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sabato 18 aprile 2020

Tutti da Ciro sabato sera

    A me queste storie fanno ancora ridere quando le rileggo. Spero accada anche a voi. La trilogia di racconti con le avventure della "USS Festival" ha origine con questa storia tragicomica, che narra di un gruppo di amici che si incontrano per mangiare una pizza..
    Ai miei piccoli lettori che non hanno assiduamente seguito le origini delle storie che pubblicavo nelle riviste con le quali collaboravo a inizio millennio, devo qualche spiegazione, che spero contribuisca a godere delle commediole inerenti questa squadra di personaggi. Che ho cercato di ritrarre in situazioni caricaturali con schemi classici del racconto comico, le iperboli e le allegorie, le deformazioni e le macchiette. Avrei tanto voluto intrattenere il mondo con elevata narrativa d'anticipazione, ma mi vengon fuori delle farse, che cosa ci possiamo fare?
   Sappiate dunque che i fans di Star Trek in Italia, oltre che radunarsi in grosse convention  che ospitano attori internazionali, si riuniscono sin dal secolo scorso in gruppi locali, in alcuni casi denominati "Navi".
    Ce ne sono di grandi e piccoli, il mio gruppo si chiamava "Nave Archimede" e raccoglieva amici della Sicilia.
    Ancor oggi ci sono gruppi del genere in ogni parte d'Italia. E, oggi come allora,  ci si riunisce periodicamente per parlare di film e telefilm, scambiarsi materiale e informazioni, trovare i modi per contattare altri fans, organizzare conferenze, prepararsi a fiere, mostre... cose davvero divertenti.             Appena pochi mesi prima di quando scrivo queste righe ci siamo ritrovati in un ristorante di Bologna un centinaio di amici solo per il piacere di chiacchierare in compagnia dopo aver guardato insieme la prima puntata della serie televisiva Picard, della quale si è da poco conclusa la prima stagione.
    Adesso, in questi giorni, viviamo incertezze nuove, certe cose semplici e allegre ci sembrano lontane come sogni, eppure son passate poche settimane, il mondo è cambiato e chissà quando torneremo a incontrarci così, dandoci magari appuntamento

TUTTI DA CIRO SABATO SERA
(Star Trek Italia Magazine anno IV, n. 2, Febbraio 2002)

    A Nelly telefonò Armandini.
    Non che Armandini fosse particolarmente felice di dover telefonare a Nelly. Ma avevano fatto il sorteggio, ed era toccato a lui.
    Nelly rispose al cellulare con quella sua voce che pareva quella di uno scoiattolo con la sinusite che mastica un limone: "Siiiiiiiiiiiiiiii… Oh, Fuuulviooooo… ciao, scusa un attimo… Roby! Più sotto! Sì, ti ho detto più sotto! Scusa, Fulvio, sono dall'estetista…".
    Stabilendo che la percentuale di volte che il sorteggiato telefonava a Nelly e la trovava dall'estetista era superiore al cinquanta per cento, i casi erano due: o la cura del corpo per la quale Nelly spendeva soldi e tempo era un contributo ulteriore a una femminea bellezza che aveva bisogno di essere onorata con continua cura, o si trattava di tentativi disperati e, tutto sommato, di tempo e denaro sprecati.
    Il fatto che nessuno dei maschietti del gruppo denominato "U.S.S. Festival" ambisse ad esser sorteggiato per telefonare a Nelly vi dà un'idea di quale delle due situazioni fosse quella reale. "Nelly, ti ho telefonato per la riunione della Nave. Siamo tutti da Ciro, sabato sera, verso le otto. La Pizzeria Ciro è nella piazza dove…"
 "Sì, Fulvio. So dove è Ciro. Vieni a prendermi tu?"
     Come previsto. Per questo esisteva il rito del sorteggio. Armandini pensò mentalmente a tutte le frasi che avrebbe voluto dire, "ho la macchina guasta", "ho tutti i posti occupati", "non è sicuro che possa venire", "mi hanno ritirato la patente", "ho due femori rotti", "stavolta vengo in elicottero", "piuttosto che farti salire sulla mia Clio la butto nel burrone", "prendi un Taxi che solo per soldi puoi essere portata in giro", ma le regole del sorteggio erano chiare:
 "OK. Ti passo a prendere alle sette e quaranta".

