positron Emission Tomography (PET).
La PET è un metodo di indagine che permette di misurare funzioni metaboliche e reazioni biochimiche nell'organismo vivente ed ha larga applicazione nelle neuro-scienze, in oncologia e cardiologia.
Nella PET i positroni provengono dal decadimento di nuclei radioattivi che vengono incorporati in un fluido speciale, iniettato poi per via endovenosa al paziente. I positroni emessi annichiliscono con gli elettroni degli atomi vicini e danno luogo a due raggi gamma emessi in direzioni opposte. Essi vengono rivelati tramite opportuni rilevatori, disposti in “anelli” attorno al paziente, per individuare e registrare i punti in cui si sono verificate le annichilazioni e quindi ricostruire dove si è distribuito il radiofarmaco nel corpo. Siamo davanti a rilevatori che forse neppure la fantasia dei primi autori di Star Trek avrebbe immaginato. Questa tecnica consente, non solo di studiare il comportamento cerebrale, ma anche di diagnosticare, senza danno per il paziente, malattie gravi come: epilessia, morbo di Parkinson, degenarazioni tumorali. È un esame non morfologico, non è come una radiografia o una TAC che possiamo fare anche a un corpo non vivente per osservarne la struttura, ma è una tecnologia che individua l'attività dei tessuti e le differenze di comportamento tra le cellule. Questi radionuclidi sono incorporati in composti normalmente assimilati dal corpo umano, come il glucosio, l'acqua o l'ammoniaca, e quindi iniettati nel corpo da analizzare per tracciare i luoghi in cui vengono a distribuirsi. I composti così contrassegnati vengono chiamati radiotraccianti o radiofarmaci. A seconda di come si muovono questi traccianti capiamo se una cellula non è come dovrebbe essere. Le sostanze radioattive che si usano devono avere una vita molto breve al fine di non provocare danni e quindi vanno prodotte in loco, pochissimi minuti prima dell'uso. Per prepararle si bombardano atomi non radioattivi con un fascio di protoni da una macchina acceleratrice di particelle. E questo non in un telefilm, ma nell'ospedale vicino casa.
E il Tricorder medico? Il tricorder in Star Trek è un apparecchio dotato di sensori. I medici e gli infermieri usano un apposito tricorder che misura i parametri vitali dei pazienti. In borsa io ho un apparecchio poco più grande di un ditale che mi consente di conoscere la saturazione di ossigeno del paziente e la sua freqenza cardiaca solo appoggiandolo sull ' unghia del dito . Ha un piccolo schermo a colori e l'ho comprato per poche decine di euro. Oggigiorno abbiamo apparecchi portatili con sensori in grado di misurare pressione del sangue, temperatura, livelli di ossigeno, ritmo cardiaco e respiratorio. Vengono periodicamente annunciati apparecchi che fanno tutte queste cose, su internet ne troverete uno che si collega allo Smartphone via Bluetooth.
Ma io voglio citarne uno in particolare già in commercio in farmacia e che non nomino per non fargli pubblicità, che consente di monitorare la glicemia non appena senza pungere il corpo, ma appoggiandolo anche sui vestiti, fino a 4 centimetri di distanza. Il diabetico che necessiti di conoscere spesso il proprio livello di glucosio nel sangue allo scopo di quantificare quanta insulina deve fare, ha un sensore applicato al proprio corpo, una specie di cerotto appiccicato sulla parte superiore del braccio. Ogni volta che vuole sapere la propria glicemia può conoscerla solo avvicinando questo piccolo tricorder. Tricorder medici completi veri e propri come quelli di Bashir non sono ancora possibili, ma quando tutti gli enormi strumenti diagnostici usati negli ospedali potranno essere rimpiccioliti avremo qualcosa di molto simile se non identico.
Andando avanti con gli oggetti medici Trek, una cosa che vediamo nei telefilm e che vorremmo avere ogni volta che dobbiamo subire una iniezione è una siringa senza ago. Gli sceneggiatori di STAR TREK proposero l'hypospray, un dispositivo medico allora immaginario costituito da una siringa senza ago.
