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lunedì 9 novembre 2020

Navarca Olografico d' Emergenza

 

“Ti ho detto già che tentare non ci costa nulla, è un apparecchio come tutti gli altri, si può attivare e disattivare, non c’è nessun pericolo, Direttore”.
    “Se il Navarca lo aveva nascosto ci deve essere un motivo, e mi fai paura quando mi chiami Direttore”.
    “Non sei tu che dirigi questa rivista, Direttore? Non dici sempre che sarebbe bene che lui tornasse a scrivere qualche articolo?”
    “Sì, ma noi scriviamo di fantascienza, non siamo fantascienza. Se il Navarca non scrive più, avrà i suoi buoni motivi, non credo che attivare questo trabiccolo possa servire a qualcosa…”
    “Non è un trabiccolo, è una cosa seria, ne ha parlato anche un sito serio…”
“E io dovrei prendermi la responsabilità di attivare un’ologramma del Navarca col solo scopo di fargli scrivere qualche articolo?”
    “Pensa a tutti i lettori che per trovare qualcosa di divertente sulla rivista sono costretti a ridere delle battute di Longarini…”
    “Ma Longarini è divertente!”
    “Sì, ma nelle rubriche serie! Ci vuole un angolo dichiaratamente umoristico!”
    “E tu dici che il Navarca Olografico d’Emergenza scriverà per noi? Perché dovrebbe farlo lui quando il Navarca originale non riesce più a farlo?”
    “Perché quello ha altro da fare, credo. Dicono che oramai voglia usare il tempo libero dal lavoro per guardare film e leggere libri…”
    “Che è quello che amiamo fare tutti…”
“Sì, ma noi li recensiamo, lui ci scriveva delle parodie, dice che adesso gli va di goderseli e basta, leggi questa lettera che mi ha scritto…”
    “Una cosa tristissima. Dice che non c’è più posto per le belle cose in TV, che la nostra è una battaglia persa, che fare satira quando la gente impazzisce per l’isola dei famosi e il ristorante della Clerici è una impresa da eroi, e lui non se la sente di infierire con una Italia lobotomizzata da “c’è posta per te…”, c’è anche un suo incipit di racconto che non si è sentito di completare…
   “E tu non me lo hai mai fatto vedere?”
“Ma è tristissimo… non fa ridere… si intitola Chiedi chi erano i trekker e doveva essere una storia alternativa di Cappuccetto Rosso...