     La "U.S.S. Festival" era una congrega di appassionati di Star Trek. Da qualche anno i gruppetti di trekker italiani avevano preso il nome di una immaginaria Astronave o di una fantasiosa Stazione Spaziale. Come in ogni posto del mondo si riunivano periodicamente per parlare della loro saga preferita, scambiarsi materiale e informazioni, organizzare attività legate al loro hobby, trovare i modi per contattare altri fans.
     Si riunivano offrendo a volte ospitalità nella propria casa, o organizzando gite, o, come quella sera, serate al ristorante o in pizzeria.
     A decidere che la riunione sarebbe stata da Ciro era stato Giuseppe Pagnetti, detto "Capitan Pincus", se non ci pensava lui  a organizzare, smuovere un po' il pigro equipaggio della Festival, non ci sarebbero state mai riunioni, forse. La Pizzeria di Ciro non era nulla di speciale, ma non era male.
 "Se non fosse per i neon fulminati" disse Guido Frenacci, altrimenti detto "Tenente Florence".
 "Se non fosse che le pizze non arrivano" aggiunse Claudia Denippi, che si era scelta il soprannome "Tenente Comandante Subak".
 "Se almeno la birra fosse fredda" (Romano Giovannitti, "Capo Ingegnere Breil").
 "Solo birra chiara? Ma non può essere!" (Marco Tartufi, "Sbarak")
 "Se mi avessero portato la forchetta" (Gianfranco De Benellis, "Tenente Remus").
 "A me manca il tovagliolo" (Pierpaolo Patagotti, "Quattro di Sei").
 "Io ce l'ho, ma sembra usato" (Fulvio Armandini, "Gul Pufaz").
 "Ma questo posto è cariniiiissiiimooooo!" (Germana Castelpogni, "Nelly").

 "In attesa che ci portino le pizze possiamo cominciare con l'elencare le varie questioni all'ordine del giorno" , dichiarò Capitan Pincus.
 "Magari se Marco non si vestiva così ce le portavano prima, le pizze!" disse Gianfranco- Remus.
 "Ma è una riunione Trek! Mi è parso consono il costume Trek!"
 "Quando mai lo abbiamo fatto?" chiese Gianfranco.
 "Era ora che qualcuno lo facesse, invece!" esclamò Marco, con orgoglioso contegno.
 "Con le antennine azzurre in testa?"
 "Sono Sbarak, ufficiale an-do-ria-no, e questa è una riunione Trek!"
 "Vallo a spiegare al cameriere, che fa il giro largo quando passa da queste parti!"
 "Ci sono trentacinque gradi e il cameriere ha la sciarpa, ti sembra normale?"
 "E' una sciarpa giallorossa, sarà romanista..."
 "Lui è normale a girare con la sciarpa con questo caldo e io non posso vestirmi da Ufficiale Andoriano?"
 "Fai pure, alla prossima riunione puoi anche vestirti da Horta, tanto non posso venire".
 Gianfranco aveva pronunciato questa frase con malcelata tristezza, e si fece il silenzio. Interrotto dalla voce di Claudia:
 "In che senso non puoi venire? Se non abbiamo ancora fissato la data della prossima riunione...".
 "Non posso venire perché non mi va di dedicare tempo a cose che incoraggiano questa mia mania di Star Trek. Basta! E' l'ultima volta. Devo trovarmi altri interessi... magari un hobby che mi faccia avere successo con qualche ragazza..."
 "Collezionare diamanti?" chiese scherzosamente Patagotti (4 di 6), ma Claudia lo fulminò con uno sguardo gelido come una confezione di filetti di nasello surgelati.
 "...cioè, riesco a invitare 'sta ragazza a casa mia, vede tutte queste cassette di Star Trek, mi chiede cosa ci trovi in quei tizi con le orecchie a punta. Non rispondo, inutile rovinare la serata a spiegarle che Picard, Sisko, Quark non hanno orecchie a punta. Dopo un po' vede i libri di Star Trek, mi chiede se li leggo davvero. Sorrido e confermo, e comincio a vergognarmi. Quando vede la foto di Sette di Nove nella mia stanza dice che si è fatto tardi e sparisce".
 Patagotti cercò di consolarlo: "Ma vedi, caro Tenente Remus..."
 "Mi chiamo Gianfranco!!! Gianfranco De Benellis!!! Dottor Gianfranco De Benellis, laureato in Economia e Direttore di banca! Porca di quella..."
 "Non trascendere, Gianfranco De Benellis" disse Guido - Tenente Florence -Frenacci "C'è gente che ci guarda..."
 "C'è gente che ci guarda..." De Benellis era tutto rosso in faccia e parlava a voce alta "...ci guardano e vedono un gruppo dove c'è uno vestito da alieno, un altro con la spilletta della Federazione e il tavolo è pieno di pupazzetti di Star Trek, astronavi e figurine! Guarda, non ti girare, a quel tavolo c'è uno che mi osserva da un pezzo, magari è un cliente della mia Agenzia e domani ritira il Conto Corrente."

