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sabato 22 luglio 2023

Il trentunesimo giorno - recensione al caldo (45° all'ombra)

   
    Il mondo della letteratura distopica, per chi la frequenta da molti anni, ha subito un cambiamento. Per chi ne scrive e per chi ne legge. Se tre anni fa ci siam trovati a dover portare un’autocertificazione per uscire di casa, se si moriva per aver stretto una mano o ascoltato un colpo di tosse, se ascoltavi un TG con numeri di morti impressionanti, a causa di qualcosa di invisibile che domani avrebbe potuto cogliere te (osservate il mio diario scritto all’alba dell’1 aprile 2020 qui), le immagini di un mondo che cambia improvvisamente a un tratto è passato dall’essere un esercizio di immaginazione collocabile nel puro fantastico, al prendere forma di una distorsione dell’esperienza. Lo era anche prima, ma adesso forse lo è di più. Il romanzo Contrappasso (qui la mia recensione del libro di Andrea Delogu) o il film Siccità (qui le mie impressioni sull’ opera di Virzì) sono narrazioni di un riadattamento della vita in base a un evento che sconvolge l’ ambiente, così come lo è il romanzo di Dario Tonani “IL TRENTUNESIMO GIORNO”, uscito poche settimane fa.
    Dario Tonani, scrittore italiano che da più di 30 anni sforna libri di forte immaginazione diffusi in molte nazioni, dopo anni dedicati alla saga fantastica di Mondo9 ( https://www.dariotonani.it/mondo9/ ), processa lo sconvolgimento globale di fronte ad eventi catastrofici e drammatici in un romanzo unico, fuori da saghe e universi già narrati. 
   La storia parte, nel prologo, da due figure in un mondo ancora apparentemente normale, piove ininterrottamente da due giorni, un’istantanea di una coppia elegante e misteriosa. I loro gesti e le loro parole saranno un riferimento importante, ma lo scopriremo andando avanti. 
  Il pianeta è afflitto da una pioggia torrenziale ininterrotta da diverse settimane, è un disastro globale. Le nubi avvolgono il mondo, alluvioni e alterazione del clima devastano tutto, milioni di persone muoiono a causa di questo diluvio, si lotta per la sopravvivenza ma… può anche andar peggio. Può accadere che al trentunesimo giorno di pioggia inizino a diradarsi le nubi, e alcune forme appaiano in cielo. Sono i cadaveri della gente morta e non seppellita da quando è iniziato il lungo nubifragio. Di fronte a tale fenomeno inspiegabile, si propagano paura, congiure, follie, violenza. E queste salme che fluttuano in cielo sono un problema gravissimo per la salute di un pianeta già afflitto da un mese di pioggia. La soluzione da adottare sarà il reclutamento di squadre addette a tirali giù, con modalità che richiederanno particolari abilità.
   La storia principale ha pochi personaggi, e i protagonisti sono due: la giovanissima Evelyne, acrobata di un circo che oramai è distrutto, e Alvaro, un uomo di mezza età con un passato di ladro. 
   Nei libri e nei film dedicati a una catastrofe la cronaca delle avventure riguarda la storia di un piccolo gruppo di persone, in questo caso assistiamo principalmente a ciò che accade a un gruppo di personaggi tra la Lombardia e luoghi ad essa non distanti. Ma spesso, guardando un disaster movie con una famiglia dove il babbo cerca di salvare moglie e figli, ci chiediamo come se la stiano cavando nel resto del pianeta. Dario Tonani inframezza l’azione principale con microracconti (scritti in corsivo) ambientati in Germania, Francia, Singapore, e diversi altri luoghi, dalla Svezia a Lampedusa. Piccoli gioielli di narrazione. Sono una delle preziosità di questo libro, segnalo la novella ambientata in un centro commerciale di Boston, dove un bimbo chiede un gelato alla mamma.
   Il libro è molto scorrevole, pieno di una sapienza dello scrivere che Tonani padroneggia, consapevole che, chiedendo al lettore una certa sospensione dell’incredulità, non può chiedere anche il destreggiarsi tra discontinuità, cose non dette, salti di narrazione. Quando il piacere della lettura deve purtroppo confrontarsi con poco tempo da dedicare ad essa, si alza l’asticella. Un libro deve intrigare, affascinare, non mettere troppa carne al fuoco, non essere difficile da affrontare come un’impresa accademica. Almeno per me, deve essere intrattenimento. E nella letteratura fantastica bisogna assolutamente evitare il “vale tutto”, che, a mio parere affligge diversi film, telefilm, narrazioni letterarie, che abbandono senza pietà perchè la vita è breve. 
   In particolare Dario Tonani in questo libro, da uno spunto fantadistopico, riesce a tirar fuori un romanzo con una vena thriller, un’altra horror, e anche azione con colpi di scena. La prima caratteristica, il thriller, forse la parte indispensabile per aggrovigliare veramente l’attenzione, è legata al fatto che in un mondo brulicante di cadaveri fluttuanti possono saltar fuori delitti e indagini da compiere. La seconda vena, l’horror, per alcuni è difficile da digerire, in quanto invischiata in una ipocrisia di fondo che vuole dimenticare quanto l’orrore faccia parte del nostro quotidiano, quanto la morte riguardi tutti, quanto i nostri corpi decadano e quanto marciscano dopo la dipartita. L’orrore è sempre parte di una narrazione onesta, a partire dall’impiccagione di Pinocchio e dal lupo che inghiotte la nonna di Cappuccetto Rosso per poi essere squartato per recuperare la vecchia, resistente ai succhi gastrici della belva. La parte più difficile, secondo me, è “l’azione”. La nostra mente è sempre più abituata a vedere le scene di lotta e combattimento, o di pericolo nel precipitare o correre per fuggire, nei film o nelle serie TV. Già composte per i nostri occhi. La lettura deve comporre queste scene a partire da ciò che lo scrittore descrive, la sua trasposizione in parole è un compito arduo per rendere fluida l’azione, veloci i colpi di scena pur dovendoli descrivere con minuzia. In questo libro ho trovato tutto questo, e ne sono grato all'autore. 
    Procuratevi questo volume, perfetto come lettura per le vacanze, ma anche per villeggiatura della mente nei giorni di fatica. Buona lettura.


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