”Non mi ricordo più il mare, non mi ricordo la musica, fatico a spiegarmi le cose.
Vorrei sentire sul braccio il giorno che corre lontano.
Vorrei scrivere qualcosa su qualcosa, ma il secondo qualcosa non c’è, e non so se c’è mai stato.
A giudicare da quello che mia madre guarda in TV e le cose che le altre ragazze come me hanno come argomenti di conversazione non c’è nessun qualcosa.
Perché un televisore da 50 pollici e svariate migliaia di euro è concentrato sui problemi intestinali di artisti mediocri solo perché stanno su un’isola deserta, o sull’incontro tra ex-fidanzati che si riconciliano in diretta, o su tutti questi sceneggiati tristi con amori perduti, tradimenti, malattie incurabili, e commissari che si innamorano? La casa con duecento telecamere, per vedere della gente che fa la fila per l’unico bagno, poi si siede in una stanza rossa e parla per far vedere quant’è ignorante. E tutto questo piace , diverte. Possibile che non esistano storie fantastiche da raccontare?
Beh, oggi chiederò alla nonna. Devo andarla a trovare, mamma vuole che le porti il vino e la focaccia. Indosserò quell’affare col cappuccio rosso, visto che la nonna me l’ha regalato il mese scorso per i miei quindici anni. Dicono che mi dona tanto, ma detesto quando mi danno soprannomi per via dell’abbigliamento.
Mezz’ora di strada, ci vuole, per andare da nonna. A piedi, perché c’è sciopero dei bus. Farò prima se passo dal boschetto.
Papà non c’è, sarà a parlare di calcio al bar, per rilassarsi dal parlare di calcio in ufficio.
Mamma è impegnata a guardare in TV un tipo, quello del diario scolastico della mia compagna di banco, che parla del suo nuovo calendario dove appare nudo al mare. Il bel tipo non ha opinioni su nulla, non sa cantare o ballare e sta bene attento a non azzardarsi in pericolosi congiuntivi, ma ha fatto un calendario, e questo sembra essere un fatto importante, più delle focacce per nonna. Le prenderò io, spero solo che non siano tanto unte da rovinarmi lo zaino.
“Mamma, vado da nonna per le focacce”.
“Cosa?”
“Esco, porto le focacce a nonna”.
“Chi?”.
“Mamma, vado da nonna a portargli il vino e le focacce”.
“Cosa?”
“Mamma, il televoto ha deciso che devo abbandonare la casa”.
“Torna presto”.
Sarebbe una bella giornata, se non fosse per quest’odore di uova marce che viene dall’opificio, e per quel signore sulla decappottabile, fermo sul ciglio della strada che porta al boschetto, che tiene lo stereo a tutto volume. Spero non provi a rivolgermi la parola, anche se mi ha visto e ha tutta l’aria di volerlo fare, ma io non ho voglia di parlare con uno con l’adesivo di un lupo sul cofano posteriore dell’auto. Purtroppo mi saluta:
“Buongiorno, ragazzina!”
“Buongiorno” rispondo.
“Oh, che ragazzina bellina col suo naso garbato, gli occhiali e con la vocina…”
“Buongiorno, vado di fretta…”
“Vuoi un passaggio?”
“Preferisco andare a piedi…”
“Dove vai di bello, tutta sola?”
“Dalla nonna”.
“Cos 'hai sotto il grembiule?”
“Vino e focaccia: ieri abbiamo cotto il pane; così la nonna, che è debole e malata, se la godrà un po' e si rinforzerà”.
“Dove abita la tua nonna?”.
“A un buon quarto d'ora di qui, nel bosco, sotto le tre grosse querce; là c'è la sua casa, è sotto la macchia di noccioli, ma a te che te ne importa?”.
“Faccio sondaggi per una compagnia telefonica, magari a tua nonna interessa cambiare gestore”.
“Lasciala in pace”.
“A te non interessa fare un provino? Mio cugino lavora nel casting del Network, non vorresti fare l’alfabetina, la fiorellina, la cartellina, la festaiolina?”
“No”.
“Devi dare esami? Vorresti dare sette esami in un anno? Seguire un corso per computer? Per imparare il russo? Vorresti partecipare al programma TV degli amici di Filippa?”
“Ma vaffanculo tu e Filippa!”.

    “E poi non ha continuato… vedo”.
“E meno male, Direttore…”
    “Mi hai convinto, attiviamo questo N.O.E., magari è un po’ più brillante di quel che resta dell’originale…”
    “Premi tu il tasto?”
“E che diamine, sì!”
    “Buongiorno, sono il Navarca Olografico d’Emergenza”
“Ciao, Navarca, non hai ancora consegnato il pezzo per questo mese”
    “Ah, ecco. Che devo scrivere?”
“Quello che ti pare, dai una occhiata alle mailing list di Star Trek per cercare le novità e vedi se trovi qualche spunto, puoi usare il mio computer”.

ZAZUERA ZAZUERA ZAZUERA ZAZUERA
A-E-I-O-U IPSELON
A-E-I-O-U IPSELON
FIO MARAVILHA
NOS GOSTAMOS DE VOCE
FIO MARAVILHA
FAZ UM PRA' GENTE VER
BRIGITTE BARDOT BARDOT
BRIGITTE BEIJOU BEIJOU
NA FILA DO CINEMA TODO MUNDO SE AFOGOU
AY AY CARAMBA
AY AY CARAMBA....