Famosa è la scena, forse il più divertente prologo della storia di Star Trek, del quarto episodio della sesta stagione di Star Trek Voyager, dal titolo “Stagnaio, tenore, dottore spia”, in originale “Tinker Tenor Doctor Spy”, quando il dottore olografico si fa lanciare al volo (chiedendolo a Paris cantando sulle note de “la donna è mobile”) un hypospray per sedare l'Ufficiale Tuvok, vulcaniano in preda alla furia del Ponn Farr, la tempesta ormonale che ogni 7 anni invade questa razza.
Paris, please find a way
to load a hypospray
I will give you the sign
just aim for his behind.
In realtà, la siringa senza ago già negli anni '80 ha attraversato la barriera della fantascienza concretizzandosi in un presidio disponibile specialmente per la somministrazione di vaccini a masse di popolazione. La forte pressione esercitata attraverso la cute determinava un buon assorbimento della sostanza da iniettare.
La siringa senza ago attualmente diffusa e in commercio, esistono diversi brevetti e diversi tipi ma sostanzialmente funzionano in modo simile, elimina la paura dell'iniezione ed allo stesso tempo elimina il rischio di trasmissione di malattie infettive come l'epatite o HIV per contaminazione da punture accidentali. Milioni di ferite accidentali da ago vengono riportate ogni anno.
L'inoculazione è sicura e quasi indolore, migliorando quindi sensibilmente l'obbligo di trattamento dei pazienti cronici. Adottando questa tecnica innovativa, l'attuale concetto d'iniezione dei medicinali è cambiato, anche se il suo uso è ancora limitato.
Si inietta un sottilissimo getto ad alta pressione di liquido attraverso gli strati superficiali della cute. La pressione viene generata dalla carica di una molla, ed è sufficiente a far penetrare il farmaco sino ad una profondità analoga a quella di un comune ago, e garantisce in tal modo un migliore assorbimento.
Un'altro oggetto di Star Trek che vediamo spesso è il visore di Geordi La Forge, che gli consente di vedere anche se è cieco. Nel passaggio dalla serie televisiva a quella cinematografica la serie fa un passo avanti con un upgrade significativo, La Forge non ha più il visore ma occhi artificiali.
Per quanto riguarda il visore oggi è in sperimentazione un apparato che può essere costituito da un impianto epiretinale (cioè esterno all'occhio) associato ad una telecamera esterna, montata su degli occhiali che trasmettono segnali (senza fili, usando onde radio) a impianti inseriti nella retina che a loro volta trasmettono segnali al nervo ottico. Ma esistono anche apparecchi del secondo tipo, con un impianto subretinale (un chip sotto la retina) che non hanno bisogno di dispositivi esterni all'occhio. L'impianto epiretinale in ambedue i casi simula la funzionalità della retina, collocata sul fondo del bulbo oculare.
Questa tecnologia, sviluppata nei primi anni del XXI secolo riesce a interpretare e produrre immagini composte da un numero variabile tra 16 e 1500 pixel in toni di grigio, ma rappresenta un primo passo verso la realizzazione di impianti di prestazioni maggiori. Dato che i segnali generati dall'occhio artificiale vengono poi inviati al nervo ottico, è essenziale che questo sia integro. Inoltre, la retina deve avere un minimo di vitalità perché il chip non fa altro che stimolare le cellule nervose ancora vive le quali, a loro volta, inviano gli impulsi elettrici al nervo ottico.
Per lesioni del nervo sono allo studio protesi corticali in cui una telecamera esterna manda le immagini a un impianto localizzato direttamente nella corteccia visiva.