 "Sei nervoso perché non arrivano le pizze, Gianfrà." provò a dire Pincus-Pagnetti "approfondiremo la questione più tardi, dobbiamo parlare di tante cose. Ad esempio, dobbiamo scegliere un motto per la Nave, una bella frase da mettere nel nostro logo, come hanno fatto quelli del gruppo del paese vicino, la "U.S.S. Attilio Regolo", loro hanno il motto "siamo in una botte di ferro".
 "Non la nominare, quell'astronave, porta rogna!" esclamò Frenacci.
 "Credere a queste cose è illogico, irrazionale e non ha senso," disse Pincus.
 "Non ha senso? " fece Frenacci, e teneva le mani sotto il tavolo "quella sera che abbiamo fatto l'incontro tra i due equipaggi a Pino hanno rubato la macchina, a Giuseppina è venuta la varicella, Verdoni ha trovato il suo cane morto in giardino, Beatrice è stata lasciata dal ragazzo e a me è caduto il cellulare in un tombino. Tra l'altro Pino, Giuseppina, Verdoni e Beatrice non sono venuti più alle riunioni, da quella volta".
 "Quella sera c'era pure uno nuovo, un certo Pio, che fine ha fatto?" chiese Nelly.
 "Non lo avete saputo?" disse Armandini "quella sera stessa fu investito da un furgone. E' ancora in rianimazione, ma ho saputo che ora pare si sia svegliato, muove gli occhi e ha detto una frase..."
 "E non portano sfiga, quelli..." sbuffò Frenacci. Le mani sotto il tavolo aumentavano, alla faccia della logica e della razionalità.
 Armandini finì la frase:"Ha detto: <teletrasporto per due>. Pensate che bravo trekker che è questo Pio" .
 "La frase... il motto... ci sono proposte?" domandò Pincus.
 "Per aspera ad astri" proclamò Sbarak.
 "Ad astra, vorrai dire" disse Claudia.
 "Ho controllato, è plurale , astri".
 "E la declinazione? E poi è neutro, astrum".
 "Si, ho controllato, ti ho detto, ho il vocabolario di latino a casa, lo regalavano con il risotto in busta".
 "Non mi parlate di cibo quando le pizze ancora non arrivano!" urlò Gianfranco.
 "Non è meglio una frase in italiano?" proferì Nelly "Qualcosa come <Fatti per essere il numero uno>..."
 "Si..." rispose Fulvio "Cose buone dal mondo..."
 "E <Quattro salti in padella> no?" aggiunse Frenacci.

 "Va bene. Lasciamo perdere il motto. Parliamo del sito, a te la parola, Capo Ingegnere Breil, sei stato zitto tutto il tempo..."
 Romano Giovannitti (Breil) aveva già fatto fuori la sua birra, a digiuno, come tutti. Fece un singultino e cominciò:
 "Il sito, il sito... innanzitutto per la pagina dell'equipaggio mi avete dato delle foto orribili..."
 "Ma se te ne ho mandata una dove mi si vedeva benissimo!" disse Nelly.
 Romano avrebbe voluto dire "Appunto!", come tutti del resto, ma fece finta di niente e proseguì: "OK. Il sito ce l'abbiamo: "U.S.S. Festival Home Page". Ci ho perso giorni a realizzarlo, e ho messo il tutto on line. Per vedere se andava bene ho chiesto ad alcuni colleghi di andarlo a vedere. Mi hanno chiesto quasi tutti perché facevo un sito su Star Trek e non su un'altra cosa. Ho chiesto a loro su cosa l'avrei dovuto fare, allora mi hanno detto che fare un sito su Star Trek è una perdita di tempo. Mi han detto proprio così: una perdita di tempo. Potrebbe essere anche vero da un certo punto di vista, se non parlassimo dei seguenti soggetti: uno che legge la Gazzetta dello Sport dalla prima all'ultima riga, un altro che sa tutto sul Grande Fratello, una che ogni giorno si fa fare un nuovo piercing e sembra oramai una graticciata di filo spinato, uno che colleziona lattine di birra, un altro che confessa chiaramente di stare sei ore al giorno alla Playstation, una tipa che gira su Internet solo per cercare fotografie di uomini di colore, e un altro che passa il tempo a guardare le foto degli uomini di colore salvate dalla tipa. Mi hanno chiesto come mai non mi occupavo di una cosa normale. Ma lasciamo perdere... Ho messo on line delle pagine con tutti i miei racconti su Star Trek..."
 "Hai scritto racconti su Star Trek?" chiese Claudia.
 "La scorsa riunione ho portato a tutti, anche a te, una copia dei miei racconti stampati, ho fatto lavorare la stampante per nulla? Li avete letti?"
 "Francamente me l'ero tolto di testa" confessò Claudia.
 "Ehm... non ho avuto il tempo" disse Guido Frenacci.
 "Mi son parsi troppo lunghi" sussurrò Marco con un sorriso imbarazzato.
 "Bisognava leggerli?" chiese Nelly.
 "Ma cazzarola, se non li leggete nemmeno voi, chi volete che li legga? Che lo faccio a fare allora il sito? Basta! Che ci sto a fare qui? Forse era meglio che andavo con l'equipaggio della U.S.S. ATTILIO REGOLO! "
 Una lampadina esplose. Un cameriere inciampò e fece cadere per terra quattro boccali di birra, la bambina del tavolo accanto cominciò a vomitare patatine.
 Si sentì provenire da fuori il rumore di una macchina che frenava all'improvviso e un botto.
 "Non lo fare più!" ingiunse Frenacci, con le mani sotto il tavolo.
 Breil era pallido e con gli occhi lucidi:"Avete ragione, scusate" .