    “Ecco, Direttore, dimmi se va bene come inizio e se va bene continuo…”
“Navarca Olografico, che bellezza! Solo quaranta minuti e hai già scritto… che è ‘sta roba?”
    “Mi avete detto di controllare le mailing list di Star Trek e mi è venuto in mente un pezzo intitolato: Quelli che scrivono sulle mailing list su Star Trek :
…”CHI E' QUESTO WILLIAM SHATNER CHE FA IL COMPLEANNO?
Quelli che chiedono sempre "Chi è?" ogni volta che si nomina un attore senza dire il personaggio che interpreta.
AMAZING NEWS FROM THE WEB
Quelli che copiano le pagine web in inglese e danno per scontato che tutti capiscano.
NON CI SONO E TE LO DICO.
Quelli che mandano decine di lettere al giorno e avvertono di essere in modalità "no mail".
AVVERTITE AMNESTY INTERNATIONAL.
Quelli che avvertono di essere stati attaccati da worm, virus e trojan deliberatamente da chi non era d'accordo con loro su qualcosa.
COM'E' CHE GLI ALTRI NON SCRIVONO TANTO COME ME?
Quelli che leggono la posta dall'ufficio, ma son pagati per fare altro.
L' AVETE VOLUTO VOI.
Quelli che ogni giorno "me ne vado dalla mailing list" e stanno sempre lì.
NON DITEMI CHE UCCIDONO TASHA.
Quelli che vogliono essere avvertiti su "spoiler" su episodi trasmessi in prima serata in chiaro.
IO SALVO IL MONDO.
Quelli che avvertono tutti che "c'è un nuovo virus in giro".
BORN IN 2004
Quelli che "non ditemi che c'è gente che scarica gli episodi da Internet".
MA COS'E' QUESTO GOOGLE?
Quelli che chiedono informazioni su cose che puoi trovare con un clic.
SI DICE "SEDERINO".
Quelli che non tollerano il linguaggio colorito.
STAR TREK? CHE ROBA!
Quelli che si dicono trekker ma non gli piacciono gli attori, gli episodi, non si salva nessuno.
EMOTICONS CHE PASSIONE.
Quelli che usano le faccine per dire e negare al tempo stesso.
GET A LIFE!
Quelli che vivono scrivendo nelle mailing list Trek a tutte le ore.
HO LA MENTE VULCANICA.
Quelli che propongono iniziative e se tutti non aderiscono immediatamente è perché il mondo è cattivo.
LA TROY? CHE TROY! AH AH AH AH AH AH!
Quelli che fanno i giochi di parole e si credono spiritosi.
GLI OT.
Quelli che parlano di tutto fuorchè di Star Trek.

    “Navarca, vuoi che ci tempestino di mail di protesta? Che si scateni una campagna di boicottaggio della rivista? Guarda, ‘sto spunto non fa ridere, vai a fare colazione e poi portami un pezzo un po’ meno cattivo, una di quelle belle storie divertenti che…”
    “Non faccio colazione, sono un ologramma”.
“Sì, hai ragione. Non hai voglia di scrivere una bella parodia sui Robot? Una storia con Catwoman che incontra Terminator sull’Enterprise?”
 “No”.
“Barzellette sui Carabinieri che vanno nello spazio?”
 “No”.
“Emilio Fede che si collega con la Flotta Stellare?”
 “Già fatto dal Navarca, numero 32 della rivista ”.
“Bruno Vespa che parla con Data?”
 “Fatto, numero 46”.
“Berlusconi Capitano d’Astronave?”
 “Già fatto, pubblicato nel n. 53”
“Storielline piccanti sui Vulcaniani?”
 “Numero 24”.
“Stanlio e Ollio trekker?”
 “49”.
“Il Capitano Kirk in Padania?”
 “28”.
“Si, questo me lo ricordavo. Non mi resta che…”
“…Che cosa?”
“Computer, disattivare Navarca Olografico d’Emergenza”.
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Racconto tratto dallo Star Trek Italia Magazine , anno 7 n. 3 ,Marzo 2005 .
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