Con gli impianti epiretinali sono stati ottenuti dei risultati interessanti, ad esempio, in Inghilterra: i malati di una particolare malattia oculare genetica, la retinite pigmentosa, hanno recuperato parzialmente la vista (in bassa risoluzione). Uno di essi è riuscito a leggere alcune parole brevi sullo schermo mentre un altro è riuscito a distinguere grandi quadrati bianchi da grandi riquadri neri. Di recente in Germania gli studi sulla retina elettronica hanno permesso ad alcuni pazienti di rilevare la luce sin dall'inizio, e, a poco a poco, cominciare a vedere. Riescono, ad esempio, a leggere grandi lettere su uno sfondo scuro. Tuttavia, va precisato che la visione (le immagini sono composte da circa 1500 punti) non è continua ma è per flash, oltre ad essere in bianco e nero.
Nel XV episodio della VI stagione di "STAR TREK THE NEXT GENERATION", dal titolo "Tapestry - Una seconda opportunità". il Capitano Picard si trova ferito gravemente al suo cuore artificiale. Infatti da giovane Picard perse il suo cuore in una rissa. Voilà. Cuore da sostituire. Veniamo così a sapere che Picard, che svolge una vita stressante, intrepida, soggetta a sforzi, ha un cuore finto.
Ma oggi a che punto siamo con il cuore artificiale?
Abbiamo oggi un cuore artificiale inteso come componente meccanico impiantato nel torace per rimpiazzare il cuore biologico?
Intanto stabiliamo una cosa: il termine “cuore artificiale” è spesso utilizzato impropriamente per descrivere un'assistente meccanico cardiaco, il quale è solo una pompa che aiuta il cuore ma non lo sostituisce. Macchine soprattutto usate in chirurgia cardiaca.
Il beneficio del cuore artificiale è sicuramente quello di diminuire i trapianti di cuore, poiché il numero di organi disponibili è di gran lunga inferiore al numero dei pazienti in lista d'attesa.
Anche se concettualmente il cuore artificiale è semplice (un muscolo che funge da pompa), sono coinvolti una serie di sottigliezze che fanno deficitare i materiali cardiaci sintetici e gli strumenti utilizzati. Le conseguenze di questi problemi si riflettono in frequenti rigetti e batterie esterne necessarie al cuore che limitano la mobilità del paziente. Queste complicazioni fanno sì che i riceventi di questi cuori artificiali abbiano un'autonomia di qualche ora o qualche giorno.
Nel 1953 fu usata una macchina artificiale cuore polmoni per la prima volta durante una operazione a cuore aperto. Il Dr. John Heysham Gibbon, L'inventore di questa macchina, eseguì e mise a punto questa macchina da solo.
Il 3 luglio 1952, il quarantunenne Henry Opitek che soffriva di fiato corto fece la storia della medicina al Harper University Hospital presso la Wayne State University in Michigan. Il Dodrill-GMR è considerato il primo cuore artificiale funzionante impiantato durante un intervento di chirurgia a cuore aperto.
Il Dr. Forest Dewey Dodrill usò questo tipo di cuore nel 1952 per bypassare il ventricolo destro di Henry Opitek per 50 minuti mentre il chirurgo aprì l'atrio sinistro e cercò di riparare la valvola mitrale. Nel referto post-operatorio del Dr. Dodrill scrisse, "Per quel che sappiamo, questo è il primo episodio di sopravvivenza per un paziente dove il cuore artificiale ha mantenuto l'apporto completo del sangue mentre il cuore era aperto e sotto intervento chirurgico.”
Ma dobbiamo aspettare molti anni per avere un cuore artificiale che somigli a quello di Picard.
Il cuore artificiale completo provvisorio CardioWest
fu il primo cuore completo approvato dal FDA. Ricevette l'approvazione dal Food Drugs Administration il 15 ottobre 2004, dopo 10 anni di sperimentazione clinica.
Originariamente pensato come cuore artificiale permanente, è oggi utilizzato solo come transito durante i trapianti di cuore nel caso in cui il paziente abbia un collasso ventricolare bilaterale del cuore. Ci sono stati più di 800 trapianti del cuore artificiale CardioWest, contando più di 170 pazienti salvati all'anno. Durante la sperimentazione clinica di questo cuore artificiale, il 79% dei pazienti si sono salvati durante il trapianto. Questa percentuale è la più alta per i cuori utilizzati come ponte in tutto il mondo. Il cuore sostitutivo AbioCor, diversamente dal CardioWest TAH, è un cuore impiantabile completamente nel torace che è stato progettato per non necessitare il passaggio di cavi o tubi nella pelle, in modo da diminuire il rischio di infezioni.