 Una donna con un cappello rosso in testa si avvicinò al loro tavolo, e con tono severo si rivolse a Guido Frenacci: "Ti ho trovato, bastardo! Cena di lavoro, eh? Sei qui con dei mammalucchi vestiti da imbecilli e le troiette...".
 "Non si permetta, signora, moderi i termini!" esclamò Claudia.
 "Vi presento la mia signora" disse Frenacci "Teresa, non ti ho parlato di nessuna cena di lavoro. Ho detto che avevo una cena che era una riunione. Sottintendevo che era una riunione di Star Trek..."
 "Star Trek? Ancora con questo Star Trek?" gridava la Signora Teresa "Hai 44 anni e pensi ancora alle favole? Non capisco cosa ci trovi..."
 "Non sono favole, è fantascienza. Sono io che non capisco cosa ci trovi nei programmi televisivi di Alda D'Eusanio. O negli sceneggiati dove Virna Lisi è sempre la cattiva, e la Ferilli è sempre buona..."
 "Di essere buona, è buona, la Ferilli..." disse Sbarak.
 Teresa pronunciò con fermezza: "Vieni a casa, Guido".
 Guido, senza neanche guardarla in faccia, cominciò un lungo discorso: "A casa. A guardare in TV Fabrizio Frizzi che fa l'avvocato? O Cucuzza? Quante volte ti ho chiesto di venire con me a queste riunioni, tu dici che ti annoi, ma sei mai venuta? Hai mai provato a guardare con me una sola puntata di Star Trek, anche solo per chiederti con cognizione di causa perché mi interessasse tanto? Non hai mai pensato che una riunione dove si parla anche di letteratura, di fisica, di recitazione, possa essere più interessante di un pranzo dove tua madre parla solo delle sue malattie, tuo fratello su cosa ha fatto Berlusconi o cosa ha detto Fassino, e tuo figlio, nostro figlio, tiene gli occhi appiccicati sul GameBoy? Io resto qua, tu va casa, salutami la De Filippi".
 Teresa se ne andò, mormorando parole sgradevoli.

 Claudia cercò di dire qualcosa di attinente: "Il mio fidanzato non è venuto stasera perché aveva una cena-riunione di ex-compagni di scuola, la quinta effe del Parini, sarebbe stato dei nostri con piacere, ma...".
 Tartufi Marco, detto Sbarak, sentì la necessita di dichiarare: "La cena-riunione della quinta effe del Parini è stata ieri sera, c'ero pure io, a casa di Marinella"
 "Ma che dici, andoriano, fai confusione di certo..." disse Claudia.
 "Non faccio confusione. Il tuo ragazzo non è Barcanini Filadelfo, detto Trapanone? Era con noi ieri sera, è stato tutto il tempo a parlare con la cugina americana di Marinella, una certa Lucy".
 Claudia prese in fretta la sua borsetta, le riviste di Star Trek e le Cards di Voyager.
 "Scusate, devo andare. Ho un impegno urgente. Fatevi sentire. Buon proseguimento di serata" mormorò.
 Uscì dal locale.

 Come al solito Capitan Pincus cercò di recuperare la conversazione:
 "Possiamo parlare un po' di altre cose... penso. Magari è il caso di mettere un po' da parte i vari ordini del giorno..."