L'AbioCor è stato approvato per un utilizzo in pazienti che si trovano all'ultimo stadio di malattie cardiache che interessano entrambi i ventricoli. Ad oggi, 15 hanno ricevuto un impianto di AbioCor, con uno di loro che ha vissuto per 512 giorni con il suddetto.
L'Abiocor ha ricevuto l'approvazione dal Food Drugs Administration il 5 settembre 2006.
Il primo impianto di AbioCor dall'approvazione dell'FDA è stato eseguito nel 24 luglio 2009 al Robert Wood Johnson University Hospital, New Jersey.
Inoltre: i lettini diagnostici usati sull'Enteprise esistono in tutti gli ospedali, e una volta che i fili non saranno più indispensabili saranno identici a quelli usati dal dottor McCoy o dalla dottoressa Crusher. È solo una differenza di trasmissione, un po' di bluetooth qua e là e sembrerà di stare in una puntata di Voyager.
E i bracci meccanici che operano interventi chirurgici di precisione.
E tutte le applicazioni mediche della terapia laser. La prima applicazione medica del laser risale al 1962, quando si è utilizzato un laser a rubino per la saldatura della retina nell'occhio. A quel tempo la serie Star Trek non era ancora iniziata, ma noi vediamo usare con disinvoltura il laser in chirurgia e medicina trek ancor prima che venisse adottato comunemente.
Con l'invenzione del laser a CO2, la cui radiazione è fortemente assorbita dall'acqua, si è aperto, dopo il 1967, il vasto campo delle applicazioni chirurgiche.
La disponibilità di fibre ottiche ha poi consentito, a partire dal 1974, di combinare le tecniche laser con quelle dell' endoscopia convenzionale.
Le applicazioni mediche del laser si basano principalmente sulle proprietà di assorbimento della radiazione da parte di alcuni costituenti essenziali del corpo umano, quali l'acqua ed il sangue, e di alcuni pigmenti come ad esempio la melanina. Lo sviluppo della tecnologia e la sempre maggiore comprensione dei fenomeni legati all'interazione tra radiazione laser e tessuti, hanno portato alla sempre più ampia diffusione del laser come apparecchiatura medica in una vasta gamma di settori.
In conclusione, una postilla (spero) divertente.
Alle volte i miei pazienti pensano che il futuro sia già qui, e la medicina moderna sia giunta davvero dove nessun uomo è mai giunto prima.
DISCUSSIONE VERAMENTE ACCADUTA TRA ME E UN MIO PAZIENTE UN PO' PIU' GIOVANE DI ME
dottore mi dice che gruppo sanguigno ho?
Ma lei ha già fatto analusi del gruppo sanguigno?
No, mai”
E allora come potrebbe essere scritto sul mio computer?”
Non lo so, pensavo che col computer si sapesse.”
DISCUSSIONE VERAMENTE ACCADUTA TRA ME E UNA MIA PAZIENTE di ETA' Circa 22 anni:
dottore, ma non mi può dare una medicina per non avere mai più mal di gola?"
"E poi vincere il premio Nobel?"
Altre perle “aliene” in diretta dal mio ambulatorio le trovate su twitter.com/navarca .


Nota: questo articolo è stato pubblicato sulla rivista non professionale FONDAZIONE, n.24, nell'anno 2016. L'autore, Francesco Spadaro, medico da 34 anni, è specialista in Pneumologia e qualificato per l'Emergenza Territoriale. Ha lavorato in Ospedale, sul territorio, e come Ufficiale Medico della Marina Militare. Attualmente svolge a Catania attività di Medico di Assistenza Primaria. È da sempre appassionato di fantascienza, da 5 lustri è anche fan di Star Trek. 

Articolo vincitore del Premio Italia Edizione 2017 Categoria:"Articolo su pubblicazione non professionale"

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