 "Gerrappi, il Guardiamarina Gerry, ne avete notizie?" domandò Nelly.
 "Gli ho prestato tutte le cassette della Serie Classica, sei CD-ROM, otto libri e le catene per la neve. Non lo trovo da quattro mesi. Cellulare spento, telefono muto, alle e-mail non risponde" disse Patagotti.
 "E-mail? Ti sei messo anche tu Internet, finalmente?" chiese Pincus.
 "Già, bella cosa davvero" fu la risposta di Patagotti, che era già alla undicesima sigaretta "mi avete rotto l'anima sul fatto che Internet è il paradiso dei trekkers, che non se ne poteva fare a meno... Ho provato a navigare con gli indirizzi che mi avevate dato. La metà di quei siti non esistevano più, dei restanti quasi tutti erano stati aggiornati l'ultima volta tre anni fa. Mi sono allora iscritto a diverse mailing list di Star Trek. Ne ho trovata una dove conversano tra loro sui sistemi informatici degli anni 80 e ogni volta che spediscono notizie su Star Trek lo fanno in inglese, anche se sono tutti italiani. Un'altra dove litigano continuamente sul fatto che alcuni non parlano solo di Star Trek, e un'altra dove ogni lettera è composta da una riga contenente o un acronimo o alcune facce che sorridono, fatte con la punteggiatura, e una firma lunga dodici righe. A volte sembrerebbe più interessante, almeno per uno che volesse fare ricerche in campo psichiatrico: si scambiano calunnie, minacce, sballano inverosimili retroscena sulle iniziative promosse da altri trekkers, paventano querele o preannunziano ritorsioni. Inquietante davvero. Poi ne ho trovata una dove sembravano simpatici e intelligenti. Spedisco allora una e-mail, ma siccome avevo scritto la mail con dei caratteri blu perché mi pareva più carina, hanno iniziato tutti a sgridarmi, qualcuno pareva pure sull'orlo di una crisi di nervi, e un altro mi ha spiegato che usare le funzioni che permettono di rendere una lettera formattata meglio è reputata una forma di grave maleducazione. Ho provato allora la Chat. Piombo su un canale che mi dicevano fosse un luogo di incontro per parlare di Star Trek, c'erano on line almeno quaranta persone, saluto e non mi fila nessuno. Non so, forse parlavano tra loro in privato o erano tutti a fare altro. In alto, il titolo dell'assemblea virtuale: due parolacce e una bestemmia..."
 Intervenne Pincus: "Cavoli, ma non è così Internet. Non fidarti della prima impressione, ci sono siti meravigliosi, si entra in contatto anche con gente simpaticissima, sei stato sfortunato..."
 "Ma certo, me ne rendo conto" disse Patagotti "Magari è dipeso dal fatto che a sistemarmi il collegamento a Internet è stato uno della astronave U.S.S. ..."
 "Non dirlo!" gridarono tutti in coro.
 "D'accordo" assentì sommessamente Patagotti.

 "Ma vogliamo parlare un po' di Star Trek?" sbottò Armandini.
 "Di che abbiamo parlato, finora?" chiese Sbarak.
 "Intendo dire... parlare... parlare di avventure, di astronavi, di viaggi spaziali, di Spock..."
 "Spock... che uomo affascinante..." disse Nelly.
 "Intendo dire, parliamo ad esempio della nuova serie, Enterprise, chi l'ha vista di voi?"
 Nelly rispose subito: "Ho visto alcune foto su una rivista, C'è Scott Bakula che fa il Capitano, che uomo affascinante..."
 "E le ultime puntate di Deep Space Nine, le avete viste?" chiese Pincus.
 "Bellissime" intervenne Nelly "Benjamin Sisko è un uomo veramente affascinante..."
 "Io ho comprato la cassetta in inglese con due puntate di Voyager" disse Frenacci.
 "Ah! Chakotay!" fece Nelly con un urletto "Che uomo affascinante..."

 Per un minuto intero non parlò più nessuno.
 Poi parlò Giuseppe Pagnetti, detto Capitan Pincus:"Vogliamo parlare di dove fare la prossima riunione?"
 "Io avrei una domanda" disse Gianfranco De Benellis, che era stato zitto per un bel pezzo.
 "Certo, dicci, Gianfrà" disse Pincus.
 Gianfranco De Benellis domandò, con lo sguardo perso forse verso lontane galassie, forse all'imbocco di un tunnel spaziale, forse sulla scia di una stella cometa che da milioni di anni solcava l'universo, forse tra le montagne azzurre di un lontano pianeta:
 "Ma le pizze ce le portano o no?"

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I personaggi di questa storia torneranno in "VADO AL MASSIMO"

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